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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06132013-163237


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
D'AGOSTINO, GIANNA
Indirizzo email
puntogianna@gmail.com
URN
etd-06132013-163237
Titolo
Pier Paolo Pasolini e Michel Foucault storia, potere, bios
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Prof.ssa Benedetti, Carla
correlatore Dott.ssa Cremonesi, Laura
Parole chiave
  • Michel Foucault
  • Pier Paolo Pasolini
Data inizio appello
01/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/07/2053
Riassunto
Questo lavoro si propone di inserire alcune tematiche dell’opera pasoliniana all’interno della più ampia riflessione sull’avvento della moderna società dei consumi che ha caratterizzato la storia del pensiero occidentale durante la seconda metà del secolo scorso e che Pasolini ha per certi aspetti anticipato, per altri lucidamente tradotto in immagini poetiche indimenticabili. Tra tutti gli interpreti del pensiero moderno ho scelto Michel Foucault, con riferimento particolare al secondo periodo della sua produzione, la cui interpretazione del dispositivo di sessualità in quanto dispositivo di potere-sapere e la cui formulazione dei concetti di biopolitica e biopotere mi sono parse particolarmente utili per illuminare alcuni luoghi cruciali dell’opera pasoliniana dalla seconda metà degli anni Sessanta alla morte. Può parere eccentrico, ma certo non lo si troverà inutile, accostare due autori tanto differenti tra loro per formazione e per attitudine e con così scarsi appigli filologici. L’unico sicuro è la recensione al lungometraggio pasoliniano Comizi d’amore che Foucault scrisse nel 1977, ci sono poi numerosi altri passi paralleli, e alcune convergenze riguardo alla visione del potere e della sessualità che permettono quel dialogo a distanza che è uno degli intenti che si propone questo lavoro. Quella breve recensione se inserita adeguatamente all’interno della più ampia riflessione foucaultiana, che in quegli anni stava subendo una decisiva evoluzione, regala importanti spunti di analisi dell’opera pasoliniana. Essa occupa infatti il centro geografico e tattico di questo lavoro, da cui si dipanano le tre linee di interpretazione che ho scelto per tentare un confronto tra questi due autori: il ripensamento del concetto di storia; l’avvento di un potere dai connotati nuovi e sfuggenti; l’ottica biopolitica all’interno della quale ho cercato di inquadrare la problematica della mutazione antropologica, e che si traduce in una peculiare “presa di parola” tipica del Pasolini degli anni Settanta. Michel Foucault fu il primo a riconoscere che l’inchiesta sulla sessualità compiuta da Pasolini in Comizi d’amore non si configurava tanto come una fotografia dei costumi degli Italiani, ma rivelava piuttosto i prodromi di quel cambiamento culturale e antropologico che il nostro paese stava subendo, e che Pasolini avrebbe interpretato esistenzialmente vivendolo nel proprio corpo e leggendolo nei comportamenti e sui corpi degli italiani. Se da una parte, dunque, ho usato gli scritti di Foucault come una “scatola di attrezzi” filosofici utili a costruire una interpretazione inedita di Pasolini – cercando di inquadrare il travagliato momento di passaggio che portò il poeta a un ripensamento totale della proprio impegno e della propria poetica – dall’altra, attraverso gli scritti di Pasolini, è sull’intera storia italiana dal boom economico ad oggi che le teorie di Foucault gettano una luce inquieta. Mettere a confronto questi due autori permette anche di ridiscutere alcuni luoghi comuni alla critica pasoliniana, passata e presente. Ad ognuno dei tre assi tematici fa da sottofondo il ripensamento di tre atteggiamenti attribuiti spesso dalla critica a Pasolini: l’attaccamento regressivo a un passato ormai scomparso, una visione del nuovo potere onnicomprensiva e tentacolare di fronte al quale l’intellettuale non può che arrendersi, il mito populista del corpo bello dei sottoproletari.
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