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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06102018-143644


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ROMANI, ILENIA
URN
etd-06102018-143644
Titolo
Il sistema ossitocinergico: sue interazioni con i principali processi neuroendocrini, neurotrasmettitoriali e nocicettvi.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Giannaccini, Gino
relatore Dott.ssa Betti, Laura
correlatore Dott.ssa Palego, Lionella
Parole chiave
  • sistema immunitario
  • ossitocina
  • nocicezione
Data inizio appello
11/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2088
Riassunto
Da questo elaborato si evince che l’ossitocina oltre al ruolo conclamato di ormone si comporta anche da neuromodulatore e neurotrasmettitore. L’ossitocina è noto a tutti giocare un ruolo fondamentale durante la gravidanza, il parto e l’allattamento e regolare quelli che sono i comportamenti sociali e sessuali; essa infatti va ad incrementare le interazioni sociali, promuove la formazione di una memoria sociale e la creazione di preferenze tra individui. Non a caso viene definita “l’ormone dell’amore”. Data l’importanza dell’ossitocina nei comportamenti sociali come attaccamento, affiliazione, fiducia e supporto sociale non c’è da sorprendersi se questo neuropeptide potrebbe essere coinvolto nello sviluppo e mantenimento dei disturbi depressivi. Diversi studi condotti sia su modelli animali che su individui umani, sani o con episodi precedenti di disturbi mentali, hanno evidenziato una correlazione tra un aumento dei livelli di ossitocina sia nel plasma che nel liquido cerebrospinale e la presenza di disturbi quali ansia, stress, schizofrenia ed infine autismo. L’ossitocina regola stati di stress ed ansia attraverso la modulazione dell’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che sappiamo essere il principale sistema neuroendocrino attivato in condizioni di stress. Questo peptide svolge un’azione inibitoria sull’asse determinando così una riduzione dei livelli di cortisolo e ACTH e un’azione inibitoria anche sull’amigdala, il tutto in maniera indipendente dal sesso dell’individuo. Nei bambini affetti da autismo sono stati registrati livelli bassi di ossitocina mentre erano alti i livelli della forma inattiva di questo peptide. Nella popolazione cinese con autismo sono stati trovati polimorfismi del gene che codifica per l’ossitocina; inoltre una somministrazione della stessa soprattutto nel periodo post-natale sembra andare a ridurre i comportamenti ripetitivi e prevenire i deficit nei comportamenti sociali tipici di questo disturbo. Tuttavia la letteratura è ancora incerta a causa di vincoli metodologici. Nella regolazione di questi aspetti comportamentali e dei disturbi mentali l’ossitocina sembra vada ad interagire con altri neurotrasmettitori, come la serotonina, noradrenalina e dopamina, con quest’ultima per quanto riguarda l’attività locomotoria. L’interazione tra ossitocina e questi neurotrasmettitori deriva soprattutto dalla condivisione di stessi substrati anatomici o meglio di stesse aree del cervello. Per quanto riguarda la dopamina è stato visto che la substantia nigra (centro di regolazione della locomozione) riceve terminazioni ossitocinergiche e che nella pars compacta sono presenti gli mRNA dell’ossitocina. Inoltre i neuroni ossitocinergici ipotalamici esprimono i recettori della dopamina. Il coinvolgimento dell’ossitocina nei disturbi della locomozione sembra essere confermato dal fatto che nella malattia di Parkinson, nell’ipotalamo, che è l’area maggiormente colpita, si ha una riduzione dei livelli di questo peptide. Come per la dopamina, anche l’interazione con la serotonina si basa sulla presenza di collegamenti anatomici ovvero fibre serotoninergiche raggiungono il nucleo paraventricolare e sopraottico, sede della sintesi e rilascio di ossitocina. Inoltre nel nucleo del rafe, sede di sintesi della serotonina, i neuroni serotoninergici esprimono i recettori dell’ossitocina. Secondo i diversi studi condotti su modelli murini sembrerebbe che l’ossitocina influenzi la trasmissione serotoninergica aumentando il rilascio di serotonina in determinate regioni limbiche e la disponibilità del recettore della serotonina nelle stesse aree. Infine l’interazione tra ossitocina e noradrenalina è stata analizzata in studi condotti su topi transgenici ovvero carenti del gene che codifica per le MAO-A (enzimi addetti alla degradazione delle catecolamine) nei quali un aumento dei livelli di noradrenalina era complementare ad un aumento dei livelli di ossitocina. Recenti studi hanno fatto emergere un possibile ruolo dell’ossitocina anche nella nocicezione, risposta infiammatoria ed immunitaria. L’attività anti-nocicettiva dell’ossitocina e quindi il suo coinvolgimento nella modulazione del dolore sembrano derivare dalla presenza di fibre ossitocinergiche nell nucleo sopraottico che proiettano al nucleo caudato, centro implicato nella nocicezione. Inoltre fibre ossitocinergiche dal nucleo paraventricolare raggiungono altre sedi cerebrali coinvolte nella modulazione del dolore (nucleo del rafe, corteccia cerebrale, corno dorsale del midollo spinale). Studi condotti su modelli murini hanno evidenziato che l’attività analgesica dell’ossitocina sembra coinvolgere il sistema oppioide endogeno. L’attività antinfiammatoria è stata invece esaminata inducendo in modelli murini una neuro-infiammazione. L’ossitocina andava a ridurre i livelli dei mediatori dell’infiammazione (TNF-α, IL-1β e altre citochine). L’attività antinfiammatoria e antiossidante di questo peptide è stata studiata anche durante l’aterosclerosi dimostrando che l’ossitocina andava ad inibire la produzione di superossido e di citochine pro-infiammatorie. Questi studi però presentano delle limitazioni legate al fatto che sono stati condotti su modelli animali e/o su linee cellulari tumorali umane. Pochi studi sono stati svolti su individui umani e/o su linee cellulari umane sane e comunque i risultati ottenuti non sono coerenti con quelli emersi da studi su animali. Esiste infine una comunicazione bidirezionale tra ossitocina e sistema immunitario, sembra infatti che l’ossitocina non solo agisca direttamente sulle cellule immunitarie attraverso i suoi recettori ma vada a cambiare anche indirettamente le funzioni immunitarie attraverso altri assi regolatrici del sistema immunitario (asse ipotalamo-ipofisi-surrene, asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, asse ipotalamo-ipofisi-gonadi). L’azione diretta dell’ossitocina risiede nel fatto che questa vada a legarsi ai suoi recettori presenti sui monociti, macrofagi, cellule T del timo e cellule del midollo osseo, mentre la sua azione indiretta consiste nel far abbassare i livelli di ACTH, cortisolo, interleuchine e fattori di crescita vascolare. L’ossitocina ha dimostrato avere anche un’attività simil-antibiotica e una capacità di accelerare la guarigione delle ferite stimolando la vasculogenesi e la proliferazione delle cellule endoteliali. Infine questo neuropeptide sembra svolgere un’azione modulatoria anche sul processo di cancerogenesi in particolare a livello del tessuto mammario. Nonostante la scoperta delle molteplici funzioni dell’ossitocina la letteratura non ci fornisce informazioni chiare sul meccanismo d’azione di questo peptide. Quello che si può dedurre è che non sembra esserci un’interazione diretta con gli altri sistemi neuroendocrini, ma che probabilmente si attui un sinergismo d’azione ed un influenza reciproca tra i vari neuromodulatori. Sono quindi necessarie ulteriori ricerche per comprendere al meglio il ruolo e il meccanismo d’azione del sistema ossitocinergico nella fisiopatologia di molti disturbi mentali e in processi fisiologici (nocicezione, infiammazione, immunità); scoperte che potrebbero così portare a sviluppare l’ossitocina, o molecole legate a sue specifiche vie di azione, come possibili agenti terapeutici.
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