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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06172020-205725


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NASTASI, ANTONELLA
URN
etd-06172020-205725
Titolo
«Corriere della Sera» e «la Repubblica» davanti all'ascesa di Silvio Berlusconi (1994)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Banti, Alberto Mario
Parole chiave
  • Berlusconi media giornali
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/07/2060
Riassunto
Il presente lavoro si pone come obiettivo quello di esaminare in che modo due quotidiani di informazione quali il «Corriere della Sera» e «la Repubblica» abbiano raccontato ai lettori il 1994 di Silvio Berlusconi nelle sue vicende fondamentali; e questo sia da un punto di vista cronologico che attraverso alcune lenti con cui il personaggio in questione è stato inquadrato, raccontato, e comunque posto al centro delle vicende politiche (perché in realtà lo era). Il '94 di Silvio Berlusconi è stato l'anno che ha segnato il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, dal crollo del sistema dei partiti avvenuto con la vicenda di Mani Pulite, all'inizio dell'epoca del bipolarismo. Nel compiere tale analisi si è cercato di inquadrare la problematica all'interno di un contesto più ampio e complesso, ossia quello di una democrazia occidentale nella quale i mass media hanno assunto un ruolo principe nella vita delle persone, come singoli e come comunità, come esseri umani e come cittadini, come consumatori e come elettori. In tale sistema, in Italia, i cittadini detengono la sovranità all'interno di una Repubblica costituzionale, sebbene poi questa sovranità si declini e si esplichi attraverso un Parlamento che frequentemente esercita il suo potere per legislazioni differite (decreti legge e decreti legislativi quasi sempre preferiti alla legge ordinaria), nonché frequenti crisi di governo dovute alle instabilità delle alleanze parlamentari; a questo corrisponde spesso un ampio disinteresse, talvolta volontario, della popolazione alle vicende politiche del Paese. E i giornali, parte integrante, addirittura fondante del sistema mediatico, sono a loro volta inseriti in un sistema economico-finanziario da cui dipende nella quasi totalità dei casi la loro sopravvivenza, in cui la pubblicita è la formula cardine di un bilancio in positivo e dove la concorrenza dei modelli, degli stili e del peso della televisione privata - conditi da una spregiudicata condotta spesso ai limiti della legalità - ha giocato e gioca ancora oggi (seppur in misura forse ridotta dopo l'avvento e il predominio del web) un ruolo di forte concorrenza e depauperamento della domanda da parte del pubblico lettore.
Per compiere tale disamina sono state utilizzate quali fonti primarie le pagine dei quotidiani in questione, dal 1 gennaio 1994 al 12 dicembre 1994, reperite per quanto riguarda «la Repubblica» in un cd-rom pubblicato dallo stesso giornale nel 2001 e inserito nella collana "Gli anni de «la Repubblica»"; esso raccoglie, integralmente, il contenuto degli articoli dell'annata del giornale, consentendo la ricerca attraverso vari metodi tra cui l'utilizzo di parole chiave o il nome del giornalista; per quanto riguarda «il Corriere della Sera», lo stesso tipo di ricerca è stato effettuato attraverso lo strumento dell'archivio storico messo a disposizione sul web dalla stessa testata giornalistica, che consente anch'esso di accedere a tutti gli articoli pubblicati. Questo tipo di ricerca è stato a tratti faticoso ma anche estremamente interessante, mi ha proiettato in un mondo per me non del tutto consueto, quello del giornale quotidiano, facendomi letteralmente sperimentare il carattere della quotidianità delle notizie (per quanto lontane nel tempo), della diacronicità della narrazione giornalistica, e del confronto tra fonti, sia dal punto di vista del contenuto che dello stile e del linguaggio adoperato; mi ha inoltre permesso di misurare la mia capacità di analisi critica nei riguardi di articoli scritti da penne importanti del giornalismo italiano, talvolta con piacere talaltra con un po' di noia o fastidio, ma proprio per questo non meno importanti da considerare.
Per quanto concerne il dibattito storiografico relativo al tema del presente lavoro, non ho rintracciato dei testi che abbiano direttamente condotto una ricerca specifica in tal senso, ossia dell'analizzare da vicino esclusivamente il rapporto tra uno o più quotidiani di informazione e la figura di Silvio Berlusconi o di un altro personaggio politico; i testi che ho consultato e utilizzato hanno semmai fruito delle fonti giornalistiche per ricostruire gli avvenimenti storici; o ancora per parlare dello stretto legame tra Silvio Berlusconi e i media e le ripercussioni che questo ha avuto sulla democrazia, per via del suo eclatante caso di conflitto di interessi. A tali argomenti si fa infatti ampio riferimento e si dedica attenta discussione in saggi dedicati al profilo politico dell'imprenditore lombardo divenuto, a più riprese, presidente del Consiglio, nei quali si discute, anche attraverso articoli di giornale, del carattere demagogico e populista della sua figura; nel corso dell'indagine mi sono stati poi utili, oltre al testo di N. Chomsky La fabbrica del consenso e Come si legge un giornale di P. Murialdi (fondamentali perché mi hanno mostrato modalità di analisi della prosa giornalistica relativamente a specifici argomenti), altri volumi relativi al periodo in questione che hanno raccontato la storia degli ultimi cinquant'anni del nostro Paese; testi di inchieste giornalistiche, che mi hanno consentito di avere un'idea dei lati più scabrosi del personaggio (così come raccontati da quei giornalisti), e ancora testi relativi alla stampa e al giornalismo italiano, alle televisioni e, più in generale allo sviluppo, all'affermazione e all'influenza dei mass media nella società in cui viviamo. Non ultima, seppur da semplice sfondo allo studio e per un puro diletto personale c'è stata la lettura di due grandi classici della letteratura inglese quali 1984 e Il Mondo Nuovo, che non avevo ancora avuto l'occasione di leggere, e ai quali studiosi e commentatori hanno fatto riferimento nell'esposizione delle loro pensiero sul funzionamento dei media, sulla società di massa e dei consumi e sull'uso che dei mezzi di comunicazione di sua proprietà ha fatto Silvio Berlusconi.
In appendice al presente lavoro ho inserito poi la trascrizione quasi integrale (ho omesso pochissime divagazioni colloquiali) dell'intervista telefonica che ho avuto la piacevole e interessante possibilità di fare il 4 giugno 2020 a Leonardo Coen, uno degli ormai non tanti giornalisti italiani rimasti che è stato protagonista della nascita e dello sviluppo di «Repubblica»; egli mi ha generosamente raccontato, oltre che le sue considerazioni e opinioni in merito all'entrata di Berlusconi in politica, anche il punto di vista del giornale per il quale ha lavorato per oltre trent'anni, e ancora le sue opinioni su cosa debba essere il giornalismo in una democrazia, permettendomi inoltre di confermare o di chiarire alcune considerazioni cui ero giunta dalla lettura ragionata degli articoli.
Il presente lavoro si articola in quattro capitoli. I primi due, esponendo teorie, concetti, normative di riferimento, avvenimenti, considerazioni e riflessioni sulle tematiche qui trattate, hanno come proposito quello di fare da sfondo ai successivi, che danno invece specificamente spazio alla disamina degli articoli dei due quotidiani. Eccone un brevissimo resoconto.
Nel primo capitolo mi preoccupo di chiarire quale sia il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa nelle società democratiche, dapprima esponendo le principali teorie della comunicazione di massa succedutesi dalla fine del XVIII secolo ad oggi, poi analizzando il modello di propaganda elaborato da Noam Chomsky e come sia stata inquadrata una sua eventuale applicazione ai media italiani degli anni '90; successivamente mi sono posta la non secondaria questione se in un sistema estremamente caratterizzato dalla presenza dei media il giornalismo abbia ancora un compito e quale nel mantenimento della democrazia.
Nel secondo capitolo ho raccontato le principali vicende della stampa italiana così come si è trasformata dopo l'avvento delle televisioni private; il ruolo rilevante della pubblicità in tali vicende, il modo in cui si è strutturato il sistema editoriale italiano e ho fornito brevi cenni storici e di proprietà sui due quotidiani in questione, con riferimento alla vicenda del Lodo Mondadori.
Nel terzo e nel quarto capitolo ho provato a raccontare 'l'epopea' berlusconiana del 1994 attraverso le parole del «Corriere» e di «Repubblica», dapprima seguendo una linea temporale, cercando di porre in rilievo le differenti posizioni, modalità espressive, toni dei due giornali; nel fare questo mi sono preoccupata, se possibile, di mantenere un equilibrio circa il numero degli articoli tra un giornale e l'altro, laddove la sperequazione in tal senso è stata invece indice di un diverso interessamento del giornale a un dato argomento. Nel quarto e ultimo capitolo ho analizzato i testi giornalistici da un punto di vista 'categoriale': quali immagini sono state offerte, descritte, narrate di Silvio Berlusconi e quale immaginario ne è emerso o di quale immaginario esse siano state lo specchio; come il mutamento di linguaggio affermatosi coi politici della seconda Repubblica e con Berlusconi in particolare sia stato raccontato e quanto il suo essere imprenditore sia stato visto da lui stesso e dai commentatori come 'marchio d'azienda' del suo nuovo partito; infine, come i due i giornali abbiano presentato la questione del conflitto di interessi e dei primi coinvolgimenti giudiziari di Berlusconi.
«Corriere della Sera» e «Repubblica» hanno certamente raccontato gli stessi accadimenti del 1994 relativi a Silvio Berlusconi, ma il modo in cui lo hanno fatto, l'insistere su alcune vicende o meno, lo stile narrativo, l'intonazione che traspare dalle parole utilizzate, vogliono certamente avere un impatto diverso sul lettore, o ancora intendono rivolgersi a differenti tipologie di pubblico. Silvio Berlusconi, le sue vicende politiche e personali, la sua figura sono stati raccontati da due punti di vista differenti. E questo emerge talvolta chiaramente, talaltra tra le righe, dagli stralci degli articoli riportati, tenuto sempre e comunque conto delle dinamiche sociali, mediatiche, economiche, proprietarie, sociali a cui sopra si è fatto riferimento e che, come in un mosaico multisfaccettato, fanno da tasselli che concorrono a ricostruire l'argomento oggetto del presente lavoro.











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