Tesi etd-06182007-185905 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Rota, Stefania
URN
etd-06182007-185905
Titolo
Analisi delle interazioni tra l’attività di pesca e il Tursiope
(Tursiops truncatus) nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e conseguenti proposte di conservazione della specie
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
Relatore Castelli, Alberto
Parole chiave
- Arcipelago Toscano
- cetacei
- pesca
- Tursiope
Data inizio appello
16/07/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il Tursiope (Tursiops truncatus), delfinide diffuso in tutto il Mediterraneo, vive prevalentemente vicino alle coste, a profondità attorno ai 100 m. Questa specie costiera risulta quindi particolarmente influenzata dalle attività antropiche (Evans et al. 1992; Lütkebohole 1996; Liret 2001).
Nell’area di ricerca esaminata, la pesca rappresenta senza ombra di dubbio l’attività umana che maggiormente interagisce con la popolazione locale di Cetacei. Nello specifico il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ospita una numerosa popolazione di Tursiopi ed è nel contempo una delle zone più importanti di tutto il mar Tirreno per quanto riguarda la pesca professionale.
Le interazioni tra la pesca e i Cetacei hanno radici profonde nella storia (Silvani et al.,1992). Un’interazione positiva si riscontrava un tempo nella pesca alla costardella Scomberesox saurus saurus (Mussi, 2003) che sfruttava la capacità del Delfino comune (Delphinus delphis) di raggruppare in “palle” fittissime questo pesce; oggi invece si riscontrano maggiormente interazioni negative. Il Tursiope infatti, ha imparato a nutrirsi in modo opportunistico nelle reti a strascico e da posta in tutti i mari del mondo (Silvani et al.,1992, Broadhurst, 1998; Casale et al.,1999), tra cui quelli italiani (Consiglio et al.,1992; Cannas et al., 1994; Marini et al.,1995; Mazzola et al.,1995; Casale 2001). Inoltre quando si ritrovano e analizzano gli spiaggiati, molti sono gli individui rinvenuti avvolti in reti da pesca o con ami di palamiti nelle carni (Centro Studi Cetacei, 1987-1996).
Il principale problema è che negli ultimi anni in Toscana, si sono registrate sempre più numerose segnalazioni di danni alle attrezzature da pesca ad opera dei delfini, con la completa o parziale distruzione degli attrezzi e con danni quantificabili in decine di migliaia di euro. Poiché non è previsto alcun rimborso da parte dello stato e il danno consiste non solo in attrezzature, ma anche in una riduzione delle ore di pesca in mare, il malcontento tra i pescatori è sempre più diffuso.
La ricerca svolta grazie al supporto del Centro Ricerca Cetacei, ha avuto una durata di un anno ed è stata finalizzata a determinare la tipologia, il grado e la frequenza delle interazioni tra il Tursiope e tre tipi di pesca (lampara, strascico e posta). I porti di riferimento esaminati nel corso dell’anno sono stati quelli dell’Isola d’Elba, di Piombino e di Castiglione della Pescaia.
La ricerca si è concretizzata attraverso:
• monitoraggio della popolazione di Tursiopi a bordo dell’imbarcazione del Centro,
• proposta di questionari ai pescatori,
• raccolta di segnalazioni (avvistamenti) da parte dei pescatori
• raccolta dei dati sugli spiaggiamenti dell’ultimo ventennio.
La rielaborazione e l’analisi e dei dati raccolti, unitamente alle analisi della bibliografia esistente sul tema, ci ha consentito di confermare l’elevato grado di interazione tra l’attività di pesca e la popolazione di Tursiopi, che è attratta dalla possibilità di un pasto facile e abbondante all’interno delle reti. I danni registrati sono per lo più di piccola entità, e soprattutto a carico delle reti da posta. Le conclusioni sulla riduzione del pescato causato dei delfini sono parziali poiché il numero di dati assolutamente certi è esiguo.
L’analisi degli spiaggiati dal 1986 al 2006, ha evidenziato tra le cause di morti frequenti l’annegamento, la cattura accidentale (dimostrata da amputazioni) o addirittura l’uccisione con armi da fuoco. Lo studio è stato ideato per valutare tutte le possibili interazioni tra Tursiopi e attività di pesca, ed ha come obbiettivo trovare delle soluzioni che tutelino la specie ma anche l’attività di pesca che ha profonde radici nella tradizione di questa regione.
Nell’area di ricerca esaminata, la pesca rappresenta senza ombra di dubbio l’attività umana che maggiormente interagisce con la popolazione locale di Cetacei. Nello specifico il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ospita una numerosa popolazione di Tursiopi ed è nel contempo una delle zone più importanti di tutto il mar Tirreno per quanto riguarda la pesca professionale.
Le interazioni tra la pesca e i Cetacei hanno radici profonde nella storia (Silvani et al.,1992). Un’interazione positiva si riscontrava un tempo nella pesca alla costardella Scomberesox saurus saurus (Mussi, 2003) che sfruttava la capacità del Delfino comune (Delphinus delphis) di raggruppare in “palle” fittissime questo pesce; oggi invece si riscontrano maggiormente interazioni negative. Il Tursiope infatti, ha imparato a nutrirsi in modo opportunistico nelle reti a strascico e da posta in tutti i mari del mondo (Silvani et al.,1992, Broadhurst, 1998; Casale et al.,1999), tra cui quelli italiani (Consiglio et al.,1992; Cannas et al., 1994; Marini et al.,1995; Mazzola et al.,1995; Casale 2001). Inoltre quando si ritrovano e analizzano gli spiaggiati, molti sono gli individui rinvenuti avvolti in reti da pesca o con ami di palamiti nelle carni (Centro Studi Cetacei, 1987-1996).
Il principale problema è che negli ultimi anni in Toscana, si sono registrate sempre più numerose segnalazioni di danni alle attrezzature da pesca ad opera dei delfini, con la completa o parziale distruzione degli attrezzi e con danni quantificabili in decine di migliaia di euro. Poiché non è previsto alcun rimborso da parte dello stato e il danno consiste non solo in attrezzature, ma anche in una riduzione delle ore di pesca in mare, il malcontento tra i pescatori è sempre più diffuso.
La ricerca svolta grazie al supporto del Centro Ricerca Cetacei, ha avuto una durata di un anno ed è stata finalizzata a determinare la tipologia, il grado e la frequenza delle interazioni tra il Tursiope e tre tipi di pesca (lampara, strascico e posta). I porti di riferimento esaminati nel corso dell’anno sono stati quelli dell’Isola d’Elba, di Piombino e di Castiglione della Pescaia.
La ricerca si è concretizzata attraverso:
• monitoraggio della popolazione di Tursiopi a bordo dell’imbarcazione del Centro,
• proposta di questionari ai pescatori,
• raccolta di segnalazioni (avvistamenti) da parte dei pescatori
• raccolta dei dati sugli spiaggiamenti dell’ultimo ventennio.
La rielaborazione e l’analisi e dei dati raccolti, unitamente alle analisi della bibliografia esistente sul tema, ci ha consentito di confermare l’elevato grado di interazione tra l’attività di pesca e la popolazione di Tursiopi, che è attratta dalla possibilità di un pasto facile e abbondante all’interno delle reti. I danni registrati sono per lo più di piccola entità, e soprattutto a carico delle reti da posta. Le conclusioni sulla riduzione del pescato causato dei delfini sono parziali poiché il numero di dati assolutamente certi è esiguo.
L’analisi degli spiaggiati dal 1986 al 2006, ha evidenziato tra le cause di morti frequenti l’annegamento, la cattura accidentale (dimostrata da amputazioni) o addirittura l’uccisione con armi da fuoco. Lo studio è stato ideato per valutare tutte le possibili interazioni tra Tursiopi e attività di pesca, ed ha come obbiettivo trovare delle soluzioni che tutelino la specie ma anche l’attività di pesca che ha profonde radici nella tradizione di questa regione.
File
Nome file | Dimensione |
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cap0_Int...zione.pdf | 36.03 Kb |
cap10_bi...rafia.pdf | 44.27 Kb |
cap1_La_...tudio.pdf | 613.09 Kb |
cap2_Il_Tursiope.pdf | 3.84 Mb |
cap3_L_a...pesca.pdf | 3.31 Mb |
cap4_L_a...cerca.pdf | 1.07 Mb |
cap5_Mat...etodi.pdf | 1.00 Mb |
cap6_Lo_...cerca.pdf | 55.61 Kb |
cap7_Risultati.pdf | 1.21 Mb |
cap8_Com...sioni.pdf | 53.91 Kb |
cap9_Appendice.pdf | 2.29 Mb |
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