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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06142021-102843


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
DYBLE, JACOB ARTHUR
URN
etd-06142021-102843
Titolo
General Average in the Free Port of Livorno, 1600-1700
Settore scientifico disciplinare
M-STO/02
Corso di studi
STORIA
Relatori
tutor Prof. Addobbati, Andrea
Parole chiave
  • schiavitù
  • economia politica
  • consoli del mare di pisa
  • lex mercatoria
  • diritto marittimo
  • avaria
  • storia mediterranea
  • Livorno
Data inizio appello
21/06/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/06/2061
Riassunto
Questa tesi esamina il funzionamento dell’avaria comune nella Livorno secentesca,
porto principale del Granducato di Toscana. L’avaria comune è una procedura legale
usata per ripartire le spese straordinarie risultanti da una spedizione maritima tra
tutte le parti interessate. Tra i più antichi istituti del diritto marittimo, comune a tutte le
giurisdizioni europee, va annoverata tra le manifestazioni della lex maritima – un
corpo di leggi consuetudinarie e universali utilizzate, presumibilmente, da tutti i
mercanti del Medioevo e dell’Età moderna.

La tesi sviluppa un’indagine dettagliata della ricchissima documentazione toscana
riguardante l’avaria, enfatizzandola come prassi commerciale. Emerge così un divario
sostanziale tra l’avaria del diritto comune – prospettiva tradizionalmente adottata dagli
studiosi – e il suo funzionamento reale. L’avaria comune, infatti, era utilizzata per
distribuire un’ampia gamma di spese commerciali, sia ordinarie che straordinarie.
Mentre il ius commune la concepiva come obbligo generato dal sacrificio compiuto per
il beneficio collettivo, i mercanti la assimilavano piuttosto ad una mutua assicurazione.
Quest’interpretazione estensiva investiva così l’avaria comune di un ruolo importante
nella strutturazione del commercio marittimo: permetteva infatti al settore dei trasporti
di coprire le spese ordinarie, favorendo la navigazione, e aiutava inoltre a gestire i
rischi marittimi. Si trattava insomma di uno strumento utilizzato dagli uomini del tempo
in un modo multidimensionale e interattivo.

I risultati dell’indagine hanno una triplice valenza. In primo luogo, questo approccio
multidimensionale al rischio mina la ‘storia evolutiva’ dello sviluppo istituzionale
proposta dai New Institutional Economists. In secondo luogo, l’avaria comune non può
essere considerata come manifestazione della lex maritima: sebbene godesse di una
notevole autonomia dal diritto comune, la varietà delle forme procedurali adottate,
persino in un singolo porto, basta infatti ad escludere l’esistenza di una ‘legge’
uniforme per l’avaria comune. Finalmente, la tesi mostra come l’amministrazione
dell’avaria comune sia stata adattata per fronteggiare le minacce alle quali era
sottoposto il porto franco, sottolineando l’importanza della giustizia commerciale come
strumento dell’economia politica.
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