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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06172020-181245


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SENTIERI, GIANLUCA
URN
etd-06172020-181245
Titolo
Il Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza: i nuovi assetti organizzativi, amministrativi e contabili per le micro e piccole imprese
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Greco, Giulio
Parole chiave
  • fallimento
  • crisi
  • emergenza sanitaria
  • Covid-19
  • assetti organizzativi amministrativi e contabili
  • PMI
  • Coronavirus
  • Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza
Data inizio appello
06/07/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
L’attuale apparato imprenditoriale italiano vede l’82% dei lavoratori impiegato in PMI, che rappresentano il 92% delle imprese attive. Esso è attualmente fortemente condizionato dalla pandemia di Coronavirus che ha pesantemente colpito l’Italia e messo alle strette la maggior parte delle imprese, molte delle quali sono state costrette a fermare la propria attività. Per non appesantire un sistema già in grande difficoltà con uno strumento normativo del tutto nuovo e mai testato, si è deciso di rimandare l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCI), che sarebbe dovuto entrare in vigore il 15 agosto 2020, al 1° settembre 2021.
Il CCI si occupa di riformare drasticamente l’apparto normativo che disciplina la crisi d’impresa, raggruppando in un unico testo normativo norme attualmente sparse in diverse leggi. Esso introduce la definizione di un unico modello processuale per l’accertamento dello stato di crisi o di insolvenza del debitore, predispone il superamento del termine “fallimento” e la sua sostituzione con il neologismo “liquidazione giudiziale” e prevede un sistema di strumenti diagnostici (di allerta) che consentono di intercettare precocemente la crisi; la nuova disciplina è quindi orientata sulla prevenzione della crisi prima che questa sfoci in insolvenza conclamata, lasciando più ampio spazio alle trattative private rispetto alle soluzioni giudiziarie.
Inoltre, tramite il CCI viene modificato l’art. 2086 del codice civile, introducendo l’obbligo per l’imprenditore di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa. Viene modificato anche l’art. 2477 del codice civile, che ora prevede limiti dimensionali più bassi per l’obbligo di nomina del revisore o dell’organo di controllo nelle società a responsabilità limitata. Tutto questo finalizzato anche a garantire anche un generale miglioramento nella gestione dell’impresa.
Tuttavia, sono molteplici i dubbi, le perplessità e le incertezze che accompagnano l’introduzione di questa nuova disciplina, in particolare per quanto riguarda i costi che le imprese saranno costrette a sostenere, l’eccessiva macchinosità dei meccanismi di prevenzione e di accesso all’OCRI e il necessario cambio di mentalità che gli imprenditori, anche i più piccoli, saranno chiamati a mettere in pratica.
Il meccanismo di strumenti di allerta e di prevenzione della crisi introdotto con la nuova normativa è stato predisposto al fine di incentivarne l’emersione anticipata e di agevolare lo svolgimento di trattative fra debitore e creditori, attraverso procedimenti snelli e veloci, di natura completamente stragiudiziale, mirando a preservare sia l’interesse dei creditori che quello dell’intero sistema socio-economico. Tali strumenti di allerta si sostanziano negli obblighi di segnalazione agli amministratori posti a carico degli organi di controllo societari, del revisore contabile, della società di revisione e dei creditori pubblici qualificati. In caso in cui, in seguito alla segnalazione, non siano state adottate misure adeguate al superamento dello stato di crisi, tali soggetti sono tenuti a informare senza indugio l’Organismo di Composizione della Crisi d’Impresa (OCRI).
A completamento del suddetto sistema di allerta è stato incaricato il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) di elaborare appositi indici atti a presumere ragionevolmente la presenza di un eventuale stato di crisi.
Nel predisporre un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, l’imprenditore dovrà implementare un sistema capace di garantire un incessante monitoraggio della sussistenza della continuità aziendale e atto a cogliere i primi segnali della comparsa di un’eventuale crisi, predisposto in particolare al controllo costante della sussistenza dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale e del sopraggiungere di eventi estranei al sistema dei valori di bilancio e della contabilità, allarmando il management prima che le difficoltà diventino irreversibili.
Tutto questo rappresenta una grande opportunità per implementare e diffondere all’interno delle imprese una cultura del controllo e della prevenzione finalizzata anche a portare indiretti benefici a tutto l’apparato gestionale. Lo sforzo più grande è richiesto all’insieme delle micro e piccole imprese, che devono più delle altre mettere in atto un drastico cambio di mentalità, e che verosimilmente saranno le meno preparate nell’adozione di certi strumenti di controllo e di prevenzione del rischio. Sarà per questo fondamentale la figura del consulente d’impresa, che dovrà affiancare questi soggetti nel processo di adattamento alla nuova disciplina.
Sono state così analizzate cinque imprese di dimensioni estremamente ridotte, al fine di stabilire come in queste realtà debbano essere attuati i nuovi obblighi richiesti dal CCI. I risultati hanno però evidenziato come queste società presentino ancora una struttura inadeguata al monitoraggio del proprio stato di salute e saranno quindi costrette a intraprendere un drastico cambio di mentalità nel modo di gestire l’attività, oltre che costrette a sostenere nuovi e ulteriori costi dai quali non sempre deriveranno evidenti benefici.
Infine, è stata valutata la capacità delle cinque imprese analizzate di riuscire a superare la situazione di emergenza causata dalla pandemia di Coronavirus, trasponendo i risultati ottenuti precedentemente in un contesto “normale” in una situazione del tutto anomala. È emerso così che le imprese che riusciranno a sopravvivere saranno soltanto quelle già dotate di buoni fondamentali e il cui settore economico non risulterà troppo penalizzato dalla crisi. È in tale contesto che è stato deciso di rinviare il CCI: sarà comunque da valutare, una volta che questo entrerà in vigore, se le imprese, già stremate dalla pandemia, saranno in grado di trarre beneficio dai nuovi adempimenti richiesti, o se questi costituiranno soltanto ulteriori oneri, a questo punto insostenibili.
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