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Il presente studio si propone lo scopo di indagare le dinamiche del potere operanti nella società degli dèi secondo le forme del pensiero greco oggettivato nell'epica di età arcaica.
La ricerca si inserisce nel terreno dell'Antropologia Storica del Mondo Antico, dei cui strumenti ermeneutici essa si avvale, per esplorare le sfere semantiche relative ad ἄναξ, βασιλεύς e τιμή.
In particolare, il primo capitolo ha lo scopo di dimostrare la relazionalità dell'ἀνάσσειν, attraverso cui il dio interagisce con gli uomini in virtù della propria τιμή. Il secondo argomenta la sovrapposizione di statuto e funzione nella nozione veicolata da βασιλεύειν, il quale assume il proprio significato in riferimento alla spartizione delle τιμαί divine e all'unione di Zeus con Metis ed Era. Il capitolo finale propone una indagine sulla timē divina, capace di costruire una pluralità di relazioni: la nozione di timē, infatti, designa non solo il campo di competenza del dio, ma anche quel complesso di azioni sacre che al dio sono destinate dagli uomini. Vedremo che minimo comune denominatore di suddette relazioni è la costruzione dell'identità divina di fronte alla collettività, sia essa quella degli immortali o quella degli uomini.
La tesi conclusiva mira a dimostrare che, secondo le forme del pensiero greco di età arcaica, la società degli dèi non offre un parallelismo perfetto rispetto alle società guerriere rappresentate nell'epica omerica: le discrepanze e le diverse articolazioni del potere mostrano piuttosto la peculiarità della società divina, costruita secondo forme del pensiero analoghe, ma non identiche, rispetto a quelle che i poemi omerici oggettivano a proposito delle comunità guerriere.