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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06152015-205731


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CATTO, GILDA
URN
etd-06152015-205731
Titolo
Private Equity e Sviluppo d'Impresa. Evidenze empiriche a confronto.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, BORSA E ASSICURAZIONI
Relatori
relatore Prof.ssa Bruno, Elena
Parole chiave
  • crescita
  • innovazione
  • private equity
  • sviluppo di impresa
Data inizio appello
06/07/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Tradizionalmente, il ciclo di vita di un’impresa viene distinto in tre fasi: Fase di Avvio, Fase di Sviluppo e Fase di Cambiamento. Il private equity supporta ciascuna delle suddette fasi attraverso forme d’intervento nel capitale di rischio dell’impresa target differenti e riconducibili a due macroclassi di attività: l’attività di Venture Capital per la Fase di Avvio e la Fase di Sviluppo; l’ attività di Buy Out per la Fase di Cambiamento. Nella realtà operativa, tale schematizzazione presenta confini molto più labili e assume connotati diversi a seconda delle specificità dell’impresa target e del settore, mercato nel quale essa opera. In generale, la prima privilegia e sostiene gli investimenti in imprese che intendono sviluppare il proprio business in settori scientifici/ tecnologici o in progetti derivanti da un’approfondita attività di ricerca, anche universitaria, entrambi caratterizzati da un elevato grado di innovazione tecnologica e da un potenziale di crescita altrettanto considerevole. La seconda, invece, predilige investire in imprese aventi un business già radicato e consolidato. In questo caso, il private equity offre soluzioni d’intervento differenti a interessi altrettanto diversi:
-Sostenere progetti di crescita interna e/o esterna, agevolando programmi di sviluppo e d’internazionalizzazione;
-Risolvere situazioni di passaggio generazionale;
-Gestire una situazione di crisi, nata a seguito di una congiuntura economica o di errori gestionali reiterati;
-Promuovere la quotazione in borsa;
-Ristrutturazione della base azionaria;
-Sostituzione o modifica sostanziale degli assetti proprietari aziendali.
L’aspetto per certi versi più importante e che conferisce sicuramente un valore aggiunto all’operazione promossa, è ravvisabile nel bagaglio di esperienze professionali, competenze tecniche- organizzative- manageriali, la conoscenza dei meccanismi che governano e guidano i mercati, nonché la fitta rete di contatti, finanziari e non, in ambito nazionale e internazionale, di cui l’operatore private si avvale per garantire la buona riuscita dell’operazione. E questo connubio tra risorse finanziarie e gestione intelligente delle medesime, promosso dalle Private Equity Firms, a generare una catena di effetti, interconnessi tra loro secondo una logica input-output, che si propagano non solo all’Istituzione Impresa, ma vanno oltre coinvolgendo l’ambiente circostante ed elargendo benefici anche alle relative realtà economiche e sociali. Al fine di enfatizzare proprio quest'ultimo aspetto, ossia l'impatto economico che il private equity ha sull'economia reale, si è proceduto attraverso l'analisi di numerosi casi empirici a valutare l'entità del contributo offerto e a dare dimostrazione di quel nesso di casualità esistente tra private equity da un lato ed innovazione, produttività, competitività dall'altro.
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