Tesi etd-06142013-162151 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
POETA, GIACOMO
URN
etd-06142013-162151
Titolo
"I codici di condotta nel settore pubblico. Un'analisi comparativa tra Stati Uniti, Regno Unito e Italia".
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Vannucci, Alberto
Parole chiave
- amministratori pubblici
- analisi comparativa
- Carta di Pisa
- codici di condotta
- etica pubblica
- prevenzione della corruzione
Data inizio appello
01/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/07/2053
Riassunto
ABSTRACT
Relatore: Professor Alberto Vannucci
Candidato: Giacomo Poeta
Titolo: "I codici di condotta nel settore pubblico. Un'analisi comparativa tra Stati Uniti, Regno Unito e Italia".
Nel rapporto tra interessi pubblici e privati è difficile valutare l’impatto delle decisioni pubbliche sugli interessi privati, è difficile escludere che le prime siano state influenzate dai secondi, è difficile valutare il rapporto tra una certa situazione o condotta e le decisioni adottate. In questo quadro, si collocano i codici di condotta: strumenti che incidono sul malcostume amministrativo e sulla cosiddetta zona “grigia” della corruzione. I codici di comportamento nascono quindi per fare chiarezza sui doveri, per tradurre principi generici in regole di condotta concrete e facilmente applicabili e si configurano come una strategia di prevenzione e di contrasto della corruzione.
Tali codici, servono, inoltre, a tipizzare le condotte ammesse e quelle non ammesse e, quindi, consentono ai soggetti stessi a cui le regole sono rivolte - oltre che ai loro controllori - di valutare i comportamenti corretti e quelli scorretti; in generale, si rivelano strumenti utili per chi vuole agire correttamente e non hanno una funzione deterrente verso chi è pronto a violare o ad aggirare la legge.
Quanto detto consente di addentrarci nel merito del lavoro da me svolto che si pone il proposito di realizzare uno studio comparativo fra Stati Uniti d’America, Regno Unito ed Italia, per quanto concerne il tema - rientrante nella sfera dell’etica pubblica - dell’adozione di codici di comportamento per amministratori pubblici di carriera e politicamente eletti o nominati. Il fatto di aver scelto, come oggetto della mia analisi, i tre sopracitati ordinamenti giuridici trova la sua ragion d’essere nel proposito di comparare due realtà in cui i codici di comportamento nel settore pubblico si segnalano per rilevanza ed efficacia - Stati Uniti e Regno Unito - e l’Italia, dove invece hanno, un mero valore simbolico. È bene tener presente che, le evidenti differenze strutturali esistenti tra gli ordinamenti giuridici dei tre Paesi non consentono un’esatta sovrapposizione tra i codici di condotta considerati, soprattutto per quanto concerne le categorie di soggetti – i quali riflettono logiche istituzionali, forme di Stato, di Governo oltre che organizzazioni statali, distinte - a cui essi sono rivolti. Preso atto delle sopra citate divergenze, il mio obiettivo è stato quello di costruire un quadro complessivo affrontando il tema dalla prospettiva nazionale, in genere, e locale, in particolare.
Visti gli scandali che hanno - in passato - riguardato anche Stati Uniti e Regno Unito, vien da chiedersi come questi Paesi - maggiormente virtuosi, rispetto all’Italia - siano riusciti a combattere il malaffare; ad arginare il fenomeno corruttivo ed il malcostume nella vita pubblica con l’ausilio dello strumento del codice di comportamento: il mio lavoro muove dal desiderio di fornire una risposta a queste domande attraverso l’analisi qualitativa di contenuti ed esempi di attuazione delle norme di comportamento, nei tre Paesi.
Ho scelto di prendere in considerazione l’ordinamento giuridico italiano – in cui l’introduzione dei codici di condotta nel settore pubblico è una tendenza più recente rispetto agli altri due ordinamenti analizzati - ponendo, dunque, particolare attenzione alla prima effettiva esperienza di codificazione di norme di comportamento per amministratori pubblici di carriera a livello nazionale, al fine di dimostrarne la rilevanza sul piano giurisdizionale. L’intento è poi stato quello di descrivere i meccanismi che s’innescano in risposta alla rilevazione di condotte scorrette nel contesto federale degli Employees of the Executive Branch ed in quello britannico dei civil servants.
Mi sono posto il medesimo proposito per quanto riguarda gli amministratori politici locali. Ho quindi trattato il caso specifico dello Stato federato dell’Alabama – Paese per molti anni etichettato come il peggio governato degli Stati Uniti – in cui sono state recentemente introdotte riforme legislative che hanno rafforzato l’apparato dell’etica pubblica. Con riferimento al Regno Unito, in cui - come, del resto, si evince da un rapporto recente dell’UE - la corruzione risulta maggiormente diffusa a livello di governo locale, ho messo in evidenza come, la violazione delle regole di condotta codificate, da parte di members di local authorities, dia il via ad un iter giudiziario che si contraddistingue per tempestività delle indagini, seguite dall’adozione di sanzioni di entità commisurata alla gravità della condotta assunta. In Regno Unito, per chi ricopre una carica pubblica elettiva - anche a livello locale - è sufficiente commettere scorrettezze di piccola entità, come - ad esempio - mancare di rispetto ad un cittadino, per essere esposto mediaticamente allo scandalo ed andare incontro a sanzioni; come vedremo, i vertici della Greater London Authority si ritrovano non di rado sotto accusa per aver assunto condotte discutibili. L’attenzione rivolta alla dimensione locale è ulteriormente motivata dall’altro - non meno importante – proposito della ricerca: fornire strumenti utili all’aggiornamento del codice di comportamento per amministratori politici locali denominato Carta di Pisa, adottato da vari enti territoriali locali italiani.
Ho deciso, quindi, di articolare il mio lavoro in cinque capitoli che ho strutturato in modo da fornire un’esauriente analisi comparativa dei tre ordinamenti giuridici. Realizzando una preliminare ricostruzione della legislazione in materia di etica pubblica nei tre Paesi comparati, mi sono attenuto all’ordine cronologico – che ho seguito anche nell’organizzazione interna dei capitoli successivi - in cui i codici di comportamento sono stati - nel corso degli anni - introdotti nel settore pubblico, ovvero; Stati Uniti, Regno Unito e, più recentemente, Italia. Il secondo capitolo è poi pensato per descrivere i codici di comportamento rivolti ad amministratori pubblici di carriera - a livello nazionale e, nel caso degli Stati Uniti, federale – dei tre ordinamenti analizzati. Nel terzo, ho invece effettuato lo stesso tipo di analisi con riferimento ai tre codici di condotta per amministratori pubblici politicamente eletti e nominati, a livello di governo locale. La successiva analisi comparativa dei codici analizzati nei capitoli precedenti, vuol fornire un quadro sintetico delle modalità di regolamentazione delle varie materie nei diversi casi confrontati.
Infine, è stato mio proposito quello di dimostrare empiricamente l’attuazione delle regole di condotta prescritte dai codici analizzati ed, a tal fine, ho riportato - nel quinto capitolo - alcuni significativi esempi di violazione di norme, alle volte accompagnate da veri e propri scandali.
Relatore: Professor Alberto Vannucci
Candidato: Giacomo Poeta
Titolo: "I codici di condotta nel settore pubblico. Un'analisi comparativa tra Stati Uniti, Regno Unito e Italia".
Nel rapporto tra interessi pubblici e privati è difficile valutare l’impatto delle decisioni pubbliche sugli interessi privati, è difficile escludere che le prime siano state influenzate dai secondi, è difficile valutare il rapporto tra una certa situazione o condotta e le decisioni adottate. In questo quadro, si collocano i codici di condotta: strumenti che incidono sul malcostume amministrativo e sulla cosiddetta zona “grigia” della corruzione. I codici di comportamento nascono quindi per fare chiarezza sui doveri, per tradurre principi generici in regole di condotta concrete e facilmente applicabili e si configurano come una strategia di prevenzione e di contrasto della corruzione.
Tali codici, servono, inoltre, a tipizzare le condotte ammesse e quelle non ammesse e, quindi, consentono ai soggetti stessi a cui le regole sono rivolte - oltre che ai loro controllori - di valutare i comportamenti corretti e quelli scorretti; in generale, si rivelano strumenti utili per chi vuole agire correttamente e non hanno una funzione deterrente verso chi è pronto a violare o ad aggirare la legge.
Quanto detto consente di addentrarci nel merito del lavoro da me svolto che si pone il proposito di realizzare uno studio comparativo fra Stati Uniti d’America, Regno Unito ed Italia, per quanto concerne il tema - rientrante nella sfera dell’etica pubblica - dell’adozione di codici di comportamento per amministratori pubblici di carriera e politicamente eletti o nominati. Il fatto di aver scelto, come oggetto della mia analisi, i tre sopracitati ordinamenti giuridici trova la sua ragion d’essere nel proposito di comparare due realtà in cui i codici di comportamento nel settore pubblico si segnalano per rilevanza ed efficacia - Stati Uniti e Regno Unito - e l’Italia, dove invece hanno, un mero valore simbolico. È bene tener presente che, le evidenti differenze strutturali esistenti tra gli ordinamenti giuridici dei tre Paesi non consentono un’esatta sovrapposizione tra i codici di condotta considerati, soprattutto per quanto concerne le categorie di soggetti – i quali riflettono logiche istituzionali, forme di Stato, di Governo oltre che organizzazioni statali, distinte - a cui essi sono rivolti. Preso atto delle sopra citate divergenze, il mio obiettivo è stato quello di costruire un quadro complessivo affrontando il tema dalla prospettiva nazionale, in genere, e locale, in particolare.
Visti gli scandali che hanno - in passato - riguardato anche Stati Uniti e Regno Unito, vien da chiedersi come questi Paesi - maggiormente virtuosi, rispetto all’Italia - siano riusciti a combattere il malaffare; ad arginare il fenomeno corruttivo ed il malcostume nella vita pubblica con l’ausilio dello strumento del codice di comportamento: il mio lavoro muove dal desiderio di fornire una risposta a queste domande attraverso l’analisi qualitativa di contenuti ed esempi di attuazione delle norme di comportamento, nei tre Paesi.
Ho scelto di prendere in considerazione l’ordinamento giuridico italiano – in cui l’introduzione dei codici di condotta nel settore pubblico è una tendenza più recente rispetto agli altri due ordinamenti analizzati - ponendo, dunque, particolare attenzione alla prima effettiva esperienza di codificazione di norme di comportamento per amministratori pubblici di carriera a livello nazionale, al fine di dimostrarne la rilevanza sul piano giurisdizionale. L’intento è poi stato quello di descrivere i meccanismi che s’innescano in risposta alla rilevazione di condotte scorrette nel contesto federale degli Employees of the Executive Branch ed in quello britannico dei civil servants.
Mi sono posto il medesimo proposito per quanto riguarda gli amministratori politici locali. Ho quindi trattato il caso specifico dello Stato federato dell’Alabama – Paese per molti anni etichettato come il peggio governato degli Stati Uniti – in cui sono state recentemente introdotte riforme legislative che hanno rafforzato l’apparato dell’etica pubblica. Con riferimento al Regno Unito, in cui - come, del resto, si evince da un rapporto recente dell’UE - la corruzione risulta maggiormente diffusa a livello di governo locale, ho messo in evidenza come, la violazione delle regole di condotta codificate, da parte di members di local authorities, dia il via ad un iter giudiziario che si contraddistingue per tempestività delle indagini, seguite dall’adozione di sanzioni di entità commisurata alla gravità della condotta assunta. In Regno Unito, per chi ricopre una carica pubblica elettiva - anche a livello locale - è sufficiente commettere scorrettezze di piccola entità, come - ad esempio - mancare di rispetto ad un cittadino, per essere esposto mediaticamente allo scandalo ed andare incontro a sanzioni; come vedremo, i vertici della Greater London Authority si ritrovano non di rado sotto accusa per aver assunto condotte discutibili. L’attenzione rivolta alla dimensione locale è ulteriormente motivata dall’altro - non meno importante – proposito della ricerca: fornire strumenti utili all’aggiornamento del codice di comportamento per amministratori politici locali denominato Carta di Pisa, adottato da vari enti territoriali locali italiani.
Ho deciso, quindi, di articolare il mio lavoro in cinque capitoli che ho strutturato in modo da fornire un’esauriente analisi comparativa dei tre ordinamenti giuridici. Realizzando una preliminare ricostruzione della legislazione in materia di etica pubblica nei tre Paesi comparati, mi sono attenuto all’ordine cronologico – che ho seguito anche nell’organizzazione interna dei capitoli successivi - in cui i codici di comportamento sono stati - nel corso degli anni - introdotti nel settore pubblico, ovvero; Stati Uniti, Regno Unito e, più recentemente, Italia. Il secondo capitolo è poi pensato per descrivere i codici di comportamento rivolti ad amministratori pubblici di carriera - a livello nazionale e, nel caso degli Stati Uniti, federale – dei tre ordinamenti analizzati. Nel terzo, ho invece effettuato lo stesso tipo di analisi con riferimento ai tre codici di condotta per amministratori pubblici politicamente eletti e nominati, a livello di governo locale. La successiva analisi comparativa dei codici analizzati nei capitoli precedenti, vuol fornire un quadro sintetico delle modalità di regolamentazione delle varie materie nei diversi casi confrontati.
Infine, è stato mio proposito quello di dimostrare empiricamente l’attuazione delle regole di condotta prescritte dai codici analizzati ed, a tal fine, ho riportato - nel quinto capitolo - alcuni significativi esempi di violazione di norme, alle volte accompagnate da veri e propri scandali.
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