Tesi etd-06142011-111924 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CARTA, MANUEL
URN
etd-06142011-111924
Titolo
Il fenomeno del rock progressive italiano negli anni settanta
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Dei, Fabio
correlatore Prof. Baldissara, Luca
correlatore Prof. Baldissara, Luca
Parole chiave
- rock progressive
Data inizio appello
04/07/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/07/2051
Riassunto
La mia ricerca ricostruisce la storia del rock progressivo italiano secondo lo schema della critica sociale del gusto di Pierre Bourdieu: il gusto è un prodotto sociale, e deriva da un habitus, ovvero un principio di classificazione inconscio che ciascun attore sociale usa nella sua esperienza quotidiana per scegliere e classificare gli oggetti e le pratiche sociali con cui entra in contatto. L’habitus è “prodotto dall’incorporazione della divisione delle classi sociali”, per cui studiare gli habitus significa ricostruire la stessa classificazione sociale.
Questa suddivisione risulta da una lotta sociale determinata dalla diversa distribuzione fra capitale economico e capitale culturale. In questo senso, le classi dominanti individuano nel “gusto” lo strumento per legittimare un tipo di sapere, per appropriarsene o comunque per renderlo più distintivo rispetto a un altro. Per la borghesia, il gusto esiste sempre vicino a un disgusto, anzi, né è la prerogativa. Il gusto rimanda a una divisione delle pratiche sociali che non ha mai fine, perché esso non è mai tematizzato, è uno strumento in grado di offrire un sistema di opposizioni concettuali inconciliabili. Ne sono una prova i discorsi e le asserzioni sulle più diverse pratiche culturali, che distinguono, ad esempio, la musica classica da quella popolare, un certo tipo di film da un altro, che percepiscono il pugilato come uno sport “popolare” rispetto al golf o al tennis che è, invece, uno sport “borghese” e così via.
Il radicamento di questi principi classificatori è tale che ciascun individuo scopre di appartenere a un preciso mondo culturale, e di conseguenza, rischia gli “effetti” della distinzione nel momento in cui tende ad allontanarsi dal suo particolare habitus, perché questo meccanismo si realizza proprio nel momento in cui le classi sociali tendono ad adottare stili di vita e di consumo simili.
Dal nostro punto di vista, si vuole si applicare lo schema della distinzione al fenomeno del rock progressive italiano, poiché la nuova scena musicale degli anni settanta sembra realizzare un operazione simile a quella che la borghesia di Bourdieu compie nei confronti delle classi medie e popolari: cioè rivendicare un gusto, valorizzare un determinato sapere culturale e imporre una certa immagine sociale. In questi termini, le riviste Muzak e Gong rappresentano una sorta di borghesia del gusto rock, in cui si possono rintracciare, come sostiene Bourdieu, le “istanze di consacrazione” di un nuovo mercato culturale, cioè legato alla controcultura, che contesta il mercato “mondano”, legato invece al mercato dei titolo scolastici.
Così, abbiamo ripercorso la storia della controcultura italiana tenendo conto innanzitutto della storia dell’Italia successiva al conflitto mondiale, quindi il contesto politico degli anni cinquanta e sessanta, cui si lega, tra l’altro, il cambiamento della struttura sociale italiana causato dai flussi immigratori. Poi, abbiamo ricostruito la storia dei consumi, legato principalmente ai cambiamenti sociali ed economici avvenuti nell’Europa moderna, individuabili nelle regioni del Nord Europa, principalmente l’Olanda e l’Inghilterra. Attorno alla classe media olandese e inglese, infatti, si può ricondurre il fenomeno dell’allargamento dei consumi, in tal senso favorito dal consolidarsi di una cultura fondata sulla dimensione privata, sull’azione del singolo individuo, sul “gusto” personale, non più sulla spesa “vistosa”. Tuttavia, la rivoluzione dei consumi e della cultura del consumo riguarda anche le classi popolari, infatti, è da qui che siamo partiti per ricostruire una storia della distinzione che abbia come soggetto principale, appunto, le classi popolari o, comunque, quelle dotate di una minore disponibilità economica e di un più basso capitale culturale.
La storia del movimento progressivo si colloca in un momento particolare della storia italiana, in cui il rimescolamento della stessa società italiana sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista economico, ha consentito l’affermarsi di una nuova socialità, nel caso specifico, di una generazione di giovani che ha sperimentato, forse per la prima volta, la possibilità di riscattare la propria posizione sociale, rivendicando, nei termini appunto di una distinzione borghese, un capitale culturale dall’alto valore distintivo. Così, dopo aver discusso il meccanismo della distinzione di Bourdieu nel terzo capitolo, passiamo, poi, al capitolo quarto e quinto, dove delineiamo la specificità della cultura e dei gusti progressive.
Questa suddivisione risulta da una lotta sociale determinata dalla diversa distribuzione fra capitale economico e capitale culturale. In questo senso, le classi dominanti individuano nel “gusto” lo strumento per legittimare un tipo di sapere, per appropriarsene o comunque per renderlo più distintivo rispetto a un altro. Per la borghesia, il gusto esiste sempre vicino a un disgusto, anzi, né è la prerogativa. Il gusto rimanda a una divisione delle pratiche sociali che non ha mai fine, perché esso non è mai tematizzato, è uno strumento in grado di offrire un sistema di opposizioni concettuali inconciliabili. Ne sono una prova i discorsi e le asserzioni sulle più diverse pratiche culturali, che distinguono, ad esempio, la musica classica da quella popolare, un certo tipo di film da un altro, che percepiscono il pugilato come uno sport “popolare” rispetto al golf o al tennis che è, invece, uno sport “borghese” e così via.
Il radicamento di questi principi classificatori è tale che ciascun individuo scopre di appartenere a un preciso mondo culturale, e di conseguenza, rischia gli “effetti” della distinzione nel momento in cui tende ad allontanarsi dal suo particolare habitus, perché questo meccanismo si realizza proprio nel momento in cui le classi sociali tendono ad adottare stili di vita e di consumo simili.
Dal nostro punto di vista, si vuole si applicare lo schema della distinzione al fenomeno del rock progressive italiano, poiché la nuova scena musicale degli anni settanta sembra realizzare un operazione simile a quella che la borghesia di Bourdieu compie nei confronti delle classi medie e popolari: cioè rivendicare un gusto, valorizzare un determinato sapere culturale e imporre una certa immagine sociale. In questi termini, le riviste Muzak e Gong rappresentano una sorta di borghesia del gusto rock, in cui si possono rintracciare, come sostiene Bourdieu, le “istanze di consacrazione” di un nuovo mercato culturale, cioè legato alla controcultura, che contesta il mercato “mondano”, legato invece al mercato dei titolo scolastici.
Così, abbiamo ripercorso la storia della controcultura italiana tenendo conto innanzitutto della storia dell’Italia successiva al conflitto mondiale, quindi il contesto politico degli anni cinquanta e sessanta, cui si lega, tra l’altro, il cambiamento della struttura sociale italiana causato dai flussi immigratori. Poi, abbiamo ricostruito la storia dei consumi, legato principalmente ai cambiamenti sociali ed economici avvenuti nell’Europa moderna, individuabili nelle regioni del Nord Europa, principalmente l’Olanda e l’Inghilterra. Attorno alla classe media olandese e inglese, infatti, si può ricondurre il fenomeno dell’allargamento dei consumi, in tal senso favorito dal consolidarsi di una cultura fondata sulla dimensione privata, sull’azione del singolo individuo, sul “gusto” personale, non più sulla spesa “vistosa”. Tuttavia, la rivoluzione dei consumi e della cultura del consumo riguarda anche le classi popolari, infatti, è da qui che siamo partiti per ricostruire una storia della distinzione che abbia come soggetto principale, appunto, le classi popolari o, comunque, quelle dotate di una minore disponibilità economica e di un più basso capitale culturale.
La storia del movimento progressivo si colloca in un momento particolare della storia italiana, in cui il rimescolamento della stessa società italiana sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista economico, ha consentito l’affermarsi di una nuova socialità, nel caso specifico, di una generazione di giovani che ha sperimentato, forse per la prima volta, la possibilità di riscattare la propria posizione sociale, rivendicando, nei termini appunto di una distinzione borghese, un capitale culturale dall’alto valore distintivo. Così, dopo aver discusso il meccanismo della distinzione di Bourdieu nel terzo capitolo, passiamo, poi, al capitolo quarto e quinto, dove delineiamo la specificità della cultura e dei gusti progressive.
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