Tesi etd-06102010-153435 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MARSILI, NICCOLO'
URN
etd-06102010-153435
Titolo
Meccanismi Funzionali nelle Sindromi Coronariche Acute
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Marzilli, Mario
Parole chiave
- flusso coronarico
- pressione coronarica
- Vasospasmo
Data inizio appello
28/06/2010
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
28/06/2050
Riassunto
Tra i pazienti con SCA, circa il 30% non presenta stenosi coronariche significative. ed in quasi la metà è possibile dimostrare la presenza di vasospasmo coronarico. Scopo del nostro studio è valutare la prevalenza della vasocostrizione coronarica in pazienti ricoverati con diagnosi di NSTEMI in cui l'angiografia coronarica riveli una "lesione colpevole".
Nel nostro studio sono stati inclusi pazienti ricoverati con diagnosi di NSTEMI in cui la coronarografia ha rilevato una stenosi organica significativa a livello del vaso "colpevole". La lesione è stata superata con un filo guida in grado di misurare contemporaneamente pressione e velocità, sono state registrate le misurazioni relative a P coronariche, FFR, CFR e AVP una prima volta e successivamente dopo somministrazione di nitrati intra-coronarici per svelare l'eventuale presenza di una componente dinamica della severità della stenosi. Le misure relative al diametro dei vasi e la quantificazione angiografica della stenosi sono state elaborate off -line.
La QCA (Quantitative Coronary Angiography) ha confermato che la riduzione % del diametro a livello della stenosi era del 76±8%. In condizioni basali, il gradiente pressorio attraverso la stenosi era 30±27 mmHg, la FFR era 0,63±0,13 e la CFR 2,56±1,3. Dopo la somministrazione di nitrati ic, la FFR aumentava fino a 0,82±0,11 (p<0,0001), mentre la CFR rimaneva stabile a 2,67±1,35 (p=ns). Dopo la somministrazione di nitrati, in un gruppo di pazienti la FFR incrementava fino a valori compresi nel range di "normalità" (>0.75) (0,67±0,16 vs 0,88±0,09; p<0.0001); in questo sottogruppo la CFR era 2,26 prima e 2,30 dopo nitrati (p =ns).
La vasomotricità coronarica gioca un ruolo chiave nell'ambito delle SCA, non solo in assenza di aterosclerosi coronarica, ma anche in presenza di lesioni colpevoli.
Questo dato sottolinea la multifattorialità dell'evento ischemico e del possibile ruolo trigger della vasocostrizione, che diviene dunque un fattore da considerare nel management ottimale del paziente ischemico.
Il nostro studio infatti conferma l'ipotesi di una vasocostrizione attiva in grado contribuire all'ostruzione coronarica a livello di una placca aterosclerotica "colpevole" nei pazienti con NSTEMI.
Nel nostro studio sono stati inclusi pazienti ricoverati con diagnosi di NSTEMI in cui la coronarografia ha rilevato una stenosi organica significativa a livello del vaso "colpevole". La lesione è stata superata con un filo guida in grado di misurare contemporaneamente pressione e velocità, sono state registrate le misurazioni relative a P coronariche, FFR, CFR e AVP una prima volta e successivamente dopo somministrazione di nitrati intra-coronarici per svelare l'eventuale presenza di una componente dinamica della severità della stenosi. Le misure relative al diametro dei vasi e la quantificazione angiografica della stenosi sono state elaborate off -line.
La QCA (Quantitative Coronary Angiography) ha confermato che la riduzione % del diametro a livello della stenosi era del 76±8%. In condizioni basali, il gradiente pressorio attraverso la stenosi era 30±27 mmHg, la FFR era 0,63±0,13 e la CFR 2,56±1,3. Dopo la somministrazione di nitrati ic, la FFR aumentava fino a 0,82±0,11 (p<0,0001), mentre la CFR rimaneva stabile a 2,67±1,35 (p=ns). Dopo la somministrazione di nitrati, in un gruppo di pazienti la FFR incrementava fino a valori compresi nel range di "normalità" (>0.75) (0,67±0,16 vs 0,88±0,09; p<0.0001); in questo sottogruppo la CFR era 2,26 prima e 2,30 dopo nitrati (p =ns).
La vasomotricità coronarica gioca un ruolo chiave nell'ambito delle SCA, non solo in assenza di aterosclerosi coronarica, ma anche in presenza di lesioni colpevoli.
Questo dato sottolinea la multifattorialità dell'evento ischemico e del possibile ruolo trigger della vasocostrizione, che diviene dunque un fattore da considerare nel management ottimale del paziente ischemico.
Il nostro studio infatti conferma l'ipotesi di una vasocostrizione attiva in grado contribuire all'ostruzione coronarica a livello di una placca aterosclerotica "colpevole" nei pazienti con NSTEMI.
File
Nome file | Dimensione |
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Frontespizio.pdf | 48.23 Kb |
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