Tesi etd-06102010-162010 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
NASINI, GIULIA
URN
etd-06102010-162010
Titolo
La maschera a teatro. Alcuni esempi nella drammaturgia europea contemporanea
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
CINEMA TEATRO PRODUZIONE MULTIMEDIALE
Relatori
relatore Prof.ssa D'Angeli, Concetta
Parole chiave
- Bertolt Brecht
- Drammaturgia
- Gipi
- Jean Genet
- Maschera
- Sacchi di Sabbia
- Thomas Bernhard
Data inizio appello
01/07/2010
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
01/07/2050
Riassunto
Dopo un excursus sulla funzione della maschera nel teatro greco e nella Commedia dell'Arte, la presente tesi analizza drammaturgicamente alcuni testi di autori del Novecento europeo, in cui è presente la maschera come elemento necessario alla scrittura e alla realizzazione scenica della pièce.
Il lavoro di ricerca ha permesso di individuare diversi ruoli assunti dalla maschera: in "Teste tonde e teste a punta" Brecht la utilizza come simbolo del mostruoso per rivelare l'infondatezza di qualsiasi idea razzista e sottolineare che le differenze tra gli uomini sono solo quelle legate alla ricchezza economica; nei "Negri" di Genet, le maschere sono specchio della società "bianca" Occidentale, che è costretta a prendere coscienza dei propri errori e delle proprie negatività rispetto al gruppo di attori negri che recitano il testo, considerati incivili; in "Minetti" di Bernhard la maschera assume un "ruolo sacro", divenendo la proiezione del protagonista stesso, ormai confinato in un ruolo che recita da trent'anni. Infine in "Essedice" di Gipi, Sacchi di Sabbia e Ferdinando Falossi, assolve lo stesso compito della maschera nel teatro greco: ridesta gli assenti, i morti che ritornano sulla scena, e vivono nuovamente un Mito, che stavolta è privato, ma contiene elementi universali come ad esempio il rapporto con la Morte, con il Tempo, e il confronto con la Memoria.
Il lavoro di ricerca ha permesso di individuare diversi ruoli assunti dalla maschera: in "Teste tonde e teste a punta" Brecht la utilizza come simbolo del mostruoso per rivelare l'infondatezza di qualsiasi idea razzista e sottolineare che le differenze tra gli uomini sono solo quelle legate alla ricchezza economica; nei "Negri" di Genet, le maschere sono specchio della società "bianca" Occidentale, che è costretta a prendere coscienza dei propri errori e delle proprie negatività rispetto al gruppo di attori negri che recitano il testo, considerati incivili; in "Minetti" di Bernhard la maschera assume un "ruolo sacro", divenendo la proiezione del protagonista stesso, ormai confinato in un ruolo che recita da trent'anni. Infine in "Essedice" di Gipi, Sacchi di Sabbia e Ferdinando Falossi, assolve lo stesso compito della maschera nel teatro greco: ridesta gli assenti, i morti che ritornano sulla scena, e vivono nuovamente un Mito, che stavolta è privato, ma contiene elementi universali come ad esempio il rapporto con la Morte, con il Tempo, e il confronto con la Memoria.
File
Nome file | Dimensione |
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00.Frontespizio.pdf | 24.55 Kb |
01.Indice.pdf | 15.53 Kb |
07.Note_...fiche.pdf | 37.03 Kb |
08.Bibliografia.pdf | 24.93 Kb |
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