ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06172013-194004


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DE GIORGI, FRANCESCO
URN
etd-06172013-194004
Titolo
Polibio e i re ellenistici
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof. Virgilio, Biagio
Parole chiave
  • Polibio
  • ellenismo
  • storia
  • greca
  • antica
  • roma
  • re
  • regalità
  • storiografia
Data inizio appello
01/07/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente studio nasce dall'esigenza, personale e spero condivisibile, di approfondire gli eventi politico-militari che interessarono le civiltà mediterranee nell'arco di tempo compreso tra la seconda metà del III e la prima metà del II sec. a.C. e che sancirono, una volta per tutte, l'inarrestabile ascesa di Roma a potenza universale del mondo antico. La memoria del processo storico che condusse a questo cambiamento epocale è indissolubilmente legata al nome di Polibio di Megalopoli.
Le sue storie, in 40 libri, non narrano semplicemente gli eventi dal 264 a.C. al 146 a.C., ma si prefiggono soprattutto lo scopo di divenire un utile strumento di valutazione a vantaggio dei lettori, presenti e futuri, che sapranno coglierne l'utilità.
Questa impostazione teleologica dell'opera polibiana, ne costituisce il punto di maggior forza, se si pensa al fatto che Polibio fu, al tempo stesso, l'ultimo grande storico greco e il primo della Grecia conquistata.
Egli individua nell'ascesa di Roma un carattere di eccezionalità (τό παράδοξον τῶν πράξεων) che lo convince a documentarne non solo lo sviluppo, ma anche a investigarne le cause.
A questo si aggiunga che, quello di Polibio, è il resoconto di un vinto che ammette la grandezza del vincitore.
Avvicinarmi allo studio delle Storie, dunque, mi ha portato alla naturale conclusione che per comprendere il mondo Mediterraneo al tempo delle conquiste della Roma repubblicana, bisogna comprendere Polibio.
Sono partito, allora, dallo studio della fortuna dell'opera polibiana, dal mondo antico fino ai giorni nostri, cercando di valutare il peso dell'insegnamento lasciato in eredità dallo storico. Sono passato in seguito all'analisi della storia degli studi moderni sull'opera, indispensabile per potersi approcciar al testo e alle sue problematiche. Ho affrontato, quindi, la questione legata alla discrepanza tra le due parti programmatiche dell'opera, rapportando lo sviluppo compositivo delle Storie agli eventi che contrassegnarono la vita di Polibio.
Da questo punto in poi, mi è parso necessario approfondire il modo in cui lo storico ci ha riferito gli eventi e soprattutto il valore del suo parere su di essi. In altre parole, ho notato che l'approccio più produttivo all'opera polibiana non è dato tanto dallo studio del suo metodo storiografico e delle sue dichiarazioni programmatiche, quanto soprattutto dalla sua riflessione politica, profondamente legata alla dialettica causa-effetto. La storia di Polibio è soprattutto una storia politica ed è una storia politica perché è fatta da uomini politici. Gli eventi storici, per Polibio, sono, al tempo stesso, causa e conseguenza delle predisposizioni umane, vale a dire delle forme e dei metodi con cui si gli uomini vivono e amministrano il potere nella società. In parole più semplici, l'evento storico è l'atto in cui si estrinsecano i valori costituzionali ed etici di un popolo.
Il giudizio di Polibio dunque può essere letto al pari di un fatto storico perché deriva da un fatto storico. C'è, però, una differenza sostanziale: che il giudizio viene espresso sempre in conseguenza dell'evento e sempre da un solo punto di vista che è quello di chi lo esprime. E' necessario dunque, comprendere quale sia il punto di vista di Polibio per comprendere i suoi giudizi sugli eventi. E per fare questo, è indispensabile rapportare le Storie al resoconto degli altri storici a lui contemporanei e al tempo stesso alle fonti ufficiali.
Riguardo al punto di vista di Polibio, mi sono interrogato sul binomio Roma-Grecia con cui si è soliti valutare la sua opera. Partendo da qui, ho ripreso, poi, la suggestiva immagine evocata dal prof. Virgilio2 e ho cercato di approfondire le storie di Polibio nella loro tridimensionalità, composta oltre che da Roma e dalla Lega Achea anche dai regni ellenistici. Sono proprio i regni ellenistici che occupano la parte più importante del mio lavoro, dal momento che contro i re ellenistici Polibio scaglia le sue saette più pungenti e espone quindi la maggior parte dei suoi giudizi negativi. Ho esaminato in particolare le critiche riservate alla nuova generazione di re che subentrò al potere nel corso della 139a Olimpiade (224-220 a.C.), contenute nel V libro delle Storie. Successivamente, ho voluto fare un rapido excursus delle altre sentenze, questa volta positive, che Polibio emana nei confronti dei re “buoni”, per lo più alleati di Roma. La conclusione della mia analisi si ricollega al punto di partenza: la rivoluzione politica del Mediterraneo legata all'ascesa di Roma, non viene semplicemente registrata da Polibio, ma viene soprattutto pensata.





File