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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06152023-160647


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
GARBO, CARLO
URN
etd-06152023-160647
Titolo
Magnetic Resonance Fingerprinting: imaging sintetico T1-pesato per rilevare la presenza di captazioni contrastografiche patologiche
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Cosottini, Mirco
correlatore Dott.ssa Donatelli, Graziella
Parole chiave
  • risonanza magnetica
  • magnetic resonance
  • fingerprint
  • captazione
  • mezzo di contrasto
Data inizio appello
11/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2093
Riassunto
L’imaging a risonanza magnetica (RM) è uno strumento di grande rilievo in neuroradiologia in quanto non invasivo e intrinsecamente multiparametrico. Le limitazioni principali risiedono nei lunghi tempi di acquisizione, nella sensibilità al movimento del paziente e nella difficoltà di ottenere dati quantitativi in tempi di acquisizione compatibili con la pratica clinica.
Nel presente lavoro vengono confrontate le immagini T1-pesate post-contrastografiche ottenute con una sequenza di RM convenzionale con le analoghe immagini sintetiche ottenute utilizzando una tecnica innovativa di imaging quantitativo chiamata Magnetic Resonance Fingerprinting (MRF). Basata sulla variazione pseudocasuale dei parametri di scansione e sul sottocampionamento dello spazio k, l’MRF consente di ottenere le mappe dei tempi di rilassamento T1 e T2 e della densità protonica mediante un’acquisizione di pochi minuti e di sintetizzare, a partire da esse, immagini con contrasti simili a quelli dell’imaging RM convenzionale.
Obiettivo di questo lavoro è stato quello di confrontare l’MRF con l’imaging convenzionale nello studio delle lesioni captanti il mezzo di contrasto nel sistema nervoso centrale.
L’imaging sintetico ha consentito di individuare il 94% delle lesioni captanti il mezzo di contrasto evidenziate all’imaging convenzionale, arrivando alla corretta identificazione delle lesioni nel 98% dei pazienti. Sono state inoltre misurate le volumetrie delle aree tissutali captanti e confrontate tra le due tecniche. Analizzando i dati in forma aggregata e, successivamente, divisi per gruppo di patologie, il volume di tessuto captante misurato sull’imaging sintetico è risultato sovrapponibile o maggiore rispetto a quello derivato dall’imaging convenzionale.
MRF risulta quindi una promettente metodica di imaging quantitativo da cui poter ottenere immagini sintetiche caratterizzate da un elevato potere diagnostico, riducendo allo stesso tempo la durata dell’esame e la sensibilità al movimento che hanno caratterizzato fino ad ora la tecnica.
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