Tesi etd-06122018-094028 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LOMBARDO, ILARIA
URN
etd-06122018-094028
Titolo
PERCORSI ASSISTENZIALI E NUOVI PROFESSIONISTI PER LA SALUTE. LE CURE PALLIATIVE: UNA LETTURA COMPARATIVA
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Biancheri, Rita
Parole chiave
- assistente sociale
- curare
- cure palliative
- home care
- hospice
- neoplasie
- qualità della vita
- salute
- servizi sanitari
Data inizio appello
02/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/07/2088
Riassunto
La tutela della salute costituisce una delle questioni più rilevanti all’interno di ogni società civile. Pertanto, l’obiettivo dei policy-makers è quello di garantire e assicurare, parallelamente, un’adeguata assistenza sanitaria e sociale agli individui. Infatti, la salute è ormai intesa come benessere bio-psico-sociale; un concetto multidimensionale che ha richiesto un ripensamento delle pratiche mediche, chiamate così ad utilizzare un approccio olistico. Il riconoscimento dell’ambito specificamente umano della pratica professionale medica rappresenta un’impellenza percepita sempre più emergenziale dall’individuo. L’esigenza di umanizzare i percorsi di cura si fa più marcata quando ci si trova di fronte a patologie per cui non si prospetta una guarigione, come nel caso del cancro.
La diagnosi di tumore, comporta, in genere, un cambiamento nella visione e nell’organizzazione della vita della persona malata e dei suoi familiari, provocando una rottura biografica. C’è un dolore fisico e psicologico legato al senso di perdita degli affetti, delle abitudini, dei posti e degli oggetti cari che scivolano via, forse per sempre. Coloro che sono colpiti da queste patologie sono portatori di una serie di bisogni che rientrano nella dimensione sociale della malattia.
Le cure palliative, ovvero quelle cure che si occupano in maniera attiva e totale dei pazienti colpiti da una malattia che non risponde più a trattamenti specifici e la cui diretta conseguenza è la morte, si pongono l’obiettivo di affermare il valore della vita, di dare sollievo dal dolore; considerando anche gli aspetti psicologici e culturali del soggetto e offrendo un sistema di supporto che dia senso e dignità alla vita del malato fino alla fine.
L’esigenza di un approccio multidisciplinare alla malattia ha condotto, con la legge n. 38 del 15 marzo 2010, all’individuazione di figure professionali specificamente competenti. Tra queste la legge inserisce, per la prima volta, quella dell’assistente sociale che acquisisce così titolo formale per entrare a far parte dell’équipe di professionisti che si dedicano alle cure palliative.
Parte dell’obiettivo di questo lavoro è stato proprio quello di voler individuare se e come l’assistente sociale ha trovato spazio all’interno di questo ambito, spesso messo da parte, oscurato e poco conosciuto anche nella stessa comunità professionale.
In secondo luogo, attraverso il confronto di dati quantitativi, si è indagati sull’espansione della rete di cure palliative che, in Italia, risultano essersi sviluppate a macchia di leopardo, con una forte diversificazione territoriale tra nord e sud del Paese.
In ultimo, si è dato spazio, attraverso la ricerca empirica, agli aspetti qualitativi dell’assistenza ai malati terminali. Attraverso il confronto con diversi assistenti sociali, operanti in regioni differenti, si è constatato che la rete assistenziale è molto eterogenea e, in alcuni territori, gli interventi erogati sono insufficienti e alquanto standardizzati.
È chiaro come una tale situazione si traduca in una disparità di accesso e di offerta della rete di cure palliative in base a come esse sono state declinate e recepite dalle Regioni. Altresì il confronto diretto con i professionisti ha permesso di confermare che il servizio sociale, ad oggi, non in tutte le realtà ha trovato concreto e pieno riconoscimento, occupando un posto di minor rilievo rispetto alle altre discipline.
La diagnosi di tumore, comporta, in genere, un cambiamento nella visione e nell’organizzazione della vita della persona malata e dei suoi familiari, provocando una rottura biografica. C’è un dolore fisico e psicologico legato al senso di perdita degli affetti, delle abitudini, dei posti e degli oggetti cari che scivolano via, forse per sempre. Coloro che sono colpiti da queste patologie sono portatori di una serie di bisogni che rientrano nella dimensione sociale della malattia.
Le cure palliative, ovvero quelle cure che si occupano in maniera attiva e totale dei pazienti colpiti da una malattia che non risponde più a trattamenti specifici e la cui diretta conseguenza è la morte, si pongono l’obiettivo di affermare il valore della vita, di dare sollievo dal dolore; considerando anche gli aspetti psicologici e culturali del soggetto e offrendo un sistema di supporto che dia senso e dignità alla vita del malato fino alla fine.
L’esigenza di un approccio multidisciplinare alla malattia ha condotto, con la legge n. 38 del 15 marzo 2010, all’individuazione di figure professionali specificamente competenti. Tra queste la legge inserisce, per la prima volta, quella dell’assistente sociale che acquisisce così titolo formale per entrare a far parte dell’équipe di professionisti che si dedicano alle cure palliative.
Parte dell’obiettivo di questo lavoro è stato proprio quello di voler individuare se e come l’assistente sociale ha trovato spazio all’interno di questo ambito, spesso messo da parte, oscurato e poco conosciuto anche nella stessa comunità professionale.
In secondo luogo, attraverso il confronto di dati quantitativi, si è indagati sull’espansione della rete di cure palliative che, in Italia, risultano essersi sviluppate a macchia di leopardo, con una forte diversificazione territoriale tra nord e sud del Paese.
In ultimo, si è dato spazio, attraverso la ricerca empirica, agli aspetti qualitativi dell’assistenza ai malati terminali. Attraverso il confronto con diversi assistenti sociali, operanti in regioni differenti, si è constatato che la rete assistenziale è molto eterogenea e, in alcuni territori, gli interventi erogati sono insufficienti e alquanto standardizzati.
È chiaro come una tale situazione si traduca in una disparità di accesso e di offerta della rete di cure palliative in base a come esse sono state declinate e recepite dalle Regioni. Altresì il confronto diretto con i professionisti ha permesso di confermare che il servizio sociale, ad oggi, non in tutte le realtà ha trovato concreto e pieno riconoscimento, occupando un posto di minor rilievo rispetto alle altre discipline.
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