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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06122020-182311


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BERTI, MATILDE
URN
etd-06122020-182311
Titolo
Xenocrates: from the categories to the principles
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Centrone, Bruno
correlatore Prof. Horky, Phillip Sidney
Parole chiave
  • platonismo
  • Platonism
  • Platone
  • Plato
  • ontology
  • ontologia
  • Old Academy
  • metaphysics
  • metafisica
  • filosofia antica
  • dottrina delle categorie
  • dottrina dei principi
  • categories
  • categorie
  • Aristotle
  • Aristotele
  • ancient philosophy
  • Accademia antica
  • Accademia
  • Academy
  • principi
  • principles
  • Senocrate
  • Speusippo
  • Speusippus
  • Xenocrates
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/07/2090
Riassunto
This AM thesis aims at offering a reconstruction of Xenocrates’ philosophy, the second scholarch of the Academy after Plato’s death. First, I will focus on the doctrine of categories apparently formulated by Xenocrates according to Simpliucis’ testimony (F 15 IP). Next, I will take in consideration Xenocrates’ doctrine of principles, which cannot be considered independently from the categories. The methodology that I will follow in order to provide a plausible account of Xenocrates is novel. In fact, I chose Aristotle as a privileged source, in contrast with the approach followed by all the scholars that previously have tried to investigate Xenocrates’ thought. The most recent studies, indeed, have put more emphasis on Plutarch and Sextus Empiricus and ended up considering them both indispensable and self-sufficient sources for the Xenocratean philosophy. However, taking a closer look at the testimonies they offer, it is possible to recognise many incoherencies and retrojections of doctrines posterior to those of Xenocrates. Furthermore, of course such retrojections are useful to the doctrines the sources prompts for in a given context. It is almost obvious that giving so much relevance to these sources one ends up providing an interpretation of Xenocrates’ philosophy difficulty consistent with the doctrines he could actually have argued for. The benefit of relying on Aristotle’s testimony is precisely that of analysing Xenocrates’ philosophy through the eyes of another disciple of the Academy, of course Aristotle. In other words, even admitted his vigorous polemical attitude, one cannot deny that he shared the same theorical and philosophical preoccupations with Xenocrates. The same cannot be stated when one considers both Plutarch and Sextus Empiricus, whose philosophical necessities were quite different from Xenocrates’ and Aristotle’s, despite their continuity. The first part of the thesis has precisely this aim, namely that of showing how hard it is to reconstruct credibly Xenocrates’ thought totally or almost totally discarding Aristotle’s testimony in favour of other sources. The same follows also for Speusippus, the first scholar of the Academy.
In the second part the attention is directed in the first place to the context in which the Xenocratean doctrine of the categories originates. Needles to say, the context is the same that will bring Aristotle as well to develop his own doctrine of the categories. My starting point to grasp the categories is Plato’s dialectic, therefore I will investigate its role with particular attention to later dialogues such as the Philebus, the Sophist and the Statesman. Accordingly, out of the two roles assumed by dialectic, namely a demonstrative and a classificatory, it is the latter that is more closely related to any form of categorisation of reality, be it dichotomous (Xenocrates) or articulated in ten categories (Aristotle). After the discission about Plato’s dialectic, I will continue sketching the modifications dialectic underwent in Speusippus’ and in Aristotle’s philosophy, of course with particular attention to Xenocrates. Starting from the Simplicean fragment and with the help of Aristotle and Plato above all, it will be possible to attempt to reconstruct Xenocrates’ doctrine of categories. Moreover, hopefully, it will be possible to understand the motives behind Xenocrates’ bipartition between per se (kath’auto) and “in relation to something else” (pros ti) and how the doctrine worked. In conclusion, I will illustrate how such a doctrine can lead an ontological and linguistic subdivision that is necessarily linked to the Academic doctrine of principles. Besides, thanks to this, it will also result easier to grasp the Xenocratean doctrine of principles.

Questa tesi magistrale ha l’obiettivo di ricostruire la filosofia di Senocrate, il secondo scolarca dell’Accademia dopo la morte di Platone. In particolare ci si sofferma sulla dottrina delle categorie che Senocrate sembra aver elaborato secondo la testimonianza di Simplicio (F 15 IP) e sulla sua dottrina dei principi, la quale non può essere considerata indipendentemente dalle categorie. L’approccio seguito al fine di ricostruire la filosofia di Senocrate è sostanzialmente nuovo, considerato che si è scelto di considerare Aristotele come fonte privilegiata, in opposizione rispetto a quanto fatto fino ad ora negli studi condotti su questo autore. Questi ultimi studi, infatti, hanno sempre messo in evidenza l’importanza soprattutto di Plutarco e Sesto Empirico come fonti impresindibili per comprendere il pensiero di Senocrate. Tuttavia, ad un esame più attento di alcune testimonianze offerte da questi filosofi, è possibile riscontrare diversi slittamenti e retroproiezioni su Senocrate di dottrine a lui posteriori, spesso allo scopo di avvalorare la tesi sostenuta dalla fonte nel dato contesto. È evidente che privilegiando queste fonti l’interpretazione della filosofia di Senocrate a cui si perviene è poco in linea con le dottrine che egli potrebbe effettivamente aver sostenuto. Un vantaggio che si ha dal privilegiare la testimonianza di Aristotele è precisamente quello di affrontare la filosofia di Senocrate attraverso la testimonianza di qualcuno che, per quanto polemico e interessato a proporre le proprie dottrine, proviene dallo stesso ambiente, l’Accademia. In ragione non solo della vicinanza temporale, ma anche della comune formazione Accademica, è possibile sostenere senza troppi problemi che sia Aristotele che Senocrate avessero le stesse preoccupazioni filosofiche che, inutile dirlo, sono assai diverse (seppure in continuità) con quelle di Plutarco o Sesto Empirico. La prima parte della tesi ha precisamente questo scopo, ovvero quello di mostrare come sia estremamente difficile utilizzare esclusivamente o quasi testimonianze diverse da quella Aristotelica per comprendere la filosofia di Senocrate. Lo stesso incidentalmente varrà anche per Speusippo, il primo scolarca dell’Accademia.
Nella seconda parte si analizza in primo luogo il contesto dal quale si origina la dottrina delle categorie di Senocrate, che è, inutile notarlo, lo stesso in cui si origina anche la dottrina delle categorie aristotelica. Il punto da cui bisogna partire per comprendere questa dottrina è Platone. In questo rispetto, è importante riconoscere il ruolo giocato dalla dialettica, in particolare in dialoghi considerati tardi come il Filebo, il Sofista e il Politico. Infatti, dei due usi principali assunti della dialettica platonica, ovvero quello dimostrativo e quello classificatorio, proprio quest’ultimo mostra di essere quello più vicino ad una qualsiasi forma di categorizzazione della realtà, che si tratti di una dicotomica, come quella di Senocrate, o di una basata su dieci categorie, come quella di Aristotele. Dopo aver discusso la dialettica in Platone si prosegue cercando di tracciare a grandi linee gli sviluppi successivi da parte di Speusippo, di Aristotele, con particolare attenzione ovviamente a Senocrate. Partendo dal frammento simpliciano e aiutandosi soprattutto con Aristotele e Platone, sarà possibile provare a ricostruire le motivazioni e il funzionamento della dottrina delle cateogorie di Senocrate basata sulla bipartizione “per se” (kath’auto) e “rispetto ad altro” (pros ti). In conclusione si mostrerà come è possibile che una tale dottrina porti a elaborare una suddivisione che, grazie alla sua rilevanza sia linguistica che ontologica, necessariamente si collega alla dottrina dei principi di Senocrate e che in parte ci aiuta a comprenderla meglio.
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