Tesi etd-06172020-195657 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LOGUERCIO, SARA ELVIRA
URN
etd-06172020-195657
Titolo
Caratterizzazione e gestione come rifiuti delle terre e rocce da attività di ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE AMBIENTALI
Relatori
relatore Zanchetta, Giovanni
correlatore Lolli, Ilaria
correlatore Ghezzi, Lisa
correlatore Lolli, Ilaria
correlatore Ghezzi, Lisa
Parole chiave
- caratterizzazione
- lisciviazione
- pericolosità
- rifiuti
- smaltimento
- terre e rocce
- terre e rocce da scavo
- voci a specchio
Data inizio appello
10/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/07/2090
Riassunto
Questa tesi prende in esame la gestione di alcuni materiali di scarto prodotti dal Dipartimento di Scienze della Terra, ed in particolare di quelli che risultano dalle attività di campagna svolte da coloro che afferiscono al Dipartimento di Scienze della Terra per finalità di studio e di ricerca.
Si tratta di materiali molto eterogenei, che comprendono terra, rocce, campioni di suolo, carotaggi, sedimenti fluviali e frammenti di monumenti e che ad oggi vengono gestiti come rifiuti speciali non pericolosi. A questo scopo, sono tenuti in deposito temporaneo in due contenitori da circa 500 kg ciascuno in una stanza apposita del dipartimento.
Dal Formulario di Identificazione Rifiuti degli ultimi due anni è emerso che i rifiuti sono classificati con codice CER 17 05 04 - rocce e terre, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03*.
Il codice 17 05 04 è una voce a specchio. Questo significa che il materiale raccolto, per essere classificato correttamente, necessita di approfondite analisi per capire se contiene o meno sostanze o composti pericolosi, perché in tal caso il codice corretto sarebbe: 17 05 03* - terre e rocce contenenti sostanze pericolose.
Lo studio si divide in:
-una parte teorica, in cui è stata condotta una ricerca relativa alla normativa vigente applicabile al caso di specie;
-una parte di laboratorio relativa allo svolgimento di analisi chimiche e di interpretazione dei dati.
Obiettivo della tesi è quello di ricostruire il quadro normativo relativo alla gestione di tali materiali, di effettuarne caratterizzazione, di verificare la rispondenza delle procedure seguite a quanto richiesto dalle norme vigenti ed infine, se del caso, di definire eventualmente delle linee guida per una corretta classificazione e gestione di tale tipologia di rifiuti da parte del Dipartimento, anche in vista di un loro eventuale recupero.
Di seguito sono descritte le principali attività svolte durante lo studio, con l’indicazione della normativa di riferimento:
- attività di campionamento rifiuti: eseguita ai sensi della normativa UNI EN 10802;
- caratterizzazione rifiuti:
- determinazione dei composti presenti all'interno dei rifiuti e assegnazione della classe e categoria di pericolo: regolamento CLP n. 1272/2008 e inventario ECHA;
- assegnazione delle caratteristiche di pericolosità, da HP1 a HP 15 ai rifiuti: regolamento n.1357/2004;
- determinazione di composti organici (POP): regolamento (UE) n. 1021/2019.
- assegnazione codice CER: decisione 2000/532/CE e succ. mod.
- individuazione della tipologia di discarica (per rifiuti inerti, non pericolosi o pericolosi) alla quale si dovrebbero in ipotesi conferire i rifiuti prodotti; D.lgs n.36/2003 e normativa di attuazione, ossia D.M 27/09/2010, così come modificato da D.M 24/06/2015.
Sulla base dell’analisi della normativa vigente e dello studio condotto, è parso utile predisporre delle linee guida, con lo scopo di consentire la corretta gestione del materiale prodotto dal Dipartimento.
La prima attività svolta per il raggiungimento degli obiettivi è stata quella del campionamento, dal quale si sono ottenuti in tutto quattro campioni:
- per il contenitore 1: un campione composito rappresentativo della categoria dei “granulari” (granulare 1) e un campione composito rappresentativo della categoria dei rifiuti “apparentemente monolitici o massivi” (massivo 1).
- per il contenitore 2: un campione composito rappresentativo della categoria dei “granulari” (granulare 2) e un campione composito rappresentativo della categoria dei rifiuti “apparentemente monolitici o massivi” (massivo 2).
Dalle analisi chimiche è emerso che i rifiuti, soprattutto il campione massivo 2 sono ricchi di ferro, stronzio, bario, manganese, zinco e mercurio.
Ai fini della pericolosità sono stati presi in esame i composti peggiori presumibilmente presenti nel materiale; dalla loro valutazione è emerso che in alcuni campioni i composti superano i valori limite per le proprietà pericolose HP4 e HP14, in particolare:
- i campioni massivo 1 e massivo 2 hanno proprietà irritanti (HP4);
- il campione massivo 2 è ecotossico (HP14), quindi pericoloso per uno o più comparti ambientali.
Di conseguenza, ragionando per contenitori separati:
- il contenitore 1 contiene rifiuti pericolosi di tipo HP4, questa proprietà è conferita dal campione massivo 1 per le alte concentrazioni di solfato di ferro;
- il contenitore 2 contiene rifiuti pericolosi di tipo HP4 e HP14, questa proprietà è conferita dal campione massivo 2, rispettivamente, per le alte concentrazioni di solfato di ferro e per le alte concentrazioni di ossido di zinco.
Siccome all'interno dei due contenitore le due tipologie di rifiuto vengono raccolte insieme, contrariamente a quanto emerso dalla consultazione del FIR, i rifiuti devono essere classificati come rifiuti speciali con codice CER 170503* - terre e rocce contenenti sostanze pericolose.
Il fatto che i rifiuti siano pericolosi comporta che il Dipartimento di Scienze della Terra debba redigere alcuni documenti essenziali previsti per la gestione dei rifiuti speciali pericolosi: FIR, Formulario di Identificazione Rifiuti, Registro di Carico e Scarico e MUD.
Infine, in seguito al confronto dei limiti previsti dal DM 27/09/2010 con i risultati ottenuti tramite ICP-MS è stato stabilito che, in base agli analiti analizzati, i rifiuti dovrebbero essere conferiti in discarica per rifiuti non pericolosi. Questo risultato può sembrare in contrasto con le proprietà pericolose dei rifiuti; a tal proposito si ricorda che, la pericolosità viene calcolata sulla base dei composti che sono presenti nei rifiuti, mentre invece per lo smaltimento in discarica si fa riferimento alla concentrazione degli elementi che i rifiuti, a contatto con un possibile percolato possono rilasciare. Tuttavia, questo è un compito che spetta al gestore dell’impianto di discarica, quindi il Dipartimento non è tenuto ad effettuare questa procedura.
I risultati ottenuti dalle analisi svolte sono riferiti solo ed esclusivamente al materiale campionato in data 31/01/20, il materiale raccolto nei contenitori varia nel tempo, in futuro le analisi dei rifiuti potrebbero rivelare risultati completamente opposti a quelli di questo studio, pertanto si consiglia di effettuare la caratterizzazione almeno due/tre volte l’anno oppure quando cambia la tipologia dei rifiuti raccolti.
Si tratta di materiali molto eterogenei, che comprendono terra, rocce, campioni di suolo, carotaggi, sedimenti fluviali e frammenti di monumenti e che ad oggi vengono gestiti come rifiuti speciali non pericolosi. A questo scopo, sono tenuti in deposito temporaneo in due contenitori da circa 500 kg ciascuno in una stanza apposita del dipartimento.
Dal Formulario di Identificazione Rifiuti degli ultimi due anni è emerso che i rifiuti sono classificati con codice CER 17 05 04 - rocce e terre, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03*.
Il codice 17 05 04 è una voce a specchio. Questo significa che il materiale raccolto, per essere classificato correttamente, necessita di approfondite analisi per capire se contiene o meno sostanze o composti pericolosi, perché in tal caso il codice corretto sarebbe: 17 05 03* - terre e rocce contenenti sostanze pericolose.
Lo studio si divide in:
-una parte teorica, in cui è stata condotta una ricerca relativa alla normativa vigente applicabile al caso di specie;
-una parte di laboratorio relativa allo svolgimento di analisi chimiche e di interpretazione dei dati.
Obiettivo della tesi è quello di ricostruire il quadro normativo relativo alla gestione di tali materiali, di effettuarne caratterizzazione, di verificare la rispondenza delle procedure seguite a quanto richiesto dalle norme vigenti ed infine, se del caso, di definire eventualmente delle linee guida per una corretta classificazione e gestione di tale tipologia di rifiuti da parte del Dipartimento, anche in vista di un loro eventuale recupero.
Di seguito sono descritte le principali attività svolte durante lo studio, con l’indicazione della normativa di riferimento:
- attività di campionamento rifiuti: eseguita ai sensi della normativa UNI EN 10802;
- caratterizzazione rifiuti:
- determinazione dei composti presenti all'interno dei rifiuti e assegnazione della classe e categoria di pericolo: regolamento CLP n. 1272/2008 e inventario ECHA;
- assegnazione delle caratteristiche di pericolosità, da HP1 a HP 15 ai rifiuti: regolamento n.1357/2004;
- determinazione di composti organici (POP): regolamento (UE) n. 1021/2019.
- assegnazione codice CER: decisione 2000/532/CE e succ. mod.
- individuazione della tipologia di discarica (per rifiuti inerti, non pericolosi o pericolosi) alla quale si dovrebbero in ipotesi conferire i rifiuti prodotti; D.lgs n.36/2003 e normativa di attuazione, ossia D.M 27/09/2010, così come modificato da D.M 24/06/2015.
Sulla base dell’analisi della normativa vigente e dello studio condotto, è parso utile predisporre delle linee guida, con lo scopo di consentire la corretta gestione del materiale prodotto dal Dipartimento.
La prima attività svolta per il raggiungimento degli obiettivi è stata quella del campionamento, dal quale si sono ottenuti in tutto quattro campioni:
- per il contenitore 1: un campione composito rappresentativo della categoria dei “granulari” (granulare 1) e un campione composito rappresentativo della categoria dei rifiuti “apparentemente monolitici o massivi” (massivo 1).
- per il contenitore 2: un campione composito rappresentativo della categoria dei “granulari” (granulare 2) e un campione composito rappresentativo della categoria dei rifiuti “apparentemente monolitici o massivi” (massivo 2).
Dalle analisi chimiche è emerso che i rifiuti, soprattutto il campione massivo 2 sono ricchi di ferro, stronzio, bario, manganese, zinco e mercurio.
Ai fini della pericolosità sono stati presi in esame i composti peggiori presumibilmente presenti nel materiale; dalla loro valutazione è emerso che in alcuni campioni i composti superano i valori limite per le proprietà pericolose HP4 e HP14, in particolare:
- i campioni massivo 1 e massivo 2 hanno proprietà irritanti (HP4);
- il campione massivo 2 è ecotossico (HP14), quindi pericoloso per uno o più comparti ambientali.
Di conseguenza, ragionando per contenitori separati:
- il contenitore 1 contiene rifiuti pericolosi di tipo HP4, questa proprietà è conferita dal campione massivo 1 per le alte concentrazioni di solfato di ferro;
- il contenitore 2 contiene rifiuti pericolosi di tipo HP4 e HP14, questa proprietà è conferita dal campione massivo 2, rispettivamente, per le alte concentrazioni di solfato di ferro e per le alte concentrazioni di ossido di zinco.
Siccome all'interno dei due contenitore le due tipologie di rifiuto vengono raccolte insieme, contrariamente a quanto emerso dalla consultazione del FIR, i rifiuti devono essere classificati come rifiuti speciali con codice CER 170503* - terre e rocce contenenti sostanze pericolose.
Il fatto che i rifiuti siano pericolosi comporta che il Dipartimento di Scienze della Terra debba redigere alcuni documenti essenziali previsti per la gestione dei rifiuti speciali pericolosi: FIR, Formulario di Identificazione Rifiuti, Registro di Carico e Scarico e MUD.
Infine, in seguito al confronto dei limiti previsti dal DM 27/09/2010 con i risultati ottenuti tramite ICP-MS è stato stabilito che, in base agli analiti analizzati, i rifiuti dovrebbero essere conferiti in discarica per rifiuti non pericolosi. Questo risultato può sembrare in contrasto con le proprietà pericolose dei rifiuti; a tal proposito si ricorda che, la pericolosità viene calcolata sulla base dei composti che sono presenti nei rifiuti, mentre invece per lo smaltimento in discarica si fa riferimento alla concentrazione degli elementi che i rifiuti, a contatto con un possibile percolato possono rilasciare. Tuttavia, questo è un compito che spetta al gestore dell’impianto di discarica, quindi il Dipartimento non è tenuto ad effettuare questa procedura.
I risultati ottenuti dalle analisi svolte sono riferiti solo ed esclusivamente al materiale campionato in data 31/01/20, il materiale raccolto nei contenitori varia nel tempo, in futuro le analisi dei rifiuti potrebbero rivelare risultati completamente opposti a quelli di questo studio, pertanto si consiglia di effettuare la caratterizzazione almeno due/tre volte l’anno oppure quando cambia la tipologia dei rifiuti raccolti.
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