Tesi etd-06182009-181634 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BRACCINI, ALESSANDRO
URN
etd-06182009-181634
Titolo
Rischio di Credito: Regolamentazione, Modelli, Decisioni
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
SCIENZE ECONOMICHE
Relatori
Relatore Prof. Cambini, Riccardo
Parole chiave
- Basilea 2
- modelli per il rishcio
- rating
- Rischio di Credito
Data inizio appello
15/07/2009
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
15/07/2049
Riassunto
In questo periodo di forte crisi economico-finanziaria abbiamo voluto affrontare argomenti di grande interesse e di forte attualità per chiarire ed esplicare la regolamentazione in atto (Basilea II) ed i modelli utilizzati dai grandi istituti bancari per la valutazione del rischio di credito. Questa tesi si prefigge lo scopo di dare un quadro d’insieme delle norme esposte nell’Accordo vigente (International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards. A Revised Framework, 2004, nella versione consolidata 2006), e della loro applicazione per la determinazione dei requisiti patrimoniali minimi previsti per gli istituti bancari. Nel primo capitolo si è voluto evidenziare la prociclicità, fenomeno che amplia gli effetti della congiuntura economica, come uno de maggiori limiti che tale Accordo contiene al suo interno. Si sono sottolineate le differenze con il precedente accordo (International convergence of capital measurement and capital standards, 1988) e i metodi per il calcolo dei requisiti patrimoniali dal nuovo modello standard al metodo IRB advanced.
Nel secondo capitolo si è voluto dare spazio alla definizione di rischio di credito e a quella di rating, rilevando, anche, l’enorme diffusione delle agenzie di rating, alle quali è stato concesso notevole spazio anche dall’accordo di Basilea II.
Nel terzo capitolo abbiamo sviluppato la discussione dei principali modelli di rischio partendo dal modello di Merton (sviluppato sulla base del modello di Black e Scholes) pietra miliare della contingent claims analysis e dei modelli strutturati, per poi affrontare con molto interesse la metodologia VaR, sviluppata agli inizi degli anni Novanta dalla banca statunitense J.P. Morgan, la quale si applica al rischio di mercato e al rischio di credito. Successivamente abbiamo fornito una carrellata sui modelli sviluppati per la stima del rischio di credito concentrandoci sul modello proposto da KMV, il quale propone delle proprie matrici di transizione legate alle probabilità d’insolvenza calcolate, e il modello CreditMetricsTM, sempre proposto da J.P. Morgan (1997), che si propone di analizzare il rischio di credito e di migrazione attraverso le matrici proposte dalle agenzie di rating (Standard & Poor’s, Moody’s
Nel secondo capitolo si è voluto dare spazio alla definizione di rischio di credito e a quella di rating, rilevando, anche, l’enorme diffusione delle agenzie di rating, alle quali è stato concesso notevole spazio anche dall’accordo di Basilea II.
Nel terzo capitolo abbiamo sviluppato la discussione dei principali modelli di rischio partendo dal modello di Merton (sviluppato sulla base del modello di Black e Scholes) pietra miliare della contingent claims analysis e dei modelli strutturati, per poi affrontare con molto interesse la metodologia VaR, sviluppata agli inizi degli anni Novanta dalla banca statunitense J.P. Morgan, la quale si applica al rischio di mercato e al rischio di credito. Successivamente abbiamo fornito una carrellata sui modelli sviluppati per la stima del rischio di credito concentrandoci sul modello proposto da KMV, il quale propone delle proprie matrici di transizione legate alle probabilità d’insolvenza calcolate, e il modello CreditMetricsTM, sempre proposto da J.P. Morgan (1997), che si propone di analizzare il rischio di credito e di migrazione attraverso le matrici proposte dalle agenzie di rating (Standard & Poor’s, Moody’s
File
Nome file | Dimensione |
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01FRONTESPIZIO.pdf | 88.96 Kb |
02INDICE.pdf | 100.99 Kb |
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