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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06162021-140007


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SERPI, ANDREA
URN
etd-06162021-140007
Titolo
Il Principio di "continuità aziendale" nel bilancio di esercizio: riflessi normativi, responsabilità e sviluppi connessi alla crisi pandemica
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Allegrini, Marco
Parole chiave
  • going concern
  • continuità aziendale
Data inizio appello
12/07/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2091
Riassunto
La finalità che si vuol perseguire con la presente tesi è quella di analizzare a tutto tondo il fondamento e la portata del principio di continuità aziendale che, in questo particolare momento storico della vita economica, assume ancor più un’importanza essenziale nell’ottica dei possibili sviluppi che le imprese di qualsiasi settore e dimensione dovranno affrontare nell’immediato futuro.
L’analisi muove quindi dall’articolo 2423-bis del codice civile, quale cardine normativo di riferimento, sulla cui interpretazione si è sviluppato un ampio ventaglio di interventi qualificati e di confronti che hanno interessato una vasta platea di organismi sia nazionali che internazionali.
Con riferimento alla disciplina nazionale poiché, per la generica formulazione codicistica, non vi sarebbe un’univoca modalità interpretativa ed una conseguente prassi operativa, tanto da far ricadere sugli amministratori il gravoso onere di applicare correttamente il principio, è intervenuto a più riprese l’Organismo Italiano di Contabilità con la pubblicazione dei principi contabili nazionali, mediante i quali ha inteso porre l’obiettivo di disciplinare la redazione del bilancio d’esercizio, nell’ottica che la prospettiva della continuità aziendale assurga a vero e proprio postulato. E’ possibile apprezzare come tali documenti, in riferimento alla continuità aziendale, richiamino sotto più aspetti i principi contabili internazionali IAS/IFRS, emanati dallo IASB in ambito comunitario, nei quali sono dettate le linee guida del “going concern”, andando così a palesare anche l’intento di tendere sempre più ad un’armonizzazione normativa europea. Questo obiettivo è stato perseguito in parallelo anche per quanto riguarda la realizzazione e l’introduzione dei principi di revisione, redatti dapprima in ambito comunitario dallo IAASB e successivamente recepiti ed adottati nei singoli stati membri. In particolare va rilevato il principio di revisione ISA Italia 570 dedicato espressamente alla continuità aziendale, nel quale sono indicate le specifiche linee guida a cui il revisore dovrà attenersi per giungere all’espressione del proprio giudizio sul bilancio.
Tutto ciò non esaurisce il quadro di riferimento complessivo poiché recenti interventi normativi hanno profondamente ampliato il ruolo del principio di continuità, specialmente il D.Lgs. 14 gennaio 2019 n.14 che ha introdotto il testo del nuovo Codice della Crisi d’Impresa, ove per il principio in oggetto è ritagliato un vero e proprio ruolo da protagonista. Pertanto, è stato necessario approfondire come questo influisca nel portare ad evidenza un potenziale stato di crisi; nonché i risvolti operativi per tutti coloro che materialmente saranno chiamati ad assumere iniziative proattive od a vigilare sull’operato del management aziendale.
Definito a questo punto il quadro normativo di riferimento, in considerazione del diretto coinvolgimento degli organi societari, non si poteva prescindere da un’analisi più dettagliata dei doveri ed obblighi loro spettanti, dedicando un’attenzione particolare alle responsabilità che potrebbero scaturire dall’inosservanza degli stessi.
Alla luce dell’attuale contingenza economica, derivante dall’improvvisa crisi pandemica da Covid-19 scatenatasi a livello globale a partire dai primi mesi del 2020, sono stati molti gli interventi normativi adottati per arginare gli effetti negativi e potenzialmente catastrofici per il tessuto economico-imprenditoriale italiano. Questi interventi sono andati ad incidere sull’applicazione del principio di continuità sia in modo diretto, come ad esempio D.L. 8 aprile 2023 n.23, che indirettamente, rinviando la già programmata entrata in vigore dell’impianto normativo del nuovo codice della crisi d’impresa.
Per dare completezza alla trattazione, si è inoltre analizzato un caso pratico, mediante l’applicazione degli indicatori elaborati dal CNDCEC finalizzati al monitoraggio dello stato di salute delle imprese nella prospettiva di continuità. La società presa in esame e della quale sono stati analizzati i bilanci degli esercizi 2017 e 2018 è la Perini Navi S.p.a., impresa di medie dimensioni operante nel settore manifatturiero della cantieristica navale, radicata sul territorio locale avente sbocchi di mercato nel panorama globale, il cui stato di salute economico-finanziario si è rapidamente evoluto in senso negativo nel corso degli ultimi diciotto mesi, tanto da sfociare in una procedura fallimentare. Questa evoluzione delle vicende societarie ha permesso, mediante l’applicazione dei ricordati indicatori, di spingere la ricerca verso quelle indicazioni significative e rilevanti che potessero far presagire nel tempo il verificarsi di quella crisi così profonda, della quale e della cui portata non si era potuto apprezzare alcuna segnalazione o richiamo all’interno delle relazioni allegate ai bilanci, ivi comprese quelle della società di revisione incaricata.
Ritornando al tema del rinvio dell’introduzione del Codice della crisi si evidenzia che l’attuale situazione e la posticipazione dell’entrata in vigore risultano solamente misure transitorie che verranno meno, non appena l’orizzonte della curva epidemiologica tenderà a lasciar presumere un definitivo ritorno alla normalità, e che quindi le imprese si troveranno a dover rielaborare il proprio sistema di controllo interno in un arco temporale, ci auguriamo, quanto più breve possibile.
Su questa argomentazione s’incentra la conclusione della trattazione in oggetto, esponendo riflessioni sul quadro economico attuale di riferimento ed i possibili concreti sviluppi futuri. In questa ottica si inquadra anche la recente nomina di una commissione ad opera del Ministero della Giustizia, per procedere ad ulteriori valutazioni sulla normativa che compone l’attuale testo del CCI, nell’ottica di una complessiva rivisitazione destinata essenzialmente non più ad un semplice rinvio, ma piuttosto alla riformulazione di quelle parti che, qualora entrassero in vigore con l’attuale testo, probabilmente risulterebbero non più adeguate al presente contesto economico e potrebbero generare imprevedibili problematiche e conseguenze per le imprese sia dal punto di vista normativo che, sotto l’aspetto prettamente operativo ed applicativo.
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