Tesi etd-06132018-195318 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DI RENZO, SIMONE
URN
etd-06132018-195318
Titolo
COMUNITÀ vs. MARGINALITÀ. Alcune riflessioni tra periferie, ghetti e community organizing
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Paone, Sonia
Parole chiave
- banlieue
- casa
- community development
- community organization
- community organizing
- comunità
- ghetti
- marginalità
- periferie
Data inizio appello
02/07/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro analizza la situazione attuale delle periferie esplorando il lavoro di molti attori in questi territori, che potremmo chiamare un lavoro di frontiera.
Ci serviremo, per questo motivo, dell’analisi geografica proposta da Ugo Rossi e Alberto Vanolo che, guardando alla politica urbana, ne rintracciano tre fondamentali accezioni, la politica urbana intesa come rappresentazione, della politica di governo delle città, e della politica come contestazione.
Importante sarà allora capire come le manifestazioni della ghettizzazione sono in atto nel mondo e, per questo motivo, il testo “I reietti della città” di Loïc Wacquant sarà il canovaccio per l’analisi del fenomeno, al fine di dimostrare come la marginalizzazione urbana sia il risultato di dimensioni economiche di sfruttamento e mantenimento – voluto – di zone povere all’interno delle città.
La dimostrazione di ciò, l’avremo andando a presentare quanto in realtà le politiche abitative siano strettamente legate allo sviluppo capitalistico e di come le bolle speculative immobiliari abbiano devastato i quartieri popolari, svendendo il patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica e creando situazioni di vera e propria emergenza abitativa e speculazione criminosa, che ci restituiscono una dimensione per la quale l’abitazione è inserita nei processi di mercificazione dell’esistente.
Ma l’avremo ancor di più centrando il focus su di una città come Livorno, città dove sono cresciuto e in cui ho visto e vissuto gli effetti di quanto scritto finora.
Proseguiremo questo lavoro, andando ad analizzare il concetto di comunità, cercando di coglierne il senso, grazie al modello ideato da McMillan e Chavis, e la “voglia di comunità” come descritta in un celebre testo del sociologo polacco Zygmunt Bauman.
Se la situazione abitativa e urbana delle città della nostra contemporaneità è disagevole, dove ciò che conta, purtroppo, è il profitto, andremo allora a vedere come schiere di coraggiosi uomini e donne, si battono quotidianamente per resistere in questo contesto, cercando di sviluppare e intessere relazioni che possano modificare l’orizzonte delle proprie vite e di chi li sta accanto.
A volte inconsapevolmente, sono attori e protagonisti di pratiche di intervento sociale che cercano di rimediare ai nefasti effetti dello sviluppo capitalistico.
Sto parlando dei community organizer, di cui si tratta nel secondo capitolo, e che portano un intervento in questi difficili contesti sociali, andando a rimediare laddove le istituzioni e la società sono manchevoli.
Ci serviremo, per questo motivo, dell’analisi geografica proposta da Ugo Rossi e Alberto Vanolo che, guardando alla politica urbana, ne rintracciano tre fondamentali accezioni, la politica urbana intesa come rappresentazione, della politica di governo delle città, e della politica come contestazione.
Importante sarà allora capire come le manifestazioni della ghettizzazione sono in atto nel mondo e, per questo motivo, il testo “I reietti della città” di Loïc Wacquant sarà il canovaccio per l’analisi del fenomeno, al fine di dimostrare come la marginalizzazione urbana sia il risultato di dimensioni economiche di sfruttamento e mantenimento – voluto – di zone povere all’interno delle città.
La dimostrazione di ciò, l’avremo andando a presentare quanto in realtà le politiche abitative siano strettamente legate allo sviluppo capitalistico e di come le bolle speculative immobiliari abbiano devastato i quartieri popolari, svendendo il patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica e creando situazioni di vera e propria emergenza abitativa e speculazione criminosa, che ci restituiscono una dimensione per la quale l’abitazione è inserita nei processi di mercificazione dell’esistente.
Ma l’avremo ancor di più centrando il focus su di una città come Livorno, città dove sono cresciuto e in cui ho visto e vissuto gli effetti di quanto scritto finora.
Proseguiremo questo lavoro, andando ad analizzare il concetto di comunità, cercando di coglierne il senso, grazie al modello ideato da McMillan e Chavis, e la “voglia di comunità” come descritta in un celebre testo del sociologo polacco Zygmunt Bauman.
Se la situazione abitativa e urbana delle città della nostra contemporaneità è disagevole, dove ciò che conta, purtroppo, è il profitto, andremo allora a vedere come schiere di coraggiosi uomini e donne, si battono quotidianamente per resistere in questo contesto, cercando di sviluppare e intessere relazioni che possano modificare l’orizzonte delle proprie vite e di chi li sta accanto.
A volte inconsapevolmente, sono attori e protagonisti di pratiche di intervento sociale che cercano di rimediare ai nefasti effetti dello sviluppo capitalistico.
Sto parlando dei community organizer, di cui si tratta nel secondo capitolo, e che portano un intervento in questi difficili contesti sociali, andando a rimediare laddove le istituzioni e la società sono manchevoli.
File
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