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Alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’Italia è disseminata di macerie. Economia, finanza, attività sociale, lavoro, tutto si trova in gravissimo stato di crisi e talvolta di paralisi. Anche la situazione delle Forze Armate è altrettanto drammatica, reduci dalla sconfitta e pesantemente condizionate anche dalle limitazioni imposte dal Trattato di Pace.
Grazie agli sforzi congiunti del Governo italiano e degli aiuti ERP, l’Italia, incomincia ad avviarsi verso un miglioramento della situazione economica.
I cambiamenti internazionali colgono l’Italia nel momento in cui il Paese è impegnato in un duro sforzo finanziario.
Quanto è minacciato quel governo e quanta sicurezza può permettersi?
I magri bilanci della Difesa, perlopiù fatti di spese extraistituzionali, complicano la gestione e non consentono di avviare gli stanziamenti verso obiettivi costruttivi. Di qui la pressante istanza del Ministro della Difesa Pacciardi per un programma nazionale di riarmo.
Quali sono gli effetti di questo “prezzo da pagare”? Sicuramente due: il primo è quello di dare al Paese forze sufficienti per potersi difendere da un pericolo di guerra; il secondo è quello di uno sviluppo dell’industria della Difesa che porta al Paese crescita economica e occupazionale.