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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06162020-175201


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
KUME, KRISTI
URN
etd-06162020-175201
Titolo
Estrazione della sporopollenina tramite liquidi ionici
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE
Relatori
relatore Pomelli, Christian Silvio
correlatore D'Andrea, Felicia
Parole chiave
  • sporopollenina
  • sporopollenin
  • liquidi ionici
  • ionic liquid
Data inizio appello
08/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2090
Riassunto
I granuli pollinici rappresentano lo stadio maturo di microspore in piante che originano da semi (spermatofite). Nei fiori, all’interno delle antere vi sono contenuti i gameti maschili (polline) che una volta maturi, vengono diffusi tramite il vento ed insetti verso i pistilli (organi femminili) in altre piante in modo da raggiungere l’impollinazione. In natura i pollini appaiono altamente diversificati in termini di dimensioni, forma, porosità e superficie. Si presentano sotto forma per lo più sferica, con colorazioni che vanno dal giallo, bruno, rossiccio, bianco al verde-azzurro; aventi dimensioni da 10 μm a più di 100 μm. Sia pollini che spore sono microcapsule avvolti in una barriera avente l’importante funzione protettiva del materiale genetico fino a che non ha luogo l’impollinazione. In generale lo sporoderma è costituito da due strati di cui uno interno (intina) ed uno esterno (exina). L’intina è costituita principalmente da carboidrati come pectine e cellulosa. L’esina consiste soprattutto in sporopollenina un biopolimero costituito da carotenoidi, fenilpropanoidi e composti fenolici, materiale altamente resistente a processi di lisi e di degradazione. Ed è proprio questa porzione del polline che negli ultimi decenni ha riscosso grande interesse nel mondo accademico e scientifico che ha portato ad una vasta gamma di applicazioni dei pollini e della sporopollenina nello specifico.
Per esempio, i pollini vengono usati per l’incapsulamento di farmaci a somministrazione orale, vaccini, in cellule di lievito, in integratori come l’olio di pesce per mascherare il gusto, nella risonanza magnetica come mezzo di contrasto. Nel corso del tempo, sono state adoperate molte tecniche sia Harsh (hard) che Mild (soft), con lo scopo di ottenere unicamente la sporopollenina, un materiale straordinariamente resistente, trovato chimicamente intatto in sedimenti rocciosi di 500 milioni di anni fa, motivo per cui lo si definisce “il diamante del mondo vegetale”. Negli ultimi decenni tra i solventi utilizzati, hanno riscontrato grande interesse i liquidi ionici, costituiti da un catione organico ed un anione inorganico o organico poliatomico, già liquidi a temperatura ambiente o comunque a temperature inferiori a 100°C e presentano una viscosità relativa. Variando la porzione anionica o cationica si ottengono in questo modo liquidi ionici con diversa viscosità, conducibilità, densità, polarità, potere solvente e proprietà biologiche. Il mio progetto di tesi si è concentrato sulla sintesi di nuovi liquidi ionici per poter poi essere applicati successivamente nell’estrazione della sporopollenina dal polline. Ispirandosi ai dati in letteratura, abbiamo cercato di ideare dei trattamenti che fossero idonei ad ottenere microcapsule intere, mantenendo la loro originale forma di partenza. Sono stati utilizzati 4 differenti tipologie di liquidi ionici a base di imidazolio, ammonio e colina sottoposti a trattamenti, variando termini quali temperatura e tempo. I prodotti sono stati analizzati in spettroscopio FTIR e ai più promettenti successivamente è stata eseguita anche analisi gravimetrica termica. Il pensiero è quello di utilizzare successivamente queste microcapsule per altri scopi. Un modo è quello di riempire queste microcapsule con principi attivi/ proteine, ormoni, aminoacidi e acidi grassi in modo da essere facilmente veicolati in modo più specifico.
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