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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06142019-155002


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
OLIVIERI, MATTEO
URN
etd-06142019-155002
Titolo
Utilizzo di olive in annate non ottimali e di sottoprodotti di altre filiere per la creazione di olii arricchiti.
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof.ssa Venturi, Francesca
relatore Prof.ssa Sanmartin, Chiara
correlatore Prof. Quartacci, Mike Frank
Parole chiave
  • olii agrumati
  • food waste
  • recupero sottoprodotti
  • sottoprodotti
  • olii arricchiti
Data inizio appello
15/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2089
Riassunto
L’aumento negli ultimi decenni del cambiamento climatico, unito alla presenza di intere nazioni che soffrono per carenze alimentari e idriche ha spinto le nazioni ad adottare policy sempre più tese alla diminuzione degli sprechi e verso stili di vita e di produzione più sostenibili. Le filiere agricole devono cercare di passare da metodologie di coltura high input con grandi apporti di concimi e sostanze di sintesi, a metodologie low impact che sfruttano la vocazionalità del territorio, agricolture sostenibili (BIO, Integrato) e riescono a fornire effetti positivi sul territorio. Molto pressante per le nazioni a livello di policy risulta il problema del food waste, questo viene definito come lo spreco di prodotti alimentari e quindi tutti quei prodotti edibili che non sono consumati per l’alimentazione umana ma prendono altre vie (mangimi, energia, fibra e discarica ad esempio). L’estremizzazione degli eventi atmosferici porta sempre più spesso, in annate negative, perdite di raccolti o produzione di qualità non eccelsa che non riuscendo ad essere venduta deve essere smaltita. Questo causa però perdita di tutto il capitale investito per raggiungere quel prodotto. In questo elaborato le filiere prese in esame sono quella oleicola e quella agrumicola. In annate negative le olive di partenza possono risultare attaccate da mosca dell’olivo o altre malattie, mal conservate, danneggiate da eventi climatici o da raccolte non ottimali, stoccate per troppo tempo, ecc. Partendo da una tale materia può risultare molto difficile produrre un EVO di qualità riducendo significativamente il margine di guadagno dei produttori. Uno dei maggiori problemi che si trova ad affrontare l’industria agroalimentare globale è la gestione degli scarti alimentari, sempre crescenti a causa dell’incremento dell’uso di alimenti processati rispetto alla materia prima di partenza. Tra le filiere di trasformazione dei prodotti alimentari in Italia la filiera agrumicola riveste un ruolo di primaria importanza. In questo contesto con il presente elaborato si è verificata la potenzialità dell’impiego direttamente in frangitura di scarti alimentari prodotti dalla filiera agrumicola (bucce e foglie di arancio e limone) per il miglioramento delle caratteristiche chimico-composizionali e organolettiche di EVO prodotto da olive di scarsa qualità. Partendo da partite omogenee di olive, i dati ottenuti aggiungendo direttamente in frangitura bucce o foglie di arancio o limone sono stati confrontati tra loro sia con caratterizzazione chimica che sensoriale, con un olio ottenuto addizionando in frangitura foglie di olivo e con un EVO tradizionale che fungeva da controllo. La possibilità di sfruttare olive in annate non ottimali, quando non si potrebbero produrre EVO di elevata qualità, per la creazione di prodotti innovativi che si posizionino nel segmento di mercato degli olii arricchiti in composti ad elevato valore nutraceutico, può rappresentare un metodo efficace per recuperare valore aggiunto nell’olio prodotto valorizzando degli scarti di processo dell’industria dei succhi e delle bevande a base di agrumi. Dalle caratterizzazioni è emerso che l’olio arricchito con le bucce di arancio risulta quello con il più alto potenziale mentre negli altri casi si hanno comunque arricchimenti ma producono olii meno immediatamente sfruttabili a livello commerciale. Combattere il food waste, creare reddito per i produttori in annate difficili e tutelare la salute dei consumatori sono solo alcuni dei principali effetti positivi che questi prodotti potrebbero avere sul mercato.
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