Tesi etd-06162017-105715 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
CICORA, GIULIA
URN
etd-06162017-105715
Titolo
Impatto dello screening genetico di RET sulla prevalenza dei tre fenotipi di carcinoma midollare familiare della tiroide
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Elisei, Rossella
Parole chiave
- carcinoma midollare familiare
- neoplasie endocrine multiple di tipo 2
- screening gene RET
Data inizio appello
18/07/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione: il carcinoma midollare (MTC) è un tumore raro della tiroide che si può presentare in un 25% dei casi con andamento familiare e in tal caso rappresenta la patologia principale di sindromi chiamate sindromi endocrine multiple di tipo 2. Questo gruppo di malattie si trasmette con modalità autosomica dominante ed è composto dalle sindromi MEN2A (60%), MEN2B (5%) e dal FMTC (35%). La causa genetica riconosciuta è una mutazione a carico del gene RET. Lo screening genetico di RET è entrato a far parte della pratica clinica solo a partire dagli anni ’90.
Scopo: valutare il cambiamento di distribuzione delle diverse sindromi MEN 2 dopo l’introduzione dello screening genetico di RET; analizzare l'outcome dei pazienti in base al fenotipo/genotipo; confrontare index case e familiari per quanto riguarda l'età al momento dell'intervento chirurgico, lo stadio e l'outcome finale; analizzare i gene carriers e verificare le eventuali differenze tra le raccomandazioni ATA e la pratica clinica per quanto riguarda la tiroidectomia.
Materiali e metodi: sono stati valutati i pazienti appartenenti a 165 famiglie con mutazione di RET seguite presso la U.O. di endocrinologia 1 dell’Ospedale Cisanello di Pisa e raccolti i dati clinici. I pazienti sono stati suddivisi:
a)in base al fatto che fossero gli index case (primo caso della famiglia) oppure pazienti identificati mediante screening genetico;
b)in base alle manifestazioni fenotipiche (sindrome MEN2A, MEN2B o FMTC).
Risultati: nel gruppo di studio la sindrome FMTC risulta avere una maggiore prevalenza rispetto alle altre due forme a differenza da quanto riportato in letteratura. La sindrome MEN2B ha una peggior prognosi, mentre la MEN2A e l’FMTC sono simili in termini di sopravvivenza (follow-up medio di circa 7 anni). L’outcome e la sopravvivenza sono influenzate dal tipo di mutazione germinale RET (codone 918 e codone 634 con peggior outcome). I familiari trattati perché positivi allo screening genetico risultano avere una prognosi migliore rispetto ai casi indice di ciascuna famiglia. Il monitoraggio dei valori di Ct basale e dopo stimolo con test al calcio sembra ricoprire un ruolo fondamentale nella definizione del timing dell’intervento chirurgico per i pazienti gene carriers.
Conclusioni: lo screening del gene RET ha un impatto sulla prevalenza delle tre sindromi associate a MTC familiare. Questo permette, mediante il monitoraggio dei familiari dei casi indice di migliorare l’outcome della malattia tiroidea. Tuttavia, la prognosi delle sindromi di carcinoma midollare familiare è strettamente correlato con il tipo di mutazione. Indipendentemente dall’età e dalla classe di rischio, i valori di Ct basale e dopo stimolo associati all’ecografia del collo sono i cardini del follow-up nei gene carriers.
Scopo: valutare il cambiamento di distribuzione delle diverse sindromi MEN 2 dopo l’introduzione dello screening genetico di RET; analizzare l'outcome dei pazienti in base al fenotipo/genotipo; confrontare index case e familiari per quanto riguarda l'età al momento dell'intervento chirurgico, lo stadio e l'outcome finale; analizzare i gene carriers e verificare le eventuali differenze tra le raccomandazioni ATA e la pratica clinica per quanto riguarda la tiroidectomia.
Materiali e metodi: sono stati valutati i pazienti appartenenti a 165 famiglie con mutazione di RET seguite presso la U.O. di endocrinologia 1 dell’Ospedale Cisanello di Pisa e raccolti i dati clinici. I pazienti sono stati suddivisi:
a)in base al fatto che fossero gli index case (primo caso della famiglia) oppure pazienti identificati mediante screening genetico;
b)in base alle manifestazioni fenotipiche (sindrome MEN2A, MEN2B o FMTC).
Risultati: nel gruppo di studio la sindrome FMTC risulta avere una maggiore prevalenza rispetto alle altre due forme a differenza da quanto riportato in letteratura. La sindrome MEN2B ha una peggior prognosi, mentre la MEN2A e l’FMTC sono simili in termini di sopravvivenza (follow-up medio di circa 7 anni). L’outcome e la sopravvivenza sono influenzate dal tipo di mutazione germinale RET (codone 918 e codone 634 con peggior outcome). I familiari trattati perché positivi allo screening genetico risultano avere una prognosi migliore rispetto ai casi indice di ciascuna famiglia. Il monitoraggio dei valori di Ct basale e dopo stimolo con test al calcio sembra ricoprire un ruolo fondamentale nella definizione del timing dell’intervento chirurgico per i pazienti gene carriers.
Conclusioni: lo screening del gene RET ha un impatto sulla prevalenza delle tre sindromi associate a MTC familiare. Questo permette, mediante il monitoraggio dei familiari dei casi indice di migliorare l’outcome della malattia tiroidea. Tuttavia, la prognosi delle sindromi di carcinoma midollare familiare è strettamente correlato con il tipo di mutazione. Indipendentemente dall’età e dalla classe di rischio, i valori di Ct basale e dopo stimolo associati all’ecografia del collo sono i cardini del follow-up nei gene carriers.
File
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