Tesi etd-06112013-133434 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
FERI, ALESSANDRO
URN
etd-06112013-133434
Titolo
I gruppi parlamentari: disciplina regolamentare, statuti, rapporti con i partiti politici.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Messerini, Virginia
Parole chiave
- gruppi
Data inizio appello
08/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2053
Riassunto
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di affrontare ed analizzare, in una prospettiva giuridica, il complesso tema dei gruppi parlamentari. I manuali e i trattati gius-pubblicistici convergono, pressoché nella loro totalità, nel definire i gruppi come l’“espressione” dei partiti politici, qualificandoli quindi come la loro “proiezione” nell’istituzione parlamentare. Si tratta di formulazioni che, da un lato, riescono a cogliere un aspetto essenziale ed ineludibile dell’istituto; tuttavia, dall’altro, queste sembrano anche velare le difficoltà di una definizione convincente della “natura giuridica” del gruppo parlamentare: questione, quest’ultima, che ha a lungo impegnato la dottrina senza che sia stato ancora possibile addivenire ad una conclusione condivisa.
In generale, la disciplina e la relativa procedura applicativa riguardante i gruppi rappresentano da sempre un punto di osservazione particolare per comprendere sia le complesse dinamiche istituzionali, sia l’evoluzione dei processi rappresentativi e le mutazioni del quadro politico. Peraltro, alcuni degli eventi più significativi della “eterna” fase di transizione e di assestamento che caratterizza – oramai da molti anni – il quadro politico-istituzionale del nostro Paese hanno avuto significativi riflessi non solo sul funzionamento e sulla organizzazione di entrambe le Camere ma, almeno in parte, anche sulla stessa configurazione dei gruppi parlamentari.
In coerenza con le considerazioni predette, la disamina dell’istituto parlamentare in questione sarà svolta tenendo conto di una molteplicità di fattori – giuridici, istituzionali e politici – che, pur operando su livelli diversi, sono tutti intrinsecamente connessi e, nel loro complesso interagiscono sul nostro oggetto di studio: dal ruolo del Parlamento a quello dei partiti politici; dal sistema politico, ai meccanismi elettorali, fino agli dagli indirizzi di politica regolamentare. I gruppi parlamentari, infatti, rappresentano un crocevia fondamentale nel nostro ordinamento costituzionale, alla luce del loro duplice orientamento teleologico. Nell’esperienza giuridica italiana, a differenza di quanto accaduto in altri ordinamenti, i raggruppamenti parlamentari hanno tradizionalmente rappresentato uno degli strumenti – forse il più rilevante sotto il profilo politico – attraverso cui le organizzazioni politiche divengono “attrici” del sistema costituzionale. Parallelamente, sul versante parlamentare, essi sono stati concepiti e configurati come il più efficace strumento attraverso il quale tentare di indirizzare la complessità del sistema partitico nella direzione di una superiore esigenza di funzionalità del sistema parlamentare.
L’elaborato che segue si propone quindi, quale finalità precipua ed essenziale, quella di illustrare e approfondire la predetta ambivalenza, cercando soprattutto di descrivere come questa si integri e si sviluppi nel quadro della Costituzione Repubblicana vigente. A tale riguardo, occorre rilevare come la figura dei gruppi sia afferente alla complessa nozione di rappresentanza politica, nonché come questa possa essere correlata alle modalità tramite cui può estrinsecarsi – e conseguentemente debba essere garantito – il principio del pluralismo politico ed ideologico. Pertanto, ai fini dell’inquadramento e della corretta interpretazione dell’istituto de quo in tutti i suoi profili più significativi, nel corso del presente studio si è ritenuto opportuno procedere non solo ad una - pur fondamentale ed indispensabile - disamina della disciplina prevista dai regolamenti parlamentari, ma anche ad un ponderato e razionale equilibrio fra principi costituzionali in gioco: quanto sopra, sia nell’ottica di descriverne funzioni e prerogative di cui è attualmente titolare, sia in una prospettiva de iure condendo.
Nello svolgimento di tutta la trattazione si è optato per l’adozione di un’ottica storico giuridica: infatti, ciascuno degli elementi e delle tematiche che saranno oggetto d’analisi, sarà infatti affrontato in una dimensione storica. La ragione di tale scelta risiede, anzitutto, sia nella consapevolezza dell’intrinseca storicità dei fenomeni giuridici, che riflettono le mutazioni sociali in atto, sia, ancor più, nell’importanza dell’interpretazione storico-evolutiva dei principi costituzionali i quali, per essere preservati e valorizzati nella loro essenza e nella loro cogenza, debbono essere rapportati allo sviluppo sociale e culturale della collettività. Inoltre, una prospettiva del genere pare essere più confacente all’oggetto del nostro studio, stante la natura di soggetto “politico” dei gruppi parlamentari, la cui fisionomia e disciplina non possono che risentire, in maniera particolarmente significativa, del contesto storico-sociale ed istituzionale nel quale opera. Tuttavia, questo elaborato cercherà, al contempo, di valutare i più recenti sviluppi del contesto politico-parlamentare e dell’attualità politica, facendo anche riferimento alle elezioni politiche del febbraio 2013, nonché al “tumultuoso” inizio della XVII legislatura.
Questo approccio metodologico, peraltro, ci è apparso in linea con le caratteristiche fondamentali del diritto parlamentare, quale ambito disciplinare ontologicamente in limine fra scienza giuridica e realtà storico-politica. D’altro canto, la complessità della fattispecie oggetto di studio ha imposto, talora, anche un approccio parzialmente multidisciplinare. Se infatti la nostra disamina ha cercato di seguire un’impronta quanto più possibile giuridica, la complessità ed il carattere multiforme della fattispecie “gruppo parlamentare”, anche ai fini di una più agevole comprensione, ha talvolta imposto qualche riferimento di carattere politologico, sociologico o strettamente storiografico.
Ferma restando la rilevanza della disciplina prevista dai regolamenti parlamentare, di cui si darà ampio conto, in questo studio si è ritenuto opportuno privilegiare leggermente l’analisi dell’aspetto politico dei gruppi e della sua correlazione con l’assetto politico e partitico, ritenendo questi ultimi profili come gli elementi più significativi anche nell’ottica di una disamina giuridica. Nel far ciò, questa riflessione manterrà un approccio tecnico-giuridico, ancorchè non si possa escludere, a priori, che la delicatezza della tematica, di indubbia valenza “politica”, potrà talvolta dar luogo a qualche valutazione soggettiva. A tal proposito, sia consentito sommessamente osservare come la posizione “nevralgica” dei gruppi parlamentari, con il conseguente “intreccio” di più questioni e problematiche giuridicamente rilevanti, induca a molteplici riflessioni e connessioni logico-giuridiche, che possono anche uscire dal contesto del diritto parlamentare in senso stretto.
Infine, nel corso della trattazione si terrà presente la differenza di regolamentazione – e di consuetudini – fra Camera e Senato. Infatti, il regime normativo dei gruppi parlamentari è per molti versi dissimile fra le due Assemblee. La circostanza, più che per la loro diversa composizione numerica, si spiega soprattutto in ragione dell’autonomia regolamentare delle due Camere, prerogativa che le Assemblee, tradizionalmente, hanno sempre difeso. Tra l’altro, un ulteriore elemento di differenza fra le due Camere, non irrilevante ai fini del nostro studio, è dato poi dalla diversa disciplina elettorale per quanto attiene i criteri di attribuzione del premio di maggioranza.
Pertanto, si procederà ad un esame storico-giuridico della disciplina del gruppi parlamentari nel quadro del ruolo e delle funzioni che il Parlamento ha esercitato nella nostra esperienza giuridico-istituzionale e politica e, quindi, alla luce sia nel mutamenti costituzionali, sia dell’evoluzione del quadro storico-politico e dei sistemi elettorali.
Poi, dopo aver cercato di definire nozione e natura giuridica dell’istituto, si procederà alla descrizione dei gruppi parlamentari sulla scorta dei regolamenti d’Assemblea, così da comprendere, nel dettaglio, in che termini si estrinseca, concretamente, questa loro natura di “ossatura” delle Camere. La trattazione proseguirà con l’analisi – non meno significativa sotto l’aspetto giuridico – dei profili “di diritto interno” dei gruppi. Sia nell’ottica dei rapporti con l’istituzione parlamentare, sia per quanto attiene alla dimensione interna al raggruppamento, una particolare attenzione sarà riservata alla posizione giuridica del singolo parlamentare ed alla tutela dei suoi diritti.
Per concludere, dopo aver inquadrato giuridicamente la figura del partito politico, verrà affrontato il nodo “cruciale” del rapporto fra questa fondamentale soggettività politica ed i gruppi parlamentari, nonchè il loro ruolo nel contesto della cd.”seconda Repubblica”.
In generale, la disciplina e la relativa procedura applicativa riguardante i gruppi rappresentano da sempre un punto di osservazione particolare per comprendere sia le complesse dinamiche istituzionali, sia l’evoluzione dei processi rappresentativi e le mutazioni del quadro politico. Peraltro, alcuni degli eventi più significativi della “eterna” fase di transizione e di assestamento che caratterizza – oramai da molti anni – il quadro politico-istituzionale del nostro Paese hanno avuto significativi riflessi non solo sul funzionamento e sulla organizzazione di entrambe le Camere ma, almeno in parte, anche sulla stessa configurazione dei gruppi parlamentari.
In coerenza con le considerazioni predette, la disamina dell’istituto parlamentare in questione sarà svolta tenendo conto di una molteplicità di fattori – giuridici, istituzionali e politici – che, pur operando su livelli diversi, sono tutti intrinsecamente connessi e, nel loro complesso interagiscono sul nostro oggetto di studio: dal ruolo del Parlamento a quello dei partiti politici; dal sistema politico, ai meccanismi elettorali, fino agli dagli indirizzi di politica regolamentare. I gruppi parlamentari, infatti, rappresentano un crocevia fondamentale nel nostro ordinamento costituzionale, alla luce del loro duplice orientamento teleologico. Nell’esperienza giuridica italiana, a differenza di quanto accaduto in altri ordinamenti, i raggruppamenti parlamentari hanno tradizionalmente rappresentato uno degli strumenti – forse il più rilevante sotto il profilo politico – attraverso cui le organizzazioni politiche divengono “attrici” del sistema costituzionale. Parallelamente, sul versante parlamentare, essi sono stati concepiti e configurati come il più efficace strumento attraverso il quale tentare di indirizzare la complessità del sistema partitico nella direzione di una superiore esigenza di funzionalità del sistema parlamentare.
L’elaborato che segue si propone quindi, quale finalità precipua ed essenziale, quella di illustrare e approfondire la predetta ambivalenza, cercando soprattutto di descrivere come questa si integri e si sviluppi nel quadro della Costituzione Repubblicana vigente. A tale riguardo, occorre rilevare come la figura dei gruppi sia afferente alla complessa nozione di rappresentanza politica, nonché come questa possa essere correlata alle modalità tramite cui può estrinsecarsi – e conseguentemente debba essere garantito – il principio del pluralismo politico ed ideologico. Pertanto, ai fini dell’inquadramento e della corretta interpretazione dell’istituto de quo in tutti i suoi profili più significativi, nel corso del presente studio si è ritenuto opportuno procedere non solo ad una - pur fondamentale ed indispensabile - disamina della disciplina prevista dai regolamenti parlamentari, ma anche ad un ponderato e razionale equilibrio fra principi costituzionali in gioco: quanto sopra, sia nell’ottica di descriverne funzioni e prerogative di cui è attualmente titolare, sia in una prospettiva de iure condendo.
Nello svolgimento di tutta la trattazione si è optato per l’adozione di un’ottica storico giuridica: infatti, ciascuno degli elementi e delle tematiche che saranno oggetto d’analisi, sarà infatti affrontato in una dimensione storica. La ragione di tale scelta risiede, anzitutto, sia nella consapevolezza dell’intrinseca storicità dei fenomeni giuridici, che riflettono le mutazioni sociali in atto, sia, ancor più, nell’importanza dell’interpretazione storico-evolutiva dei principi costituzionali i quali, per essere preservati e valorizzati nella loro essenza e nella loro cogenza, debbono essere rapportati allo sviluppo sociale e culturale della collettività. Inoltre, una prospettiva del genere pare essere più confacente all’oggetto del nostro studio, stante la natura di soggetto “politico” dei gruppi parlamentari, la cui fisionomia e disciplina non possono che risentire, in maniera particolarmente significativa, del contesto storico-sociale ed istituzionale nel quale opera. Tuttavia, questo elaborato cercherà, al contempo, di valutare i più recenti sviluppi del contesto politico-parlamentare e dell’attualità politica, facendo anche riferimento alle elezioni politiche del febbraio 2013, nonché al “tumultuoso” inizio della XVII legislatura.
Questo approccio metodologico, peraltro, ci è apparso in linea con le caratteristiche fondamentali del diritto parlamentare, quale ambito disciplinare ontologicamente in limine fra scienza giuridica e realtà storico-politica. D’altro canto, la complessità della fattispecie oggetto di studio ha imposto, talora, anche un approccio parzialmente multidisciplinare. Se infatti la nostra disamina ha cercato di seguire un’impronta quanto più possibile giuridica, la complessità ed il carattere multiforme della fattispecie “gruppo parlamentare”, anche ai fini di una più agevole comprensione, ha talvolta imposto qualche riferimento di carattere politologico, sociologico o strettamente storiografico.
Ferma restando la rilevanza della disciplina prevista dai regolamenti parlamentare, di cui si darà ampio conto, in questo studio si è ritenuto opportuno privilegiare leggermente l’analisi dell’aspetto politico dei gruppi e della sua correlazione con l’assetto politico e partitico, ritenendo questi ultimi profili come gli elementi più significativi anche nell’ottica di una disamina giuridica. Nel far ciò, questa riflessione manterrà un approccio tecnico-giuridico, ancorchè non si possa escludere, a priori, che la delicatezza della tematica, di indubbia valenza “politica”, potrà talvolta dar luogo a qualche valutazione soggettiva. A tal proposito, sia consentito sommessamente osservare come la posizione “nevralgica” dei gruppi parlamentari, con il conseguente “intreccio” di più questioni e problematiche giuridicamente rilevanti, induca a molteplici riflessioni e connessioni logico-giuridiche, che possono anche uscire dal contesto del diritto parlamentare in senso stretto.
Infine, nel corso della trattazione si terrà presente la differenza di regolamentazione – e di consuetudini – fra Camera e Senato. Infatti, il regime normativo dei gruppi parlamentari è per molti versi dissimile fra le due Assemblee. La circostanza, più che per la loro diversa composizione numerica, si spiega soprattutto in ragione dell’autonomia regolamentare delle due Camere, prerogativa che le Assemblee, tradizionalmente, hanno sempre difeso. Tra l’altro, un ulteriore elemento di differenza fra le due Camere, non irrilevante ai fini del nostro studio, è dato poi dalla diversa disciplina elettorale per quanto attiene i criteri di attribuzione del premio di maggioranza.
Pertanto, si procederà ad un esame storico-giuridico della disciplina del gruppi parlamentari nel quadro del ruolo e delle funzioni che il Parlamento ha esercitato nella nostra esperienza giuridico-istituzionale e politica e, quindi, alla luce sia nel mutamenti costituzionali, sia dell’evoluzione del quadro storico-politico e dei sistemi elettorali.
Poi, dopo aver cercato di definire nozione e natura giuridica dell’istituto, si procederà alla descrizione dei gruppi parlamentari sulla scorta dei regolamenti d’Assemblea, così da comprendere, nel dettaglio, in che termini si estrinseca, concretamente, questa loro natura di “ossatura” delle Camere. La trattazione proseguirà con l’analisi – non meno significativa sotto l’aspetto giuridico – dei profili “di diritto interno” dei gruppi. Sia nell’ottica dei rapporti con l’istituzione parlamentare, sia per quanto attiene alla dimensione interna al raggruppamento, una particolare attenzione sarà riservata alla posizione giuridica del singolo parlamentare ed alla tutela dei suoi diritti.
Per concludere, dopo aver inquadrato giuridicamente la figura del partito politico, verrà affrontato il nodo “cruciale” del rapporto fra questa fondamentale soggettività politica ed i gruppi parlamentari, nonchè il loro ruolo nel contesto della cd.”seconda Repubblica”.
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