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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06112018-185249


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MAGGIO, DIANA
URN
etd-06112018-185249
Titolo
Pietra e Moto. I monumenti funebri di Antonio Canova
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Savettieri, Chiara
correlatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • sepolcro
  • Canova
Data inizio appello
02/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/07/2088
Riassunto
Canova venne considerato dai critici, uno dei maggiori scultori del suo tempo.
Il suo modo di operare venne considerato originale; l'emblema di questa originalità è il Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria.
In questo elaborato di tesi andrò ad analizzare questa tomba, descrivendo gli aspetti più rilevanti che la portarono ad essere ritenuto un monumento funerario innovativo.
Partirò analizzando l'evoluzione della tomba e del cimitero avvenuta nel Settecento: da luoghi di smaltimento dei cadaveri, i cimiteri divennero dei giardini dove non vi era presenza della morte, le tombe da fosse comuni si trasformarono in monumenti semplici che creavano l'illusione di poter far rivivere l'estinto attraverso il ricordo dei cari.
Dunque il sepolcro se non significava nulla per la persona scomparsa, divenne molto importante per i viventi poiché permetteva di parlare e di colmare l'assenza della persona scomparsa.
Successivamente farò un confronto tra due monumenti di Bernini, il Monumento sepolcrale di Papa Urbano VIII e il Sepolcro di Alessandro VII, con due opere del Canova, il Monumento funerario di Clemente XIV e il Monumento funerario di Clemente XIII.
Questo paragone è necessario per capire le differenze tra i due artisti soprattutto per quanto riguarda la raffigurazione della morte.
Bernini pur avendo influenzato nel suo primo periodo Canova, nelle sue tombe decide di inserire la figura della morte sottoforma di scheletro, lo scultore veneziano invece la rappresenta sottoforma di genio alato che si abbandona ad un sonno eterno.
Seppure vi sono delle differenze per quanto riguarda la composizione e gli elementi inseriti nel sepolcro, Canova rimane fedele allo schema piramidale delle tombe del Bernini.
Inoltre la descrizione delle opere canoviane ci permette di vedere la sostanziale differenza che ci sarà tra i due monumenti papali e il sepolcro dedicato a Maria Cristina.
Quest'opera presenta degli elementi innovativi come l'utilizzo della piramide impiegata come sepolcro e la non presenza di figure allegoriche.
Queste figure vennero sostituite da gruppi di persone in processione che si recavano all'interno della tomba.
Il gruppo è l'elemento che rende quest'opera innovativa poiché esse sembrano camminare realmente.
Qui Canova infatti irrompe nella temporalità portando la scultura, da sempre considerata arte spazia e statica, all'interno della transitorietà.
Lo scultore rompe le barriere tra spazio e tempo, dandoci l'illusione di uno spiraglio di vita che fuoriesce dalle sue statue.
A proposito di illusione, successivamente analizzerò i Sepolcri di Foscolo e il Panegirico dedicato a Canova scritto da Pietro Giordani.
Entrambi parlano delle illusioni e di come la poesia per Foscolo e l'arte per Giordani, siano due mezzi che ci aiutano a colmare l'assenza, illudendoci di poter vivere in eterno, attraverso il ricordo.
In seguito riprendendo il discorso della caratteristica di transitorietà delle statue canoviane, andrò ad analizzare il pensiero di Winckelmann, di Lessing e di Quatrèmere de Quincy.
Il primo ci parla della bellezza ideale e della grazia che ogni opera d'arte dovrebbe raggiungere, il secondo esprime il suo pensiero per quanto riguarda le arti temporali e spaziali, definendone i limiti, e il terzo parla del concetto d'imitazione.
Analizzerò i punti in comune e le discordanze tra i primi due critici con Canova, facendo l'esempio di altre statue canoviane dove è presente questo movimento illusorio, come per esempio nel Perseo, nella Venere Italica e nelle Danzatrici.
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