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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06132018-154934


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ZIRPOLI, LORENZO
URN
etd-06132018-154934
Titolo
La valutazione della performance nelle pubbliche amministrazioni dopo la Riforma Madia.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Vuoto, Salvatore
Parole chiave
  • valutazione della performance
  • decreto Brunetta
  • d.lgs. n. 74/2017
  • Riforma Madia
Data inizio appello
18/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/07/2088
Riassunto
Le pubbliche amministrazioni costituiscono quella parte di apparato statale che, svolgendo funzioni amministrative, condizionano e organizzano le attività di tutti coloro che si trovano nel territorio nazionale. Esse rappresentano un elemento indefettibile nella nostra vita quotidiana, come singoli o in quanto appartenenti a formazioni sociali.
Pertanto, la Costituzione italiana riserva alle amministrazioni pubbliche un'apposita sezione, la seconda, inserita all'interno del titolo terzo della parte seconda della Carta fondamentale, dedicato al Governo.
In particolare l'articolo 97, comma 2, della Costituzione stabilisce che “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione”. Da questa norma si ricavano una serie di importanti principi posti alla base di ogni attività amministrativa.
Innanzitutto, il principio di legalità che mira a garantire che tutta l'organizzazione degli uffici sia disciplinata dalla legge e, in generale, che tutta l'attività amministrativa abbia fondamento in essa. Di seguito troviamo il principio del buon andamento che a sua volta si articola nel principio di efficacia, ossia capacità di raggiungere gli obiettivi, di efficienza, ovvero miglior rapporto fra risorse e risultati, ed economicità, vale a dire miglior rapporto fra il costo delle risorse, mezzi ed obiettivi.
Infine, il principio di imparzialità comporta sia il dovere di tenere in considerazione tutti gli interessi, privati e pubblici, che vengono in rilievo sia quello di porli sullo stesso piano senza preferire o trascurare alcuno di essi.
I principi sopra esposti vengono ulteriormente ribaditi all'articolo 1, comma 1, della legge 241/1990 a dimostrazione di quanto essi siano a fondamento di ogni tema inerente all'attività della pubblica amministrazione.
Negli ultimi trent'anni registriamo infatti molteplici interventi legislativi volti ad attualizzare e rendere effettivi questi principi basilari. Segnatamente, a partire dagli anni '90, possiamo notare come ogni Ministro delegato alla Funzione pubblica di turno elabori il proprio progetto di riforma dell'amministrazione allo scopo di rendere quest'ultima maggiormente efficace ed efficiente.
Le radici di questi interventi affondano, da un lato, nella crisi finanziaria dello stato e nelle esigenze di risanamento del debito pubblico, dall'altro, nella profonda insoddisfazione per la qualità e la quantità dei servizi pubblici offerti alla collettività degli amministrati. In questo contesto il tema della misurazione e valutazione della performance assume dunque un ruolo di assoluta centralità soprattutto per quanto concerne le ultime legislazioni elaborate a partire dal nuovo millennio.
E' in questa scia che matura l'intento riformatore del Ministro Maria Anna Madia, delegato alla semplificazione e alla pubblica amministrazione nei Governi Renzi e Gentiloni, concretizzatosi attraverso la legge delega n. 124/2015, attuata successivamente mediante una serie di decreti legislativi dell'Esecutivo.
Le misure introdotte dalla cosiddetta riforma Madia abbracciano un'area molto ampia di tematiche quali ad esempio la semplificazione del procedimento amministrativo, la prevenzione della corruzione e la trasparenza, alcune novità in tema di SCIA, conferenza di servizi e società partecipate e, da ultimo, la vasta materia del pubblico impiego. Proprio in quest'ultimo ambito il Governo, in attuazione della delega espressa all'art. 17, comma 1, let. r, della legge n. 124/2015, elabora il d.lgs. n. 74/2017 recante la riforma del ciclo della misurazione e della valutazione della performance, riferita sia alle singole amministrazioni che alle singole unità organizzative fino ad arrivare ai dipendenti individuali. Tale legislazione si inserisce nel più ampio, lungo e travagliato quadro normativo teso alla “managerializzazione” dell'apparato pubblico, mediante la diffusione di una nuova cultura dell'amministrazione, al fine anche di commisurare, per una parte rilevante, la retribuzione dei pubblici dipendenti in base ai risultati raggiunti in termini di efficienza in rapporto alla qualità del servizio reso ai cittadini.
Il presente elaborato mira ad analizzare, nelle sue varie sfaccettature, lo strumento della valutazione della performance nell'ambito delle amministrazioni pubbliche quale mezzo primario utilizzato per portare avanti il processo di “aziendalizzazione” dell'apparato burocratico statale. In particolare, dopo una breve descrizione dell'evoluzione normativa in materia contenuta nel primo capitolo, si procede, nei capitoli secondo e terzo, con l'analisi delle riforme più recenti. In questa sede l'attenzione viene posta specialmente sul funzionamento del ciclo di gestione della performance così come disciplinato nell'ambito del d.lgs. n. 150/2009 (c.d. decreto Brunetta) e successivamente modificato ad opera del d.lgs. n. 74/2017 in attuazione della legge delega n. 124/2015.
Sempre nella parte centrale di questa trattazione si inseriscono puntuali riferimenti ai vari organismi coinvolti nel ciclo della performance e agli innumerevoli adempimenti che questi sono chiamati a soddisfare.
Da ultimo, nel quarto capitolo, si intende fornire un inquadramento delle attività pratiche che lo Stato, segnatamente il Dipartimento della Funzione pubblica, e le singole amministrazioni interessate pongono in essere nell'attuare concretamente le procedure di misurazione e valutazione della performance.
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