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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06132008-165244


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
IACOPONELLI, CLAUDIA
URN
etd-06132008-165244
Titolo
La narrativa di Hanif Kureishi tra mimicry e hybridity
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
LINGUE E LETTERATURE STRANIERE
Relatori
Relatore Prof.ssa Pacinotti, Lia
Parole chiave
  • Hanif Kureishi
Data inizio appello
03/07/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/07/2048
Riassunto
Alcune identità vengono con la nascita, altre escono fuori attraverso le esperienze della vita, questo significa che per alcune persone lo sviluppo della propria identità è una cosa naturale, mentre per altre è una cosa più complessa da raggiungere. La società moderna, globalizzata, multiculturale e con un bagaglio storico del postcolonialismo britannico, ha creato molti ostacoli per lo sviluppo dell’identità, specialmente per i figli degli immigrati, che si vedono inseriti in due contesti, la famiglia e la società in cui vivono, ai quali non appartengono completamente.
In questo lavoro mi propongo di trattare il problema dell’identità in due opere di Hanif Kureishi, The Buddha of Suburbia e The Black Album. L’elemento che caratterizza questo scrittore, nato da padre pakistano e madre inglese, è il fatto di mantenere un legame con la terra d’origine, con la sua storia, le sue tradizioni e strutture sociali, e di continuare a sentire un rapporto, lontano ma non cancellato, con essa. Inizialmente, nella prima parte, farò un quadro generale sul postcolonialismo, contesto storico letterario di cui fa parte l’autore, e sulle letterature postcoloniali che manifestano il processo con cui i paesi ex colonizzati affrontano l’indipendenza politica dal paese dominatore e il recupero delle proprie origini culturali e linguistiche. Si prenderanno in considerazione le opere critiche di Homi K. Bhabha, Edward W. Said, Bill Ashcroft, Gareth Griffiths e Helen Tiffin, e verranno discussi i concetti di mimicry e di hybridity. Successivamente, nella seconda parte, introdurrò Hanif Kureishi e i romanzi The Buddha of Suburbia e The Black Album,che trattano della multietnicità culturale contemporanea, ponendo il problema della convivenza di gruppi etnici di origini e lingue diverse, ma accomunati da una presente appartenenza British. In seguito esporrò quali sono le influenze postcoloniali sulle identità individuali in Gran Bretagna e, nello specifico, analizzerò le influenze che i due protagonisti, Karim e Shahid, hanno ricevuto dalla famiglia, dagli amici e dalla società, e il ruolo importante che hanno avuto questi ultimi ai fini del raggiungimento dell’identità dei due ragazzi. Nella terza e ultima parte, verranno esaminate le caratteristiche dei romanzi dal punto di vista tematico, linguistico e geografico. L’identità, il senso di non appartenenza, l’immigrazione e lo stato di Third place sono i temi principali che ho ritenuto importante approfondire. L’ibridismo, caratteristica peculiare della letteratura postcoloniale, domina interamente i due romanzi attraverso il linguaggio. Londra è il fulcro nevralgico delle storie di Kureishi. La capitale inglese è importante perché rappresenta per i protagonisti una seconda migrazione dalla periferia al centro ed è, inoltre, fondamentale per lo scrittore in quanto è una metafora perfetta per definire ciò che per lui è una nuova identità nazionale.
Nell’elaborazione di questa tesi ho mostrato come sia nel The Buddha of Suburbia che nel The Black Album si siano formate le identità di Karim e Shahid in un contesto come quello della società britannica multiculturale. Per entrambi i ragazzi, l’identità è una cosa importante e da non dare per scontato, perché per loro l’identità è una costante fonte di domande su sé stessi, il loro presente e il loro futuro. Si trovano a sperimentare e provare limiti, pregiudizi e tradizioni. Sempre in lotta con il loro duplice background, Karim e Shahid sono in cerca di qualcosa di nuovo, qualcosa di giusto, lontano dalle regole, dai genitori e da ciò che la società si aspetti. I due protagonisti si battono per scrollarsi di dosso la grande eredità lasciata dal postcolonialismo, che li pone, quotidianamente, nel dilemma di chi siano e che cosa diventeranno. Attraverso il lieto fine del The Buddha of Suburbia, Kureishi vuole creare un esempio positivo come prova che c’è un cambiamento, e che sta prendendo piede nella sociètà britannica. Anche per Shahid, che lo scrittore inizialmente aveva posto al centro di due estremità, Kureishi utilizza un tono di speranza nel romanzo, che in qualche modo indica al lettore che Shahid è su qualcosa che può diventare un successo e ha davanti a sé una strada alternativa da seguire.
Attraverso questi due romanzi Hanif Kureishi ci ha fornito un perfetto resoconto sulla formazione dell’identità, ma non solo, ci ha voluto illustrare una vera e propria riflessione sulla vita stessa. La letteratura di Kureishi è percorsa da un messaggio di apertura, di tolleranza e di complessità in un mondo dilaniato da odi etnici e dal fondamentalismo islamico. Lo stile critico, ironico e irriverente che Kureishi ha mostrato nei romanzi sottolinea “la precarietà della costruzione ideologica dell’Englishness tenacemente inseguita dal razzismo di Powell prima e dal conservatorismo Thatcher più tardi” e la necessità di ridefinizione del concetto di nazionalità. E’ lo stesso Kureishi, a proporre “a new way of being British”.
Ho apprezzato Kureishi come autore perché le tematiche che tratta nei suoi lavori risultano ancora, purtroppo, attuali: matrimoni combinati, senso di non appartenenza e razzismo, sono realtà che ho avuto modo di constatare in seguito alla mia esperienza in Inghilterra, durante lo scambio Erasmus. Ho avuto la fortuna di conoscere ragazzi della mia età, provenienti da diverse parti del mondo, che si trovano a dover combattere ogni giorno con problematiche che si riscontrano negli argomenti affrontati da Kureishi nei suoi romanzi. Nonostante oggi si parli in continuazione di integrazione razziale, in realtà non si è ancora raggiunto un effettivo equilibrio, poiché siamo consapevoli dell’esistenza delle altre culture, ma non siamo ancora in grado di accettare pienamente la diversità.



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