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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06122020-170831


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PALMERI, MARIANNA
URN
etd-06122020-170831
Titolo
"Daddy, I'm through": Le dinamiche intergenerazionali in Sylvia Plath
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE, LETTERATURE E FILOLOGIE EURO - AMERICANE
Relatori
relatore Prof. Ciompi, Fausto
Parole chiave
  • Sylvia Plath
  • rapporto adulto-giovane
  • madre
  • padre
  • concetto di maternità
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/07/2060
Riassunto
L’obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare il rapporto adulto-giovane in una selezione di opere di Sylvia Plath, ed osservare come l’autrice, in queste, assuma le diverse prospettive. In particolare, il primo capitolo è incentrato su un’analisi della biografia dell’autrice e sul percorso di sviluppo artistico da lei intrapreso prima di trovare una propria voce e identità poetica. Ulteriore aspetto analizzato in questo capitolo è il rapporto che la Plath intratteneva con la scrittura e come questa sia stata uno strumento fondamentale nella sua vita per sentirsi parte del mondo ed allontanare quel costante senso di angoscia e vuoto esistenziale che la tormentava. Nel secondo e terzo capitolo vengono presi in analisi alcuni dei componimenti più significativi dell’autrice dedicati al padre, alla madre e al concetto di maternità. Nell’ultimo capitolo, infine, viene analizzato il romanzo The Bell Jar, e nello specifico il complesso rapporto che la protagonista intratteneva con la figura materna e i vari personaggi femminili adulti. Tramite una suddivisione dell’elaborato dal punto di vista cronologico, distinguendo le poesie tra fase giovanile e matura, si è posta particolare attenzione all’evoluzione dell’atteggiamento della Plath riguardo queste tematiche. Tale sviluppo è possibile osservarlo soprattutto nei componimenti dedicati al rapporto padre-figlia. Il genitore viene descritto come figura autoritaria ed emotivamente distante, che ancora dopo la morte continuava ad esercitare un forte controllo sulla figlia e a tormentare la sua esistenza. Ma se nelle opere della fase giovanile questo appare come una figura possente, nei confronti del quale la figlia si pone in una condizione di subordinazione, nella fase matura ella raggiunge una maggiore consapevolezza e riesce ad affrontarlo e a contrastarlo. Si è proseguito poi con l’analisi del rapporto conflittuale tra Sylvia Plath e la madre e il modo in cui la donna viene descritta nelle poche opere a lei dedicate. La genitrice, nei testi presi in analisi, appare sempre come una donna opprimente, invadente e che cerca di esercitare un controllo sulla vita e sulle scelte della figlia. Ella dunque non incarna il ruolo di madre ideale, in quanto si mostra priva di sensibilità, per nulla empatica e non funge da figura di supporto per la figlia. Viene percepita come una presenza negativa dalla quale la protagonista cerca di allontanarsi per poter raggiungere una sua autonomia e libertà. Per quanto concerne, invece, i componimenti dedicati ai figli si è osservato come la Plath alterni sentimenti ambivalenti di gioia e di preoccupazione. Ella, infatti, nelle sue opere riflette le stesse emozioni contrastanti che aveva manifestato riguardo l’idea di maternità durante la sua esistenza. In particolare, per la fase giovanile sono state analizzate delle poesie in cui la protagonista esprime parole di timore riguardo il futuro del bambino che porta in grembo e di preoccupazione nei confronti della sua stessa individualità di donna. Nel capitolo dedicato agli scritti appartenenti alla fase matura sono state prese in esame alcune opere che mostrano le diverse sfaccettature della maternità: dall’emozione della donna impaziente di conoscere il proprio bambino, al senso di estraniazione provato dalla madre, fino al dolore e al senso di vuoto legati all’esperienza dell’aborto.
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