Tesi etd-06102013-111932 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MANDARADONI, EMANUELA
URN
etd-06102013-111932
Titolo
Alla ricerca del significato processuale della testimonianza: spunti problematici tra diritto e psicologia della prova.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marzaduri, Enrico
Parole chiave
- art. 188 cpp
- il ruolo del testimone
- l'escussione della testimonianza nel processo
- psicologia della testimonianza
- testimonianza
Data inizio appello
08/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2053
Riassunto
Il percorso intrapreso mette come fulcro degli studi la Psicologia della Testimonianza attraverso un excursus che prende avvio dal ruolo che nel tempo ha avuto la prova orale all'interno del processo. Si parte da quello che è stato il processo inquisitorio sino a giungere all'importanza assunta dalla testimonianza all'interno di quello accusatorio. Vengono sviscerati i punti cardini che caratterizzano la prova orale nelle diverse fasi del procedimento, quindi quelle che sono la sfaccettature strettamente processuali di questa per poi addentrarci nel nucleo vivo della ricerca partendo proprio dalla libertà di autodeterminazione, il suo riconoscimento costituzionale e non solo e la sua importanza nel determinare un'idonea escussione testimoniale. Si attraversa così la linea sottile che separa i due mondi del diritto e della psicologia per giungere allo studio della testimonianza da un punto di vista diverso. Non guardiamo più il testimone con gli occhi di chi ascolta ma vi entriamo dentro per capire cosa abbia visto, cosa abbia udito. Quanto di quel che dichiara corrisponde effettivamente al fatto. Quanto la sua testimonianza sia comandata dall'oggettività nel descrivere i propri ricordi. Se mente, lo fa sempre sapendo di mentire? Ma testimone non è detto che possa esserlo solo una persona adulta. Tentiamo quindi di dar risposta all'interrogativo se e come un minore può essere ascoltato in campo giudiziale e quanto la sua persona possa rendere dichiarazioni oggettive su quanto visto, sentito e addirittura subito. Proprio in merito a questo, viene analizzato il caso “Valle della Lucania”, oggetto di studi nel seminario a cui ho partecipato, tenuto dal Prof. Ferracuti (docente di Psicologia forense all'Università La Sapienza di Roma). Si giunge infine all'analisi di un altro importantissimo caso che ha scosso l'intera nazione e che ho avuto l'immenso piacere di approfondire grazie al mio relatore Avv.Prof. Enrico Marzaduri e al Dott.Prof. Pietro Pietrini (Neuropsichiatra e docente di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica presso l'Università di Pisa), il “Cogne-Bis”. Con lo studio di questo viene posta l'attenzione su quello che è stato l'uso all'interno del processo da parte dei due periti della difesa Franzoni (tra cui appunto il Prof. Pietrini coadiuvato dal Prof. Sartori), di due metodologie sperimentali, denominate IAT e TARE, volte a valutare il ricordo dell'imputata in merito al giorno dell'omicidio. Il nodo cruciale oggetto di studio che viene a porsi in essere, è quanto l'applicazione di queste metodologie all'interno di un processo, possa considerarsi utilizzabile ai sensi dell'art. 188 cpp che vieta l'utilizzo di metodi o tecniche idonei a influire sulla libertà di autodeterminazione o ad alterare la capacità di ricordare e di valutare i fatti. Quanto e come la scelta che i giudici sono portati a fare in questo processo, andrà ad influenzare il futuro codicistico a riguardo.
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