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Il presente lavoro è stato ispirato dall’interesse e dalla curiosità di sondare le dinamiche che dominano quell’affascinante universo sottoculturale a cui si fa riferimento utilizzando la parola giapponese “otaku”. Grazie ai versatili strumenti forniti dall’antropologia e dalla storia è stato possibile utilizzare quell’ approccio multidisciplinare relativo ai “Cultural studies” che ha permesso di strutturare la dissertazione in maniera graduale e specifica. Per prime si sono fornite le basi di una riflessione volta a definire il concetto di sottocultura e quali siano i dinamismi che caratterizzano i complessi rapporti tra comunità e potere. L’influsso dell’ideologia dominante, del consumo e delle reazioni sottoculturali inerenti ad essi hanno condotto la ricerca verso l’analisi di quelle circostanze che hanno portato in Giappone alla formazione di discriminanti stereotipi nei confronti degli otaku: primi fra tutti il problema sociale degli hikikomori ed i fatti di cronaca nera relativi alla figura di Tsutomu Miyazaki. Una volta fornito contesto e prospettiva di analisi, l’indagine si concentra sui protagonisti di due specifiche manifestazioni culturali che rientrano nell’universo otaku: i cosplayer e le fujoshi fornendo informazioni storiche, caratteristiche e problematiche. Infine, attraverso una commistione tra approccio diretto rappresentato da interviste sul campo svolte presso l’edizione del 2017 della convention Lucca Comics & Games ed approccio indiretto, attraverso l’utilizzo di un questionario on-line diffuso su uno dei principali social network vengono riportate le voci dei diretti interessati, corredate da numerose riflessioni volte a sfatare definitivamente alcuni degli stereotipi più nocivi ed a tracciare una linea comparativa tra il senso di passione occidentale e quello orientale.