Il dolore è un’esperienza soggettiva associata a un danno tissutale reale o potenziale e che ha componenti sensoriali, emotive, cognitive e sociali. Generalmente il dolore è gestito attraverso una terapia farmacologica che, se non è adeguata, può portare a problemi e/o rischi per il paziente. Per scegliere il trattamento terapeutico che dia sollievo dal dolore senza complicazioni è necessaria una sua valutazione accurata e affidabile. Nei contesti clinici e di ricerca la misura del dolore avviene, solitamente, in maniera del tutto soggettiva attraverso misure self-report, quindi il medico deve fare affidamento sulla descrizione qualitativa del paziente circa la posizione, la qualità e l'intensità della sensazione di dolore. Sfortunatamente questo tipo di misura è possibile solo quando il paziente è vigile e cooperativo ed è quindi inutile nei neonati, nei pazienti non coscienti e nei soggetti con difficoltà verbali, motorie e/o cognitive (pazienti affetti da demenza o paralisi). Per questi motivi sarebbe utile lo sviluppo di un metodo per il riconoscimento automatico e oggettivo del dolore. Per anni la ricerca si è concentrata sul riconoscimento delle espressioni facciali perché attraverso di esse l’essere umano può comunicare non solo le proprie intenzioni e le proprie emozioni ma anche il proprio stato di benessere o malessere fisico. Tuttavia, i metodi di rilevazione del dolore basati sulle espressioni facciali spesso non sono accurati perché le persone possono mimare il dolore modificando volontariamente le proprie espressioni e sono inutili nelle persone affette da paralisi. Recentemente, poiché la sensazione dolorosa è strettamente collegata all’attivazione del ramo simpatico del sistema nervoso autonomo, sta ricevendo un’attenzione crescente la stima del dolore da parametri autonomici. Lo scopo di questo lavoro è di definire un sistema pratico e quantitativo per la stima dell’intensità del dolore a partire dalla misura dell’attività elettrodermica (EDA).