Tesi etd-06142006-091120 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Martino, Marzia
Indirizzo email
marziamartino@yahoo.it
URN
etd-06142006-091120
Titolo
La decorazione nei manoscritti del X/XI sec. della Biblioteca Capitolare di Benevento
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI
Relatori
relatore Prof. Ascani, Valerio
Parole chiave
- benevento
- decorazione omeliari
- iniziali decorate
- miniatura beneventana
- miniatura longobarda
Data inizio appello
03/07/2006
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
03/07/2046
Riassunto
Nel presente lavoro viene catalogato e analizzato l’apparato decorativo di alcuni codici conservati nella Biblioteca Capitolare di Benevento, i mss. 6, 8, 10, 11, 13, 14, 15, 18, 33 e 36 attribuiti su base paleografica al X o XI secolo.
I manoscritti costituiscono un insieme eterogeneo per stile e qualità della decorazione, e non è possibile individuare o ricostruire una organica linea di sviluppo interna. La decorazione dei codici è differenziata, ma tutti i manoscritti provengono dalla stessa area culturale dal momento che gli ornati appartengono ad una comune fenomenologia decorativa.
Pur condividendo i singoli vocaboli ornamentali e una certa “aria di famiglia”, solo i manoscritti 6I e 11, e i codici 10 e 13 possono essere raggruppati e avvicinati, mentre gli altri sono piuttosto “casi isolati” dal punto di vista delle soluzioni stilistiche. Pertanto, difficilmente si può pensare che i manoscritti siano stati prodotti all’interno di un singolo centro scrittorio in cui l’attività di copia fosse continuata e ben organizzata. I codici della Capitolare analizzati provengono, più verosimilmente, da fondi monastici diversi, secondo l’ipotesi di Mallet e Thibaut sostanzialmente confermata anche dall’analisi della decorazione. L’accostamento anche poco coerente di soluzioni ornamentali diverse fa pensare che i codici siano stati trascritti e decorati in centri scrittori periferici, forse dipendenze cassinesi o volturnesi di cui recepivano parzialmente le novità figurative. Inoltre i codici presentano una fattura trascurata che, se confrontata con i coevi manoscritti cassinesi, li qualifica come prodotti “di periferia”.
Nella città esistevano verosimilmente più centri scrittori differenziati che, accanto ai codici liturgici per esclusivo uso interno dei monasteri, potevano produrre manufatti di eccellenza ricorrendo, forse, ad amanuensi esterni. In questo contesto si inquadrano anche gli Exultet.
Come per le manifestazioni pittoriche, anche nell’ornamentazione libraria dell’area beneventana, per quanto semplice e limitata alle iniziali decorate, si notano influenze culturali diverse, tardoantiche, longobarde, bizantine, stratificate e variamente mescolate.
Dalla seconda metà del X secolo le soluzioni dello scriptorium di Montecassino, sistematizzate nella prima metà del secolo, hanno la forza di imporsi come punto di riferimento nella regione; i modi giaquintiani o dell’età teobaldiana hanno una maggiore forza penetrativa della cultura figurativa e vengono recepiti, pur se con la consueta indipendenza, anche dai manoscritti dell’area strettamente beneventana.
I manoscritti costituiscono un insieme eterogeneo per stile e qualità della decorazione, e non è possibile individuare o ricostruire una organica linea di sviluppo interna. La decorazione dei codici è differenziata, ma tutti i manoscritti provengono dalla stessa area culturale dal momento che gli ornati appartengono ad una comune fenomenologia decorativa.
Pur condividendo i singoli vocaboli ornamentali e una certa “aria di famiglia”, solo i manoscritti 6I e 11, e i codici 10 e 13 possono essere raggruppati e avvicinati, mentre gli altri sono piuttosto “casi isolati” dal punto di vista delle soluzioni stilistiche. Pertanto, difficilmente si può pensare che i manoscritti siano stati prodotti all’interno di un singolo centro scrittorio in cui l’attività di copia fosse continuata e ben organizzata. I codici della Capitolare analizzati provengono, più verosimilmente, da fondi monastici diversi, secondo l’ipotesi di Mallet e Thibaut sostanzialmente confermata anche dall’analisi della decorazione. L’accostamento anche poco coerente di soluzioni ornamentali diverse fa pensare che i codici siano stati trascritti e decorati in centri scrittori periferici, forse dipendenze cassinesi o volturnesi di cui recepivano parzialmente le novità figurative. Inoltre i codici presentano una fattura trascurata che, se confrontata con i coevi manoscritti cassinesi, li qualifica come prodotti “di periferia”.
Nella città esistevano verosimilmente più centri scrittori differenziati che, accanto ai codici liturgici per esclusivo uso interno dei monasteri, potevano produrre manufatti di eccellenza ricorrendo, forse, ad amanuensi esterni. In questo contesto si inquadrano anche gli Exultet.
Come per le manifestazioni pittoriche, anche nell’ornamentazione libraria dell’area beneventana, per quanto semplice e limitata alle iniziali decorate, si notano influenze culturali diverse, tardoantiche, longobarde, bizantine, stratificate e variamente mescolate.
Dalla seconda metà del X secolo le soluzioni dello scriptorium di Montecassino, sistematizzate nella prima metà del secolo, hanno la forza di imporsi come punto di riferimento nella regione; i modi giaquintiani o dell’età teobaldiana hanno una maggiore forza penetrativa della cultura figurativa e vengono recepiti, pur se con la consueta indipendenza, anche dai manoscritti dell’area strettamente beneventana.
File
Nome file | Dimensione |
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01_Introduzione.pdf | 54.20 Kb |
02_Bibli...onata.pdf | 99.84 Kb |
03_Stori...vento.pdf | 132.49 Kb |
07_Scrip...ntani.pdf | 106.75 Kb |
08_Conclusioni.pdf | 71.98 Kb |
09_Bibliografia.pdf | 135.76 Kb |
4 file non consultabili su richiesta dell’autore. |