• protesi di rivestimento

La protesi d’anca è, tra gli impianti protesici quello maggiormente effettuato e di maggior successo in campo ortopedico. Gli ottimi risultati ottenuti grazie alle moderne protesi e alle tecniche chirurgiche sempre più mininvasive sono documentati dalle evidenze scientifiche.
Anche nel paziente giovane affetto da artrosi dell’anca la chirurgia protesica e la tecnologia hanno fatto passi da gigante, la soluzione in questi casi sono le protesi di rivestimento.
Esse si differenziano dalle tradizionali protesi per il sistema di ancoraggio dello stelo femorale dove nelle protesi standard, viene impiantato nel canale midollare femorale dopo aver sezionato il collo del femore ad una distanza di 1,5 cm dal piccolo trocantere; di contro la componente femorale della protesi di rivestimento è una semisfera che appunto “riveste” la testa femorale opportunamente preparata che si articola con la componente cotiloidea.
Caratteristica di questa protesi è l’ampia superficie articolare grazie alla presenza di grosse teste che permettono un ROM sovrapponibile a quello fisiologico ed il sistema metallo-metallo, cioè la componente cotiloidea e femorale si articolano senza alcuna interposizione, che riduce gli attriti e la produzione di ioni metallo, quest’ultimi responsabili della mobilizzazione asettica della protesi.
Questo tipo di protesi offrono quindi un alternativa alla convenzionale artroplastica di anca soprattutto in soggetti giovani ed attivi.
Descriviamo in questa tesi la nostra esperienza presso la Clinica Ortopedica della Università di Pisa riguardo il sistema delle protesi di rivestimento.
Dal 2006 a dicembre 2007 abbiamo trattato 90 pazienti di cui 75 maschi e 15 femmine con un età media di 48 anni, tutti sono stati sottoposti a valutazione clinica servendoci del sistema di valutazione Harris Hip Score ( HHS), ad attenta valutazione radiografica nel post-operatorio e a distanza, inoltre abbiamo valutato la densità ossea a distanza di un anno dal’impianto con apposito densitometro. I risultati raggiunti fino ad oggi possono essere considerati soddisfacenti tutti i pazienti trattati hanno ripreso l’attività lavorativa e sportiva precedentemente svolta, inoltre dal punto di vista dell’integrazione impianto-osso abbiamo avuto incoraggianti risultati come dimostrato dalla valutazione densitometrica.