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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06092023-105556


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ADAMO, LETIZIA
URN
etd-06092023-105556
Titolo
Le navi dell’inclusione. Storie di pratiche educative per il superamento delle barriere socioculturali e della disabilità.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA
Relatori
relatore Iannella, Cecilia
correlatore Fantozzi, Donatella
Parole chiave
  • Nave Italia
  • Nave Caracciolo
  • progetto educativo
  • inclusione
Data inizio appello
29/06/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Nel corso dei decenni, molte iniziative educative hanno cercato di affrontare le sfide sociali, promuovere l'uguaglianza di opportunità e abbattere i pregiudizi. Questo elaborato tratta di Didattica della Storia e in particolare di due progetti educativi simili nella forma ma distanti circa un secolo l'uno dall'altro: l'esperimento sociale di Giulia Civita Franceschi e l’esperimento speciale della fondazione “Tender To Nave Italia”. Entrambi con l'obiettivo di fornire nuove opportunità e combattere i pregiudizi, utilizzando una Nave come luogo di trasformazione e apprendimento. Agli inizi del 1900, Giulia Civita Franceschi decise di affrontare la difficile situazione dei giovani scugnizzi napoletani, bambini spesso coinvolti in attività illegali, che vivevano in condizioni estreme di sfruttamento e abbandono, promuovendo un progetto educativo che mirava ad offrire loro una seconda opportunità. Ebbe così, sulla base di precedenti esperienze, l’idea di utilizzare una nave come luogo di istruzione e formazione. Questa nave, nominata Nave Caracciolo, venne trasformata in un luogo sicuro e strutturato, offrendo un ambiente protettivo in cui i bambini potessero imparare e crescere. Il progetto mirava a fornire un’istruzione di base, competenze pratiche e valori morali, con lo scopo di aiutare i giovani a ricostruire le loro vite e diventare cittadini attivi. La Nave Asilo divenne un luogo unico di crescita e sviluppo, in cui questi bambini ebbero l'opportunità di trasformare le loro vite. L'impegno per promuovere l'inclusione e combattere i pregiudizi continua ad essere una sfida attuale e in corso. A circa cento anni di distanza dall’esperimento educativo svolto su Nave Caracciolo, nel 2007 nacque la fondazione "Tender To Nave Italia" per abbattere i pregiudizi contro le persone con diverse forme di disabilità cognitive, deficit sensoriali, malattie genetiche e disagio psichico e sociale. La fondazione utilizza il brigantino più grande al mondo, “Nave Italia”, come luogo di trasformazione e apprendimento per promuovere l'inclusione e superare le barriere personali e sociali. Anche in questo caso, quindi, una nave fu trasformata in un ambiente educativo unico. Attraverso le sue campagne specifiche per ciascun ente coinvolto, mira a offrire nuove opportunità e promuovere l'autonomia, la socializzazione e le competenze personali. Nave Italia diventa quindi uno spazio in cui i partecipanti possono superare ostacoli, scoprire il proprio potenziale e abbattere le limitazioni imposte dai pregiudizi.
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