Tesi etd-06172021-135231 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BUTTO', VANESSA
URN
etd-06172021-135231
Titolo
Quale dieta nel paziente anziano?
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Bellini, Massimo
Parole chiave
- anziani
- diet
- dieta
- nutrizione
Data inizio appello
07/07/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/07/2091
Riassunto
Il paziente anziano è un soggetto particolarmente fragile. Durante l’invecchiamento si verificano cambiamenti anatomofisiologici nell’organismo che spiegano sia la progressiva riduzione dell’efficienza delle prestazioni che le manifestazioni cliniche delle malattie nel soggetto anziano. Con l’avanzare dell’età si presentano le malattie croniche, spesso multiple e condizionano la crescente vulnerabilità e fragilità dell’anziano. Un buon piano alimentare deve essere il più possibile personalizzato, deve tenere conto delle patologie, dei gusti, delle possibilità economiche e delle abitudini del paziente. Tuttavia ci sono alcune indicazioni generali.
Per i soggetti anziani alla base della piramide alimentare è presente l’acqua (almeno 8 bicchieri al giorno) che dipende anche dall’attività fisica svolta dall'individuo, dai farmaci e dalla funzione renale. L’anziano, però ha una riduzione della sete e una diminuita capacità di risparmiare acqua e tutto ciò porta ad un aumento del rischio di disidratazione. Fondamentale inoltre, risulta l’apporto di fibre attraverso l’assunzione di adeguate quantità di cereali integrali, frutta, verdura e legumi.
Il piano alimentare deve essere elaborato tenendo conto dei problemi presenti negli anziani quali: difficoltà di masticazione, alterazione nella percezione del gusto e disfagia.
L’introito calorico totale dovrebbe essere suddiviso in tre pasti non abbondanti per rendere meno complicata la digestione e due spuntini leggeri.
Per i soggetti anziani alla base della piramide alimentare è presente l’acqua (almeno 8 bicchieri al giorno) che dipende anche dall’attività fisica svolta dall'individuo, dai farmaci e dalla funzione renale. L’anziano, però ha una riduzione della sete e una diminuita capacità di risparmiare acqua e tutto ciò porta ad un aumento del rischio di disidratazione. Fondamentale inoltre, risulta l’apporto di fibre attraverso l’assunzione di adeguate quantità di cereali integrali, frutta, verdura e legumi.
Il piano alimentare deve essere elaborato tenendo conto dei problemi presenti negli anziani quali: difficoltà di masticazione, alterazione nella percezione del gusto e disfagia.
L’introito calorico totale dovrebbe essere suddiviso in tre pasti non abbondanti per rendere meno complicata la digestione e due spuntini leggeri.
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