Tesi etd-06122019-130006 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MENCARONI, MARCO
URN
etd-06122019-130006
Titolo
Evoluzione tardo-olocenica del sistema deltizio del fiume Arno: ricostruzione tramite l'integrazione di dati di sottosuolo e dati di superficie.
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Sarti, Giovanni
relatore Dott. Bertoni, Duccio
relatore Dott. Bertoni, Duccio
Parole chiave
- fiume Arno
- Olocene
- Portus Pisanus
- progradazione costiera
- sistema deltizio
Data inizio appello
12/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2089
Riassunto
Scopo del presente lavoro di tesi è stato la ricostruzione dell’evoluzione stratigrafico-deposizionale tardo-Olocenica del delta del fiume Arno e delle aree deposizionali adiacenti, integrando dati di sottosuolo e dati di superficie.
Dal punto di vista deposizionale, la successione oggetto di studio si sovrappone:
i) in contatto stratigrafico sulla sequenza di riempimento della paleovalle dell’Arno formatasi durante l’ultimo ciclo glaciale (MIS 3-2) in risposta ad un abbassamento del livello del mare di circa 120 m (+- 20 ka BP) e completamente colmata intorno a 8 ka BP;
ii) in unconformity nelle aree di argine della paleovalle stessa.
In particolare lo studio analizza, all’interno del cuneo deposizionale retrogradazionale/progradazionale, la porzione progradazionale, che è strettamente collegata alla attivazione del delta ed è tuttora in evoluzione. Il riferimento stratigrafico basale è dunque la superficie di maximum flooding, corrispondente al massimo arretramento della linea di costa che arrivò fino all’altezza della zona di San Piero a Grado, e corrispondente alla superficie marcatrice che divide la fase retrogradazionale del sistema deposizionale da quella progradazionale. Quest’ultima sembra avere un forte impulso a partire dagli ultimi 3,5 ka BP con la formazione di allineamenti di cordoni dunali, per la maggior parte affioranti, per più di 6 km dall’entroterra fino alla linea di costa attuale. Durante la fase di maximum flooding tutta l’area retrostante alla linea di costa, ad est di San Piero a Grado, fu occupata da un’ampia laguna estesa fino alla città di Pisa. In quest’area la fase progradazionale determinò il progressivo riempimento della laguna stessa con la transizione ad un ambiente deposizionale palustre prima (+- 5 ka BP) ed alluvionale dopo (a partire da +- 4 ka BP), che risulta tuttora in evoluzione e che costituisce la pianura pisana attuale.
Attraverso lo studio di sondaggi a carotaggio continuo, di trivellazioni manuali di superficie, di una revisione dei dati presenti sia in letteratura sia nelle banche dati associata all’elaborazione di dati LiDAR e analisi della cartografia storica finalizzate a ricostruire l’evoluzione morfodinamica dell’area costiera, è stato possibile costruire una sezione di sintesi dell’architettura stratigrafico-deposizionale dai depositi del primo sottosuolo fino a quelli di superficie. È stato così possibile individuare le principali fasi di attività dell’area deltizia del fiume Arno e di correlarle con quelle delle zone retrostanti. Il modello evolutivo proposto è stato ben costretto, dal punto di vista cronostratigrafico, da un’accurata implementazione di tutte le datazioni radiometriche e archeologiche disponibili da fonti bibliografiche.
Dal punto di vista deposizionale, la successione oggetto di studio si sovrappone:
i) in contatto stratigrafico sulla sequenza di riempimento della paleovalle dell’Arno formatasi durante l’ultimo ciclo glaciale (MIS 3-2) in risposta ad un abbassamento del livello del mare di circa 120 m (+- 20 ka BP) e completamente colmata intorno a 8 ka BP;
ii) in unconformity nelle aree di argine della paleovalle stessa.
In particolare lo studio analizza, all’interno del cuneo deposizionale retrogradazionale/progradazionale, la porzione progradazionale, che è strettamente collegata alla attivazione del delta ed è tuttora in evoluzione. Il riferimento stratigrafico basale è dunque la superficie di maximum flooding, corrispondente al massimo arretramento della linea di costa che arrivò fino all’altezza della zona di San Piero a Grado, e corrispondente alla superficie marcatrice che divide la fase retrogradazionale del sistema deposizionale da quella progradazionale. Quest’ultima sembra avere un forte impulso a partire dagli ultimi 3,5 ka BP con la formazione di allineamenti di cordoni dunali, per la maggior parte affioranti, per più di 6 km dall’entroterra fino alla linea di costa attuale. Durante la fase di maximum flooding tutta l’area retrostante alla linea di costa, ad est di San Piero a Grado, fu occupata da un’ampia laguna estesa fino alla città di Pisa. In quest’area la fase progradazionale determinò il progressivo riempimento della laguna stessa con la transizione ad un ambiente deposizionale palustre prima (+- 5 ka BP) ed alluvionale dopo (a partire da +- 4 ka BP), che risulta tuttora in evoluzione e che costituisce la pianura pisana attuale.
Attraverso lo studio di sondaggi a carotaggio continuo, di trivellazioni manuali di superficie, di una revisione dei dati presenti sia in letteratura sia nelle banche dati associata all’elaborazione di dati LiDAR e analisi della cartografia storica finalizzate a ricostruire l’evoluzione morfodinamica dell’area costiera, è stato possibile costruire una sezione di sintesi dell’architettura stratigrafico-deposizionale dai depositi del primo sottosuolo fino a quelli di superficie. È stato così possibile individuare le principali fasi di attività dell’area deltizia del fiume Arno e di correlarle con quelle delle zone retrostanti. Il modello evolutivo proposto è stato ben costretto, dal punto di vista cronostratigrafico, da un’accurata implementazione di tutte le datazioni radiometriche e archeologiche disponibili da fonti bibliografiche.
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