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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06142013-114855


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
IMPARATO, DOMENICO
URN
etd-06142013-114855
Titolo
IMPOSIZIONE PATRIMONIALE E CAPACITA' CONTRIBUTIVA
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Giovannini, Alessandro
Parole chiave
  • patrimonio
  • tasse
  • transazioni finanziarie
Data inizio appello
08/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2053
Riassunto
In tempi di economica ristrettezza, di difficoltà fiscale e casse erariali che impoverite languono, una possibilità di risanamento pare affacciarsi all’orizzonte: la c.d. “patrimoniale”. Ma cosa è essa, e cosa l’imposizione patrimoniale in sé?
Giuridicamente argomentando, anche a voler tralasciare esempi passati più o meno fulgidi e felici (che comunque saranno brevemente passati in rassegna nella Parte I di questo lavoro), gli interrogativi di rilievo che tale istituto pone risultano essere molteplici: è legittima una eventuale introducenda imposta patrimoniale generale nel nostro ordinamento costituzionale alla luce dell’assorbente principio di capacità contributiva di cui all’art. 53 Cost? Ove affermativa sia la risposta, dovrà o semplicemente potrà il nostrano legislatore fiscale introdurre una siffatta imposta? E laddove sia costituzionalmente doveroso procedere in tal senso od in detto senso comunque si sia voluti arbitrariamente procedere, che tipo di imposizione patrimoniale si rende necessario adottare? Quali, cioè, i presupposti d’imposta cui essa andrebbe commisurata? Scelta di non poco conto ed ancor meno facile soluzione, avvinti come sono i moderni “piccoli” Stati dalla necessità, da un lato di distinguere tra ricchezza statica-immobiliare e ricchezza dinamica-finanziaria, dall’altro di evitare o ridurre i fenomeni di competizione fiscale tra le Nazioni, in guisa da scoraggiare perigliose emorragie di capitali verso lidi fiscalmente più amicali.
Ancora: quand’anche il Parlamento “tassatore” adotti un’imposta patrimoniale ordinaria e generale, potrebbe egli liberamente fissare il quantum massimo del prelievo di specie, o forse vi sono parametri costituzionali capaci di frapporre al primo limiti impositivi cogenti e non valicabili?
Ecco: di siffatte e simili domande ha la pretesa di parlare questo lavoro, assumendo a stella polare i dati normativi e giuridici esistenti, e sopra tutti quelli fondanti della Carta Costituente.
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