Tesi etd-06142023-143848 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BONIFAZI, FILIPPO
URN
etd-06142023-143848
Titolo
Benvenuto da Imola, Libellus augustalis. Edizione critica, introduzione e commento.
Settore scientifico disciplinare
L-FIL-LET/08
Corso di studi
STUDI ITALIANISTICI
Relatori
tutor Prof. Pontari, Paolo
Parole chiave
- Benvenuto da Imola
- edizione critica
- Enea Silvio Piccolomini
- Francesco Petrarca
- Libellus augustalis
- Riccobaldo da Ferrara
Data inizio appello
20/06/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/06/2093
Riassunto
Il presente lavoro di tesi di dottorato offre la prima edizione critica in assoluto del Libellus augustalis di Benvenuto da Imola. La tesi è suddivisa in tre sezioni principali: Introduzione, Nota al testo e il testo critico.
Nell’iniziale Introduzione, dopo una breve panoramica della storia degli studi critici sull’opera, sono presi in esame alcuni aspetti per inquadrare l’opera sotto il profilo critico: genesi e circostanze compositive, datazione, titolo e struttura dell’opera. Un’attenzione privilegiata è riservata all’analisi della prefazione, concepita come lettera di dedica al marchese di Ferrara Niccolò II d’Este e documento imprescindibile per comprendere gli intenti del Libellus. Il secondo capitolo è incentrato sull’individuazione del modello strutturale sotteso alla stesura del Libellus, il Compendium Romanae Historiae di Riccobaldo da Ferrara, e identifica le principali fonti storiche, sia quelle menzionate esplicitamente sia quelle impiegate tacitamente. Il terzo capitolo, infine, focalizza l’attenzione sulla fortuna e sulle principali forme di ricezione del Libellus augustalis in ambito umanistico. Particolare rilievo è dato al fenomeno dell’attribuzione del Libellus a Francesco Petrarca e alla presenza della cosiddetta Continuatio ad Libellum augustalem di Enea Silvio Piccolomini, epigono e continuatore di Benvenuto.
Nella corposa Nota al testo sono confluiti i risultati dell’indagine filologica condotta sulla tradizione manoscritta e a stampa del Libellus augustalis. La nota al testo è a sua volta divisa in cinque sezioni: la prima fornisce una descrizione codicologica e storico-critica dei testimoni manoscritti, e inoltre esamina nel dettaglio la vicenda editoriale dell’opera con l’esame delle diverse edizioni a stampa. La seconda, più articolata, concerne i risultati della constitutio textus, per la quale, riallacciandosi ai più recenti orientamenti della metodologia ecdotica relativa alle tradizioni sovrabbondanti, è stato selezionato un numero inferiore di testimoni afferenti all’ambito della tradizione manoscritta e antecedenti all’editio princeps. L’insieme dei testimoni preso in esame viene primariamente indagato sotto il profilo dell’aspetto attributivo e delle diverse intitolazioni che caratterizzano i codici; dopodiché vengono esaminati nello specifico otto luoghi problematici del testo del Libellus, che permettono l’individuazione delle principali famiglie di cui la tradizione si compone. La sezione si conclude con la classificazione integrale e l’esame comparativo dei testimoni manoscritti enucleati, che conduce a ipotizzare l’esistenza sia di un archetipo, da cui discende la tradizione superstite, sia, a monte di esso, di un originale. I legami di parentela tra i codici sono schematicamente fissati in uno stemma codicum. L’ultimo capitolo della Nota al testo è occupato dall’esibizione dei criteri ortografici ed editoriali, conformi a un cauto conservatorismo dovuto alla mancanza di documenti autografi.
Il testo del Libellus augustalis, pubblicato in questa sede, è corredato da un apparato critico negativo, ed è seguito da un’estesa sezione di note di commento di carattere storico-erudito, in cui sono evidenziate e messe in rilievo le fonti via via utilizzate da Benvenuto, nonché la tecnica compilatoria da lui impiegata nella stesura dell’opera.
Nell’iniziale Introduzione, dopo una breve panoramica della storia degli studi critici sull’opera, sono presi in esame alcuni aspetti per inquadrare l’opera sotto il profilo critico: genesi e circostanze compositive, datazione, titolo e struttura dell’opera. Un’attenzione privilegiata è riservata all’analisi della prefazione, concepita come lettera di dedica al marchese di Ferrara Niccolò II d’Este e documento imprescindibile per comprendere gli intenti del Libellus. Il secondo capitolo è incentrato sull’individuazione del modello strutturale sotteso alla stesura del Libellus, il Compendium Romanae Historiae di Riccobaldo da Ferrara, e identifica le principali fonti storiche, sia quelle menzionate esplicitamente sia quelle impiegate tacitamente. Il terzo capitolo, infine, focalizza l’attenzione sulla fortuna e sulle principali forme di ricezione del Libellus augustalis in ambito umanistico. Particolare rilievo è dato al fenomeno dell’attribuzione del Libellus a Francesco Petrarca e alla presenza della cosiddetta Continuatio ad Libellum augustalem di Enea Silvio Piccolomini, epigono e continuatore di Benvenuto.
Nella corposa Nota al testo sono confluiti i risultati dell’indagine filologica condotta sulla tradizione manoscritta e a stampa del Libellus augustalis. La nota al testo è a sua volta divisa in cinque sezioni: la prima fornisce una descrizione codicologica e storico-critica dei testimoni manoscritti, e inoltre esamina nel dettaglio la vicenda editoriale dell’opera con l’esame delle diverse edizioni a stampa. La seconda, più articolata, concerne i risultati della constitutio textus, per la quale, riallacciandosi ai più recenti orientamenti della metodologia ecdotica relativa alle tradizioni sovrabbondanti, è stato selezionato un numero inferiore di testimoni afferenti all’ambito della tradizione manoscritta e antecedenti all’editio princeps. L’insieme dei testimoni preso in esame viene primariamente indagato sotto il profilo dell’aspetto attributivo e delle diverse intitolazioni che caratterizzano i codici; dopodiché vengono esaminati nello specifico otto luoghi problematici del testo del Libellus, che permettono l’individuazione delle principali famiglie di cui la tradizione si compone. La sezione si conclude con la classificazione integrale e l’esame comparativo dei testimoni manoscritti enucleati, che conduce a ipotizzare l’esistenza sia di un archetipo, da cui discende la tradizione superstite, sia, a monte di esso, di un originale. I legami di parentela tra i codici sono schematicamente fissati in uno stemma codicum. L’ultimo capitolo della Nota al testo è occupato dall’esibizione dei criteri ortografici ed editoriali, conformi a un cauto conservatorismo dovuto alla mancanza di documenti autografi.
Il testo del Libellus augustalis, pubblicato in questa sede, è corredato da un apparato critico negativo, ed è seguito da un’estesa sezione di note di commento di carattere storico-erudito, in cui sono evidenziate e messe in rilievo le fonti via via utilizzate da Benvenuto, nonché la tecnica compilatoria da lui impiegata nella stesura dell’opera.
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