Thesis etd-06132014-203747 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
MACCHIA, ELISABETTA
URN
etd-06132014-203747
Thesis title
Confronto degli effetti sulla coagulazione e sulla funzione renale delle Gelatine e del Ringer Lattato in cardiochirurgia.
Department
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Course of study
ANESTESIA RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA
Supervisors
relatore Dott. Del Sarto, Paolo
relatore Dott.ssa Haxhiademi, Dorela
relatore Dott.ssa Haxhiademi, Dorela
Keywords
- cardiochirurgia
- coagulazione
- funzione renale
- Gelofusine
Graduation session start date
30/06/2014
Availability
Full
Summary
Background
I colloidi vengono usati abitualmente per la composizione del priming per la Circolazione Extracorporea in cardiochirurgia. Nell’ ottobre 2013 la Commissione Europea ha decretato il ritiro dal commercio degli HES per i loro impatti negativi sia sulla coagulazione (alterazione del test della coagulazione e aumentato rischio di sanguinamento post-chirurgico), che sulla funzione renale (aumentato rischio di disfunzione renale e di necessità di terapia renale sostitutiva). Da allora l’unico colloide sintetico disponibile è il Gelofusine, un colloide già presente sul mercato da oltre 60 anni ma su cui a tutt'oggi esistono pochi studi che ne abbiano valutato gli effetti sulla coagulazione e sulla funzione renale.
Obiettivo
L’obiettivo del nostro studio è stato quello di valutare gli effetti sull'assetto coagulativo e sulla funzione renale del colloide Gelofusine usato nella composizione del priming per la circolazione extracorporea (CEC) in cardiochirurgia.
Metodi e Risultati
35 pazienti sottoposti ad intervento di cardiochirurgia sono stati assegnati in modo randomizzato al gruppo Gelofusine (18 pazienti) o al gruppo Ringer Lattato (RL - 17 pazienti) usati come soluzione di priming per la CEC. La coagulazione è stata studiata mediante il test visco-elastico su sangue intero ROTEM (Rotational Thromboelastometry). Sono stati eseguiti tre prelievi ematici: basale (all’ ingresso in sala operatoria), dopo due ore di CEC e all’ingresso in UTI. L’impatto sulla funzione renale è stato studiato mediante il nuovo biomarcatore del danno renale Neutrophyl Gelatinase – Assosciated Lipocalin (NGAL). L’NGAL urianario è stato testato al tempo basale, dopo due ore di CEC, all’ ingresso in UTI, e poi 2, 6, 12 ore dopo l’ingresso in UTI. Per completare lo studio della funzione renale inoltre sono stati misurati la creatinina e la cistatina C sieriche sia basali che dopo 12, 24, 48 e 72 ore dall’ingresso in UTI.
I dati sono stati esaminati per la distribuzione normale secondo il test di Kolmogorov-Smirnov. Non esistevano differenze significative nei due gruppi riguardo le caratteristiche demografiche, emodinamiche e delle variabili peri-operatorie.
I parametri ROTEM analizzati sono stati: Clotting Time (CT), Clot Formation Time (CFT), angolo α, A10, Maximum Clot Firmness (MCF) e Maximum Lysis (ML). Sono stati eseguiti i test INTEM, EXTEM, FIBTEM e HEPTEM. L’analisi di varianza (ANOVA) ha dimostrato una differenza significativa tra FIBTEM(HS)MCF (13.33 ± 2.78 nel gruppo Gelofusine vs 15.70 ± 3.83 nel gruppo RL, p = 0.04) e FIBTEM(HS) A10 (11.44 ± 2.14 nel gruppo Gelofusine vs 13.70 ± 3.53 nel gruppo RL, p = 0.026).
L’analisi di varianza (ANOVA) ha mostrato la presenza di una differenza significativa tra l’NGAL urinario dopo 2 ore di CEC (27.6 ± 29.1 ng/mL nel gruppo Gelofusine vs 13 ± 14.2 nel gruppo RL, p = 0.019), e all’arrivo in UTI (548.2 ± 858 ng/mL nel gruppo Gelofusine vs 71,6 ± 119 nel gruppo RL, p= 0,029). Non sono stati evidenziati differenze significative della creatinina e cistatina C sierica tra i 2 gruppi.
Conclusioni
L’esposizione a Gelofusine si è visto essere associata a valori statisticamente inferiori del FIBTEM(HS)MCF e FIBTEM(HS)A10. Questo dato indica una ridotta partecipazione del fibrinogeno nella formazione del coagulo. Ulteriori studi con maggior numero di pazienti e l’integrazione di altre metodiche per lo studio della coagulazione sono necessari per confermare questi dati e capire il meccanismo responsabile.
Per quanto riguarda la funzione renale l’esposizione a Gelofusine si è visto essere associata a valori staticamente superiori di NGAL urinario nei prelievi eseguiti dopo due ore di circolazione extracorporea e all’ingresso in terapia intensiva. Questi risultati suggeriscono un coinvolgimento del Gelofusine nello sviluppo del danno renale perioperatorio. Ulteriori studi sono necessari per chiarire il significato clinico di questo incremento.
I colloidi vengono usati abitualmente per la composizione del priming per la Circolazione Extracorporea in cardiochirurgia. Nell’ ottobre 2013 la Commissione Europea ha decretato il ritiro dal commercio degli HES per i loro impatti negativi sia sulla coagulazione (alterazione del test della coagulazione e aumentato rischio di sanguinamento post-chirurgico), che sulla funzione renale (aumentato rischio di disfunzione renale e di necessità di terapia renale sostitutiva). Da allora l’unico colloide sintetico disponibile è il Gelofusine, un colloide già presente sul mercato da oltre 60 anni ma su cui a tutt'oggi esistono pochi studi che ne abbiano valutato gli effetti sulla coagulazione e sulla funzione renale.
Obiettivo
L’obiettivo del nostro studio è stato quello di valutare gli effetti sull'assetto coagulativo e sulla funzione renale del colloide Gelofusine usato nella composizione del priming per la circolazione extracorporea (CEC) in cardiochirurgia.
Metodi e Risultati
35 pazienti sottoposti ad intervento di cardiochirurgia sono stati assegnati in modo randomizzato al gruppo Gelofusine (18 pazienti) o al gruppo Ringer Lattato (RL - 17 pazienti) usati come soluzione di priming per la CEC. La coagulazione è stata studiata mediante il test visco-elastico su sangue intero ROTEM (Rotational Thromboelastometry). Sono stati eseguiti tre prelievi ematici: basale (all’ ingresso in sala operatoria), dopo due ore di CEC e all’ingresso in UTI. L’impatto sulla funzione renale è stato studiato mediante il nuovo biomarcatore del danno renale Neutrophyl Gelatinase – Assosciated Lipocalin (NGAL). L’NGAL urianario è stato testato al tempo basale, dopo due ore di CEC, all’ ingresso in UTI, e poi 2, 6, 12 ore dopo l’ingresso in UTI. Per completare lo studio della funzione renale inoltre sono stati misurati la creatinina e la cistatina C sieriche sia basali che dopo 12, 24, 48 e 72 ore dall’ingresso in UTI.
I dati sono stati esaminati per la distribuzione normale secondo il test di Kolmogorov-Smirnov. Non esistevano differenze significative nei due gruppi riguardo le caratteristiche demografiche, emodinamiche e delle variabili peri-operatorie.
I parametri ROTEM analizzati sono stati: Clotting Time (CT), Clot Formation Time (CFT), angolo α, A10, Maximum Clot Firmness (MCF) e Maximum Lysis (ML). Sono stati eseguiti i test INTEM, EXTEM, FIBTEM e HEPTEM. L’analisi di varianza (ANOVA) ha dimostrato una differenza significativa tra FIBTEM(HS)MCF (13.33 ± 2.78 nel gruppo Gelofusine vs 15.70 ± 3.83 nel gruppo RL, p = 0.04) e FIBTEM(HS) A10 (11.44 ± 2.14 nel gruppo Gelofusine vs 13.70 ± 3.53 nel gruppo RL, p = 0.026).
L’analisi di varianza (ANOVA) ha mostrato la presenza di una differenza significativa tra l’NGAL urinario dopo 2 ore di CEC (27.6 ± 29.1 ng/mL nel gruppo Gelofusine vs 13 ± 14.2 nel gruppo RL, p = 0.019), e all’arrivo in UTI (548.2 ± 858 ng/mL nel gruppo Gelofusine vs 71,6 ± 119 nel gruppo RL, p= 0,029). Non sono stati evidenziati differenze significative della creatinina e cistatina C sierica tra i 2 gruppi.
Conclusioni
L’esposizione a Gelofusine si è visto essere associata a valori statisticamente inferiori del FIBTEM(HS)MCF e FIBTEM(HS)A10. Questo dato indica una ridotta partecipazione del fibrinogeno nella formazione del coagulo. Ulteriori studi con maggior numero di pazienti e l’integrazione di altre metodiche per lo studio della coagulazione sono necessari per confermare questi dati e capire il meccanismo responsabile.
Per quanto riguarda la funzione renale l’esposizione a Gelofusine si è visto essere associata a valori staticamente superiori di NGAL urinario nei prelievi eseguiti dopo due ore di circolazione extracorporea e all’ingresso in terapia intensiva. Questi risultati suggeriscono un coinvolgimento del Gelofusine nello sviluppo del danno renale perioperatorio. Ulteriori studi sono necessari per chiarire il significato clinico di questo incremento.
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