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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06132016-165603


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
ROSPI, MIMMA
URN
etd-06132016-165603
Titolo
La segretezza del voto, garanzia di libertà (o ostacolo alla partecipazione?): una comparazione fra Italia e Stati Uniti
Settore scientifico disciplinare
IUS/21
Corso di studi
SCIENZE GIURIDICHE
Relatori
tutor Prof. Passaglia, Paolo
Parole chiave
  • primarie
  • partecipazione democratica
  • liste elettorali
  • forme alternative di voto
  • finanziamento della politica
  • e-vote
  • procedure elettorali
  • e-democracy
  • diritto di voto
  • democrazia
  • voto segreto
Data inizio appello
12/07/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2086
Riassunto
Il principio della segretezza del voto è un dato irretrattabile e irrinunciabile delle democrazie moderne, che hanno riconosciuto lo stesso come uno degli standards di democraticità degli ordinamenti giuridici, nella misura in cui esso garantisce che l’espressione del voto del singolo elettore sia “genuino”, ovvero pienamente libero e consapevole.
Gli ordinamenti giuridici hanno riconosciuto la segretezza del voto come baluardo delle democrazie moderne, modulandone diversamente la tutela. Ad esempio, mentre nei Paesi europei (ad eccezione del Lussemburgo e del Regno Unito) e nell’ordinamento dell’Ue si riconosce costituzionalmente e nei trattati sovranazionali la pregnanza del principio della segretezza del voto come consustanziale alla democrazia, negli Stati Uniti d’America non è prevista alcuna tutela a livello della Costituzione federale, pur disponendo che la modalità di espressione del voto “ordinaria” debba avvenire in segreto. La ratio di tale differenza risiede nella diversa qualificazione giuridica del diritto di voto che si è riscontrata nell’indagine comparata fra Italia e Stati Uniti d’America. Si è, infatti rilevato che, in base al diverso livello di tutela riconosciuto al voto segreto, si ha una diversa concezione della “fondamentalità” del voto. Negli Stati Uniti, non essendo il voto segreto previsto in Costituzione federale, la “fondamentalità” del voto si basa sulla libertà di espressione del proprio pensiero in pubblico ai sensi del I emendamento, donde l’esercizio più naturale del voto dovrebbe essere quello del viva voce; mentre nell’ordinamento italiano la “fondamentalità” del voto, quale diritto individuale dell’elettore, è garantita anche dalla segretezza che permette l’espressione libera dello stesso, di modo che questi sia in grado di adempiere alla funzione pubblica che, all’interno del “circuito democratico”, l’elettore è chiamato a svolgere, ovvero di esercitare la sovranità popolare, secondo il principio democratico ai sensi del combinato disposto degli artt. 1 e 48 della Cost.
Si è, tuttavia, constatato che in entrambi gli ordinamenti, seppur con retroterra culturali diversi su quale sia la concezione della natura giuridica del voto, il principio della segretezza del voto ha rivestito un ruolo importante di garanzia di libertà, già a partire dalla fine dell’Ottocento, durante l’espansione del suffragio a fasce sempre più larghe della popolazione, sino a giungere alla affermazione del suffragio universale, e, dunque, all’affermarsi dei sistemi democratici attuali.
Da quanto esposto si è ritenuto di poter tracciare una sorta di “triangolo della democrazia”, ove si sono individuati i tre seguenti lati: la segretezza del voto, il principio della partecipazione democratica ed il principio di pubblicità e trasparenza. Si è constatato che l’attenzione alla segretezza
del voto implica un diverso bilanciamento operato dai due sistemi nell’assestamento delle democrazie attuali, ove si registra un’instabilità del concetto di democrazia, che vede “cigolare” la stabilità del triangolo. Gli elementi responsabili di questo “sciame sismico” sono: la crisi dei partiti politici e del concetto di rappresentanza politica, la necessità di porre un argine alla corruzione degli spazi politici, della neutralità della tecnica e l’avvento dell’e-democracy. Questi elementi stanno modificando geneticamente il concetto di democrazia, che ha già virato verso una democrazia “rappresentativa-partecipativa”, in cui sono sempre maggiori gli spazi di intervento per la cittadinanza nei processi democratici, per il tramite della partecipazione democratica e della pubblicità e trasparenza dei processi politici. Rispetto a questi due principi la tutela della segretezza del voto pare retrocedere.
Il progetto di tesi per il tramite del focus della segretezza del voto mira a verificare "dove siamo in termini di democrazia". In particolare, partendo dal rapporto trilatero enunciato, si è cercato di capire se la tutela della segretezza del voto fosse estensibile ad un momento antecedente
all’esercizio del voto, ovvero se la segretezza del voto dovesse essere garantita anche in riferimento all’orientamento politico dei votanti. Al riguardo, comparando l'ordinamento italiano e quello statunitense, si sono analizzati quattro istituti che implementano la partecipazione e la trasparenza, ma riducono la tutela della segretezza dell'orientamento politico del votante: le liste elettorali; le elezioni primarie; il finanziamento della politica; la partecipazione democratica 2.0. Da ciò è emerso che non è estendibile la tutela della segretezza del voto anche all'orientamento politico del votante in una fase antecedente alle elezioni ufficiali, perché è nella natura del concetto di partecipazione democratica che tutto debba avvenire "alla luce del sole", per garantire la massima libertà del singolo di creare una propria opinione politica, attingendo ad una pluralità di fonti, e di esprimersi liberamente.
Successivamente si è verificato il grado di tutela della segretezza del voto durante lo svolgimento delle elezioni ufficiali, analizzando in chiave comparata tre istituti: le procedure elettorali; le forme alternative del voto; il voto elettronico e l'e-vote. Si è constatato che diverso è il grado di tutela garantito negli USA e in Italia. Si tende in entrambi gli ordinamenti ad agevolare il più possibile la partecipazione degli elettori, però mentre negli USA si accetta di ridurre la tutela della segretezza del voto, nell'ordinamento italiano la segretezza del voto rimane un caposaldo di garanzia di libertà.
Si ritiene che la segretezza del voto non è, dunque, un ostacolo alla partecipazione democratica, perché è una garanzia di libertà quale ultima barriera in grado di arginare il fenomeno dell'involuzione della partecipazione democratica e della trasparenza in democrazia dell'audience, ove i rapporti tra controllori e controllati sarebbero altrimenti ribaltati.
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