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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06112009-175839


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
ZAMPAGNI, FRANCESCA
URN
etd-06112009-175839
Titolo
Lo spazio di una migrazione coloniale: dall'Algeria francese ai "foyer per lavoratori immigrati"
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
Relatori
Relatore Prof.ssa Paone, Sonia
Relatore Prof.ssa Pegna, Serenella
Parole chiave
  • Algeria
  • bidonvilles
  • colonialismo
  • controllo
  • emigrati
  • foyer
  • Francia
  • immigrati
  • spazio
Data inizio appello
29/06/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro si struttura in due parti, storicamente e geograficamente definite: l'Algeria coloniale e la Francia dei migranti algerini, a partire dalla decolonizzazione.
Nel primo capitolo, muovendo dalle origini del rapporto di dominazione, si analizzano la ridefinizione coloniale dello spazio in Algeria e la destrutturazione della società tradizionale, ritenute i “fattori di produzione” dell'emigrazione algerina. Si ha l'interesse a comprendere i meccanismi economici e la strategia territoriale attraverso i quali il potere coloniale e le sue emanazioni hanno imposto alla società algerina il rapporto di integrazione-dipendenza con la metropoli.
Nell'intento di tendere a una ricostruzione genealogica del colonialismo, nel secondo capitolo saranno oggetto di analisi la costruzione del soggetto indigeno, altro, escludibile dall'universo dei diritti, così come l'immaginario e l'intero portato ideologico coloniale. Ci soffermeremo, in particolare, su alcuni dispositivi che rappresentano l' “eterno presente”, come le esposizioni universali, dove il diverso viene spettacolarizzato.
Seguono, nel terzo capitolo, le fasi migratorie degli algerini in Francia, per comprenderne la portata e gli interventi governativi al riguardo.

La società “di accoglienza”, il paese dominatore, è lo sfondo della seconda parte dell'elaborato. Muovendo dal quadro francese in materia di gestione dell'abitare e alloggi sociali (quarto capitolo), si prendono in esame le forme di habitat che inizialmente i lavoratori algerini occupano/creano. Ci soffermeremo in particolare sull'habitat auto costruito delle bidonvilles e sul lungo percorso di “riassorbimento” di ogni tipo di alloggio insalubre occupato dai migranti.
Il periodo della decolonizzazione segna, in questo senso, una tappa fondamentale: la Francia ha la necessità di scoraggiare il nazionalismo portato avanti dalla federazione francese del FLN e lo fa avvalendosi di una retorica inclusiva e di un'esorbitante surplus di servizi sociali ad hoc per algerini (So.na.co.tr.al. e F.a.s. in primis), proprio mentre una sanguinosa guerra è perpetrata sul suolo coloniale.
Cominciano a delinearsi due diversi approcci alle migrazioni algerine familiari e di lavoro. Mentre le prime saranno rialloggiate in “città di transito” o “d'urgenza” nell'attesa delle nuove costruzioni (i grands ensembles nelle banlieues); ai lavoratori celibi saranno dedicate delle strutture specifiche per “senza famiglia”.
I “foyer per lavoratori migranti” sono oggetto degli ultimi due capitoli, ove sono analizzati nella loro genesi e nei meccanismi totalizzanti messi in atto (quinto capitolo), per concludere con l'evoluzione di tali strutture fino ai giorni nostri (sesto capitolo).
Le residenze ci danno, infine, modo di affrontare questioni più ampie. Le pratiche coloniali sono scomparse? E il paradigma centrale dell'immigrazione, il provvisorio? Chi sono gli esclusi di oggi?