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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06102016-163559


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GAMBASSI, LORENZO
URN
etd-06102016-163559
Titolo
Ridere ai tempi della Rivoluzione La rivista "Novyj Satirikon" dal febbraio 1917 all'agosto 1918
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE E LETTERATURE MODERNE EUROAMERICANE
Relatori
relatore Carpi, Guido
Parole chiave
  • bolscevismo
  • humor
  • rivoluzione russa
  • russian revolution
  • satira
  • satire
  • Soviet Union
  • umorismo
  • Unione Sovietica
Data inizio appello
27/06/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro è mirato ad analizzare la produzione satirica del “Novyj Satirkon”, settimanale di estrazione borghese-liberale, nel 1917 e nel 1918, anni che videro in Russia l’ascesa al potere del bolscevismo. Nati dalla scissione del Partito Operaio Socialdemocratico Russo nel 1903, i bolscevichi, pur costituendo inizialmente una minoranza, furono capaci di guadagnarsi in breve tempo un grande consenso tra le masse, spronandole a dare vita alla Rivoluzione d’ottobre. Tuttavia, il partito di Lenin incontrò non pochi ostacoli: l’opposizione portata avanti dai rappresentanti del governo provvisorio e dai sostenitori della monarchia condusse a una estenuante guerra civile, che logorò il paese per tre anni. Anche in ambito letterario l’intelligencija liberale diede il proprio contributo alla lotta al bolscevismo, in particolare tramite la stampa satirica.
Per i motivi esposti, la prima parte di questo elaborato è dedicata alla popolarità riscontrata dai settimanali satirici in seguito alla prima Rivoluzione russa. L’Ochrana, ovvero la polizia segreta zarista incaricata di sopprimere ogni tentativo di eversione politica, subì infatti un duro colpo in seguito agli eventi del 1905, favorendo così l’esplosione dei giornali dedicati a tematiche di natura sociale. La notorietà che riuscirono a raggiungere il “Satirikon” e, successivamente, il “Novyj Satirikon”, fu sicuramente merito dei collaboratori che vi scrivevano. Infatti, sono stati dedicati alcuni paragrafi a coloro che hanno contribuito in maniera decisiva al successo del settimanale. Autori come Arkadij Averčenko, Arkadij Buchov e Teffi, stimatori e prosecutori dello stile dei grandi dell’umorismo russo come N. V. Gogol’ e A. P. Čekov, riuscirono a creare articoli e feuilletons dal carattere innovativo e coinvolgente.
La sezioni successive di questo lavoro sono invece focalizzate sullo studio di articoli, feuilletons, vignette e caricature pubblicate sul “Novyj Satirikon”. Lo studio del settimanale è stato condotto suddividendo il materiale a disposizione in periodi di tre o quattro mesi, al fine di analizzare al meglio quali fossero le tematiche prominenti in concomitanza con i fatti storici. Dopo una breve presentazione dell’entità degli eventi che sconvolsero la Russia a febbraio, si cercherà di evidenziare quali fossero i principali obiettivi della satira prodotta dal settimanale. Toccando argomenti come la caduta dello zarismo, la dilagante anarchia nella capitale, le prime conquiste degli operai, l’operato del governo provvisorio e la crescente tensione sociale, i giornalisti furono capaci di unire al loro principale intento, cioè quello di far ridere il lettore, le loro posizioni politiche. Quest’ultimo aspetto emerse ancora più chiaramente a luglio, in quanto fu all’inizio di questo mese che, in seguito ai tumulti organizzati dai soldati a Pietrogrado, si ebbe la conferma dell’imminente presa del potere da parte dei bolscevichi. I commenti sulle fatidiche giornate di luglio e sull’organizzazione della “nuova polizia”, unite alle vignette a agli articoli relativi al periodo natalizio, andarono a confermare il ruolo del “Novyj Satirikon” come strumento di denuncia sociale e di opposizione al bolscevismo.
Prendendo in considerazione le pubblicazioni da gennaio a agosto 1918 si noterà che i collaboratori del settimanale non accolsero con entusiasmo l’arrivo del nuovo anno, in particolare per la recente apertura dei trattati di pace con la Germania a Brest-Litovsk. I temi che emergeranno in queste pagine saranno infatti la perdita di dignità e l’assenza di patriottismo nella nuova Russia Sovietica. Non mancheranno inoltre gli attacchi al nuovo sistema di organizzazione dell’arte e della cultura e le critiche al leninismo come ideologia politica.
Vista la grande importanza assunta dall’inquadramento politicoideologico sotto il regime sovietico, il “Novyj Satirikon” fu costretto a chiudere ad agosto 1918. La situazione fu ulteriormente aggravata verso la fine del mese a causa dell’omicidio di M. S. Urickij per mano di un giovane cadetto. Tale evento segnò ufficialmente l’inizio della campagna bolscevica nota come Terrore rosso, le cui ripercussioni sulla stampa furono disastrose e si abbatterono su un vasto numero di riviste giudicate non aderenti alle linee dettate partito. Ciononostante, il “Novyj Satirikon” sostenne costantemente e tenacemente la causa della libertà d’espressione, affermandosi fino ai suoi ultimi giorni di vita come la rivista satirica maggiormente in vista di tutta la Russia.
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