Tesi etd-06122013-120009 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LUCHETTI, IRENE
URN
etd-06122013-120009
Titolo
L'andamento dell'imposizione fiscale centrale e locale sui carburanti. Profili storico-evolutivi ed impatto sulla domanda.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof.ssa De Bonis, Valeria
Parole chiave
- accisa
- accise regionali
- accise sui prodotti energetici
- compagnie petrolifere
- determinazione delle accise
- imposta indiretta
- imposta specifica
- Katz e Rosen
- margine industriale
- mercato carburanti in Italia
- modello delle variazioni congetturali
- oligopolio
- Platts
- pressione fiscale
- prezzo al consumo
- prezzo del petrolio
- prezzo industriale
- Toscana e Puglia
- traslazione dell'imposta
Data inizio appello
15/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2053
Riassunto
Le accise presentano, da sempre, una rilevante importanza poiché garantiscono annualmente un elevato gettito all’Erario, un gettito che viene dopo solo a quello delle imposte sui redditi e dell’IVA.
Il vocabolo “accisa” deriva dal termine latino “accisus”, participio passato di “accido-accidere”, ovvero “cadere sopra”.
Quindi, è opportuno dire che lo Stato, con le accise, “cade sopra” un determinato prodotto, prelevando una quota del bene considerato al momento di fabbricazione e al momento di consumo.
Le accise costituiscono un gruppo di imposte indirette erariali che colpiscono singole produzioni e singoli consumi di alcuni prodotti e incidono sulla loro importazione nel territorio dello Stato.
Generalmente l’accisa è traslata in avanti sul prezzo finale del bene/servizio e quindi grava, in particolare, sul consumatore finale. Da un’analisi della traslazione dell’imposta in oligopolio, tipica forma di mercato dei carburanti in Italia, emerge con chiarezza come l’accisa, imposta di natura specifica, si trasferisca esclusivamente sui consumatori di carburante.
Le accise sulla benzina hanno ciclicamente finanziato guerre, alluvioni, terremoti, disastri, frane, missioni militari.
Tale comparto impositivo è stato oggetto di profonde modifiche in conseguenza degli obblighi derivanti dall’appartenenza alla Comunità Europea.
L’accisa concorre a determinare il prezzo finale del prodotto ed è un’imposta che grava sulla quantità di prodotti messi in vendita, di conseguenza l’accisa stessa è soggetta ad IVA ( imposta sul valore aggiunto ).
Le accise più soggette a polemiche sono senza dubbio quelle legate al carburante ed infatti la nostra attenzione si è concentrata soprattutto su queste.
Pertanto, questo elaborato, si focalizza in particolar modo su tale tipo di imposta.
Il presente lavoro, attraverso il “ Testo Unico sulle Accise “, vuole percorrere i punti fondamentali della struttura delle accise, soffermandosi sulle accise applicate ai carburanti, e ponendo particolare attenzione all’incidenza di esse sul prezzo del petrolio, analizzando anche le diverse strategie delle compagnie petrolifere presenti in Italia e i diversi prezzi che applicano, partendo da un’analisi dell’imposizione fiscale centrale e finendo ad un’analisi locale.
Le accise sulla benzina, come sappiamo, sono servite in parte a ripagare i debiti di guerra e a finanziare la ricostruzione dei territori colpiti dai disastri ambientali dal 1935 ad oggi.
Questo elaborato, inoltre, vuole delineare con precisione i componenti del prezzo che un consumatore paga al distributore e da questa analisi vedere l'importanza della pressione fiscale, ritenuto il principale responsabile del caro-benzina, ma non l’unico.
Infatti anche il Platts, che rappresenta il prezzo della materia prima, gioca un ruolo importante ed è costituito da una serie di voci ( costo industriale di estrazione, costo per il trasporto verso la raffineria, realizzazione dei diversi derivati del barile, la rendita pagata ai paesi produttori e la remunerazione dell’attività mineraria delle compagnie petrolifere).
Pertanto tra le cause del caro-benzina è necessario annoverare anche l’incidenza del prezzo industriale.
Quindi è vero solo in parte che in Italia i carburanti hanno un prezzo elevato a causa della pressione fiscale.
Durante questa trattazione ci siamo soffermati sul mercato dei carburanti in Italia, in particolar modo sulle compagnie petrolifere che distribuiscono carburanti.
Analizzando la loro storia, abbiamo notato come nel corso degli anni abbiano subito notevoli cambiamenti, contribuendo a creare la storia del mercato italiano dei combustibili.
Il mercato dei carburanti è senza dubbio un mercato di tipo oligopolistico e le compagnie non hanno convenienza a diminuire il prezzo perché nessun competitor abbasserà il prezzo per fare concorrenza agli altri, in quanto il mercato è composto da pochi che sono tacitamente d’accordo sul mantenere i prezzi simili e lucrare tutti allo stesso modo, come avviene in ogni situazione di concorrenza imperfetta della quale l’oligopolio ne è un esempio.
Il vocabolo “accisa” deriva dal termine latino “accisus”, participio passato di “accido-accidere”, ovvero “cadere sopra”.
Quindi, è opportuno dire che lo Stato, con le accise, “cade sopra” un determinato prodotto, prelevando una quota del bene considerato al momento di fabbricazione e al momento di consumo.
Le accise costituiscono un gruppo di imposte indirette erariali che colpiscono singole produzioni e singoli consumi di alcuni prodotti e incidono sulla loro importazione nel territorio dello Stato.
Generalmente l’accisa è traslata in avanti sul prezzo finale del bene/servizio e quindi grava, in particolare, sul consumatore finale. Da un’analisi della traslazione dell’imposta in oligopolio, tipica forma di mercato dei carburanti in Italia, emerge con chiarezza come l’accisa, imposta di natura specifica, si trasferisca esclusivamente sui consumatori di carburante.
Le accise sulla benzina hanno ciclicamente finanziato guerre, alluvioni, terremoti, disastri, frane, missioni militari.
Tale comparto impositivo è stato oggetto di profonde modifiche in conseguenza degli obblighi derivanti dall’appartenenza alla Comunità Europea.
L’accisa concorre a determinare il prezzo finale del prodotto ed è un’imposta che grava sulla quantità di prodotti messi in vendita, di conseguenza l’accisa stessa è soggetta ad IVA ( imposta sul valore aggiunto ).
Le accise più soggette a polemiche sono senza dubbio quelle legate al carburante ed infatti la nostra attenzione si è concentrata soprattutto su queste.
Pertanto, questo elaborato, si focalizza in particolar modo su tale tipo di imposta.
Il presente lavoro, attraverso il “ Testo Unico sulle Accise “, vuole percorrere i punti fondamentali della struttura delle accise, soffermandosi sulle accise applicate ai carburanti, e ponendo particolare attenzione all’incidenza di esse sul prezzo del petrolio, analizzando anche le diverse strategie delle compagnie petrolifere presenti in Italia e i diversi prezzi che applicano, partendo da un’analisi dell’imposizione fiscale centrale e finendo ad un’analisi locale.
Le accise sulla benzina, come sappiamo, sono servite in parte a ripagare i debiti di guerra e a finanziare la ricostruzione dei territori colpiti dai disastri ambientali dal 1935 ad oggi.
Questo elaborato, inoltre, vuole delineare con precisione i componenti del prezzo che un consumatore paga al distributore e da questa analisi vedere l'importanza della pressione fiscale, ritenuto il principale responsabile del caro-benzina, ma non l’unico.
Infatti anche il Platts, che rappresenta il prezzo della materia prima, gioca un ruolo importante ed è costituito da una serie di voci ( costo industriale di estrazione, costo per il trasporto verso la raffineria, realizzazione dei diversi derivati del barile, la rendita pagata ai paesi produttori e la remunerazione dell’attività mineraria delle compagnie petrolifere).
Pertanto tra le cause del caro-benzina è necessario annoverare anche l’incidenza del prezzo industriale.
Quindi è vero solo in parte che in Italia i carburanti hanno un prezzo elevato a causa della pressione fiscale.
Durante questa trattazione ci siamo soffermati sul mercato dei carburanti in Italia, in particolar modo sulle compagnie petrolifere che distribuiscono carburanti.
Analizzando la loro storia, abbiamo notato come nel corso degli anni abbiano subito notevoli cambiamenti, contribuendo a creare la storia del mercato italiano dei combustibili.
Il mercato dei carburanti è senza dubbio un mercato di tipo oligopolistico e le compagnie non hanno convenienza a diminuire il prezzo perché nessun competitor abbasserà il prezzo per fare concorrenza agli altri, in quanto il mercato è composto da pochi che sono tacitamente d’accordo sul mantenere i prezzi simili e lucrare tutti allo stesso modo, come avviene in ogni situazione di concorrenza imperfetta della quale l’oligopolio ne è un esempio.
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