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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06142022-170903


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
NASI, CHIARA
URN
etd-06142022-170903
Titolo
L'evoluzione dei patti successori dalle origini romanistiche ai codici europei (ed oltre)
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Petrucci, Aldo
Parole chiave
  • votum captandae mortis
  • art. 458 c.c.
  • divieto dei patti successori
  • Svizzera
  • Germania
  • libertà testamentaria
  • Regolamento europeo 650/2012
  • Italia
  • Francia
Data inizio appello
11/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2092
Riassunto
Il presente lavoro si prefigge lo scopo di tracciare il percorso evolutivo della disciplina dei patti successori dalle origini romanistiche sino al Regolamento europeo n. 650 del 4 luglio 2012. La ricerca verte, inoltre, su quanto (e se) l’approccio adottato in epoca romana rispetto all’istituto in esame, abbia costituito il fondamento, o meno, delle attuali discipline vigenti nei vari ordinamenti europei. È risaputo che il diritto romano, lungi dall’aver stabilito un divieto generale di conclusione dei patti successori, costituisca però il precedente storico dell’art. 458 del Codice civile italiano, che quegli stessi patti ha inteso invece proibire, in virtù di un principio di origine romanistica che considera ciascuna persona libera di modificare le sue ultime volontà sino all’ultimo istante della propria vita. Sulla scorta di queste considerazioni, anche l’ordinamento francese ha adottato un orientamento affine a quello italiano, seppur ammettendo la liceità di alcuni accordi successori in deroga alla proibizione generale di utilizzo di tali strumenti. Altri Paesi, come la Svizzera e la Germania, nutrono viceversa, nei loro confronti, un estremo favor, tanto da consentirne, se non addirittura incentivarne, la conclusione. In realtà, questo approccio, non rappresenta una novità a livello storico, in quanto, già in epoca medievale, i patti successori - strumenti particolarmente apprezzati dalla Chiesa - venivano utilizzati assiduamente. Il cammino storico attraverso la disciplina di tali istituti si conclude con l’analisi del Regolamento europeo 650/2012, adottato dal legislatore europeo al fine di facilitare la pianificazione successoria, nonostante gli approcci eterogenei adottati in materia successoria dai diversi ordinamenti europei. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo dell’unificazione europea di questa disciplina, il regolamento accorda alla parte interessata un’ampia serie di soluzioni al fine di veder riconosciuto valido un patto successorio precedentemente concluso anche in un ordinamento che ne vieta la stipulazione. È bene chiarire, però, che, nonostante l’emanazione di questo regolamento, la decisione circa il proibire o l’ammettere la conclusione di accordi successori resti una prerogativa del legislatore nazionale. Da quest’ultima considerazione derivano dubbi e domande non di poco conto. Quale sarà il destino del divieto dei patti successori attualmente vigente in Italia? Il legislatore nazionale sentirà (prima o poi) la necessità di adeguarsi alle visioni degli altri ordinamenti europei, decidendo così di abrogare l’art. 458 c.c.? Nel presente lavoro si cercherà di dare una risposta a queste e a molte altre questioni che sorgono dall’esame del complesso e dibattuto istituto dei patti successori.
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