Tesi etd-06122014-193332 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
STEFANI, LEONARDO MARIO
URN
etd-06122014-193332
Titolo
Dal Concetto all'azione. Tra filosofia, sociologia e antropologia della scienza.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Barrotta, Pierluigi
Parole chiave
- Costruttivismo
- Epistemologia
- Filosofia della scienza
- Programma Forte
- Sociologia della scienza
Data inizio appello
30/06/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel 1962 Kuhn dava alle stampe The Structure of Scientific Revolutions, inaugurando un vero e proprio nuovo modo di fare filosofia della scienza. Per i neopositivisti era andato perfettamente bene sviluppare un canone meramente formale e astratto di logica induttiva delle scienze naturali, e ciò fintanto che nessuno chiedeva come questo insieme di canoni formali potesse essere utilizzato nelle applicazioni specifiche alla vita reale della prassi scientifica. Allo stesso modo, l'elaborazione di un modello normativo di acquisizione della conoscenza scientifica poteva giungere a compimento solo esimendosi dal controllare se gli ideali scientifici sbandierati in nome della razionalità avessero un riscontro effettivo nella prassi scientifica. Ma esattamente questo cominciava ora con Kuhn ad esser posto in questione; non il mero quesito se gli algoritmi formali sbandierati dai neopositivisti fossero all'applicazione pratica idonei così come venivano posti – ben pochi filosofi della scienza interessati avevano mai preteso una cosa del genere – bensì se esistesse una qualche possibilità in linea di principio di ristrutturarli in termini compatibili con le conclusioni concettuali con cui effettivamente si trovavano a fare i conti gli scienziati nel contesto delle loro attività professionali. Questa diventò la questione cruciale della filosofia della scienza, ed era questione che avrebbe potuto essere risolta soltanto prendendo in seria considerazione la testimonianza della storia. Il richiamo alla storia, fatto proprio anche da altri filosofi come Feyerabend e Toulmin, svelò la necessità di una epistemologia descrittiva. E con questa necessità si svilupparono da un lato riflessioni di ordine metodologico – riguardanti cioè i metodi e gli strumenti di analisi della filosofia della scienza – , dall'altro riflessioni di ordine teorico – riguardanti in primo luogo la perdita di interessi nei confronti della razionalità, almeno così come era stata fino a quel momento pensata.
Il presente lavoro, che è suddiviso in tre parti, si propone di analizzare quelle correnti sociologiche che, seguendo la via tracciata da questa 'svolta storicista' in filosofia della scienza, hanno cercato di sviluppare metodi di analisi del sapere scientifico di tipo sociologico. All'introduzione della storia della scienza nelle speculazioni di ordine epistemologico, ed alla condizione teorica maggiormente responsabile della perdita di interessi nei confronti della razionalità – la tesi dell'incommensurabilità – saranno dedicati i due capitoli della prima parte. La seconda parte si soffermerà sui presupposti metodologici e sulle implicazioni teoriche della cosiddetta sociological turn, analizzando in due capitoli differenti le due scuole di ricerca che hanno fatto da apripista a questi studi sociologici della scienza: La Scuola di Edimburgo e la Scuola di Bath. Si osserverà come i metodi proposti, per quanto capaci di fornire delle analisi audaci ed affascinanti non abbiano alcun carattere di plausibilità; inoltre si prenderanno in esame le conseguenze filosofiche di tali analisi, riassumibili nella 'tesi della ridondanza dei fattori epistemici' o nella 'tesi della onnipervasività dei fattori sociali', cercando di mostrare come queste tesi vadano incontro a banali confusioni concettuali che l'epistemologo dovrebbe sempre avere presente. Lo stesso verrà fatto nella terza ed ultima parte, interamente dedicata agli sviluppi più recenti della sociologia della scienza catalogabili sotto l'etichetta di 'costruttivismo'.
Lo scopo che il presente lavoro si pone è, contemporaneamente, quello di analizzare le proposte sociologiche di analisi del sapere scientifico e quello di individuarne i limiti, al fine di ritagliare un posto per l'operatività dei fattori sociali senza per questo rinunciare al valore decisivo dei fattori epistemici.
Il presente lavoro, che è suddiviso in tre parti, si propone di analizzare quelle correnti sociologiche che, seguendo la via tracciata da questa 'svolta storicista' in filosofia della scienza, hanno cercato di sviluppare metodi di analisi del sapere scientifico di tipo sociologico. All'introduzione della storia della scienza nelle speculazioni di ordine epistemologico, ed alla condizione teorica maggiormente responsabile della perdita di interessi nei confronti della razionalità – la tesi dell'incommensurabilità – saranno dedicati i due capitoli della prima parte. La seconda parte si soffermerà sui presupposti metodologici e sulle implicazioni teoriche della cosiddetta sociological turn, analizzando in due capitoli differenti le due scuole di ricerca che hanno fatto da apripista a questi studi sociologici della scienza: La Scuola di Edimburgo e la Scuola di Bath. Si osserverà come i metodi proposti, per quanto capaci di fornire delle analisi audaci ed affascinanti non abbiano alcun carattere di plausibilità; inoltre si prenderanno in esame le conseguenze filosofiche di tali analisi, riassumibili nella 'tesi della ridondanza dei fattori epistemici' o nella 'tesi della onnipervasività dei fattori sociali', cercando di mostrare come queste tesi vadano incontro a banali confusioni concettuali che l'epistemologo dovrebbe sempre avere presente. Lo stesso verrà fatto nella terza ed ultima parte, interamente dedicata agli sviluppi più recenti della sociologia della scienza catalogabili sotto l'etichetta di 'costruttivismo'.
Lo scopo che il presente lavoro si pone è, contemporaneamente, quello di analizzare le proposte sociologiche di analisi del sapere scientifico e quello di individuarne i limiti, al fine di ritagliare un posto per l'operatività dei fattori sociali senza per questo rinunciare al valore decisivo dei fattori epistemici.
File
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