Tesi etd-06152016-162125 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCATENI, BIANCA
URN
etd-06152016-162125
Titolo
Studio dei prodotti del vulcano Solfatara (Campi Flegrei): ricostruzione della dinamica eruttiva
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Dott. Pistolesi, Marco
correlatore Dott.ssa Bertagnini, Antonella
correlatore Dott.ssa Bertagnini, Antonella
Parole chiave
- Campi Flegrei
- dinamica eruttiva
- vulcano Solfatara
Data inizio appello
14/07/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/07/2025
Riassunto
L’area del vulcano Solfatara (Campi Flegrei) rappresenta attualmente uno dei settori della caldera flegrea a più alta probabilità di apertura di un nuovo centro eruttivo ed è caratterizzata da intense manifestazioni idrotermali e fumaroliche. Per questo motivo rappresenta un importante sito di studio in considerazione del fatto che il tipo di vulcanismo prodotto in passato dal vulcano può essere considerato di utilità per possibili scenari in caso di futura riattivazione.
Questo lavoro di tesi è finalizzato allo studio dei depositi della Solfatara al fine di ricostruirne la dinamica eruttiva. L’eruzione, collocata all’interno della terza epoca flegrea (5.5-3.8 ka) e contemporanea all’eruzione di Averno 2, ha un età di 4.3 ka.
La prima fase è stata lo studio di campagna condotto nel Marzo 2013 e nel Giugno 2014, durante il quale sono state osservate e descritte le sezioni di tipo prossimale, mediale e distale rispetto al cratere della Solfatara, in un’area di circa 55 km2. Allo stesso tempo sono stati raccolti i campioni sui quali sono state effettuate le successive analisi.
La seconda fase è rappresentata da uno studio di laboratorio che ha compreso:
- analisi granulometriche dei campioni delle sezioni prossimali e mediali;
- analisi dei componenti tramite stereomicroscopio grazie alla quale sono state riconosciute le categorie juvenile vescicolato, juvenile denso e litici, molti dei quali sono alterati e/o idrotermalizzati ;
- caratterizzazione del materiale juvenile che ha compreso l’osservazione dei clasti in sezione sottile, misure di densità totale che hanno evidenziato valori che variano da un minimo di 0.4 g/cm3 ad un massimo di 0.8 g/cm3, analisi chimiche sia su roccia totale che sulle matrici vetrose e l’analisi di immagine. Quest’ultima, in particolare, ha consentito lo studio delle morfologie esterne dei singoli clasti di materiale juvenile (1 mm) su immagini raccolte al microscopio elettronico a scansione (prima in 3D e poi in 2D) al fine di calcolarne i principali parametri di forma. Al fine di indagare più in dettaglio i processi di frammentazione all’interno del condotto sono state inoltre studiate le tessiture dei singoli clasti: è stata calcolata la percentuale di vescicolarità (valori medi minimi di 40.17% a valori medi massimi di 57.22%) e osservata la distribuzione delle taglie delle vescicole (VSD).
Inoltre i dati di spessore dei depositi sono stati informatizzati al fine di creare un database in ambiente GIS. I dati sono stati trattati con tecniche proprie dei sistemi informativi geografici per ottenere parametri relativi alla dinamica dell'eruzione quali carte delle isopache da cui sono stati calcolati i valori di aree e i volumi. Dall’elaborazione in ambiente GIS dei dati sulla morfologia attuale, di spessore dei depositi di Solfatara e della successiva eruzione di Astroni è stata anche creata una carta della paleomorfologia del terreno precedente all’eruzione della Solfatara.
Tutti i dati ottenuti hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’eruzione, che è stata suddivisa in due unità principali. La prima unità è costituita da una fase di apertura caratterizzata da emissione di materiale balistico e flussi piroclastici poco diluiti e con limitata dispersione. In questa prima fase, il materiale juvenile è scarso fino ad assente in alcuni livelli. Successivamente, la messa in posto della seconda unità è collegata a flussi piroclastici più turbolenti alternati a livelli di caduta. Questa fase, che ha una dispersione più estesa, è dominata dalla presenza di materiale juvenile di composizione principalmente trachitica. Entrambe le unità, che hanno un volume totale di circa 6.10 km3, risultano fortemente controllate dalla paleotopografia.
Questo lavoro di tesi è finalizzato allo studio dei depositi della Solfatara al fine di ricostruirne la dinamica eruttiva. L’eruzione, collocata all’interno della terza epoca flegrea (5.5-3.8 ka) e contemporanea all’eruzione di Averno 2, ha un età di 4.3 ka.
La prima fase è stata lo studio di campagna condotto nel Marzo 2013 e nel Giugno 2014, durante il quale sono state osservate e descritte le sezioni di tipo prossimale, mediale e distale rispetto al cratere della Solfatara, in un’area di circa 55 km2. Allo stesso tempo sono stati raccolti i campioni sui quali sono state effettuate le successive analisi.
La seconda fase è rappresentata da uno studio di laboratorio che ha compreso:
- analisi granulometriche dei campioni delle sezioni prossimali e mediali;
- analisi dei componenti tramite stereomicroscopio grazie alla quale sono state riconosciute le categorie juvenile vescicolato, juvenile denso e litici, molti dei quali sono alterati e/o idrotermalizzati ;
- caratterizzazione del materiale juvenile che ha compreso l’osservazione dei clasti in sezione sottile, misure di densità totale che hanno evidenziato valori che variano da un minimo di 0.4 g/cm3 ad un massimo di 0.8 g/cm3, analisi chimiche sia su roccia totale che sulle matrici vetrose e l’analisi di immagine. Quest’ultima, in particolare, ha consentito lo studio delle morfologie esterne dei singoli clasti di materiale juvenile (1 mm) su immagini raccolte al microscopio elettronico a scansione (prima in 3D e poi in 2D) al fine di calcolarne i principali parametri di forma. Al fine di indagare più in dettaglio i processi di frammentazione all’interno del condotto sono state inoltre studiate le tessiture dei singoli clasti: è stata calcolata la percentuale di vescicolarità (valori medi minimi di 40.17% a valori medi massimi di 57.22%) e osservata la distribuzione delle taglie delle vescicole (VSD).
Inoltre i dati di spessore dei depositi sono stati informatizzati al fine di creare un database in ambiente GIS. I dati sono stati trattati con tecniche proprie dei sistemi informativi geografici per ottenere parametri relativi alla dinamica dell'eruzione quali carte delle isopache da cui sono stati calcolati i valori di aree e i volumi. Dall’elaborazione in ambiente GIS dei dati sulla morfologia attuale, di spessore dei depositi di Solfatara e della successiva eruzione di Astroni è stata anche creata una carta della paleomorfologia del terreno precedente all’eruzione della Solfatara.
Tutti i dati ottenuti hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’eruzione, che è stata suddivisa in due unità principali. La prima unità è costituita da una fase di apertura caratterizzata da emissione di materiale balistico e flussi piroclastici poco diluiti e con limitata dispersione. In questa prima fase, il materiale juvenile è scarso fino ad assente in alcuni livelli. Successivamente, la messa in posto della seconda unità è collegata a flussi piroclastici più turbolenti alternati a livelli di caduta. Questa fase, che ha una dispersione più estesa, è dominata dalla presenza di materiale juvenile di composizione principalmente trachitica. Entrambe le unità, che hanno un volume totale di circa 6.10 km3, risultano fortemente controllate dalla paleotopografia.
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