Tesi etd-06092020-124532 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
STEFFENINO, FRANCESCA
URN
etd-06092020-124532
Titolo
Sic vos, non vobis. La cooperazione tra ambivalenza ed antinomie. Una lettura critica del suo uso capitalistico
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Iacono, Alfonso Maurizio
Parole chiave
- ambivalence
- ambivalenza
- animal spirits
- antinomie
- Capital
- Capitale
- cooperation
- cooperazione
- ecologismo
- facoltà della specie umana
- femminismo
- forza sociale
- Frammento sulle macchine
- general intellect
- individuo sociale
- lavoro collettivo
- macchine
- machines
- Marx
- operaismo
- post-operaismo
- tecnologia
- tecnology
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
Con il presente lavoro si è tentato di restituire complessità al concetto di cooperazione, analizzandone la sua ambivalenza e le sue antinomie.
Si è scelto di mettere in luce, in modo critico, l’uso capitalistico della cooperazione partendo dalla teoria del Capitale di Marx: è nel capitolo XI del Primo Libro che egli descrive la cooperazione come il primo dei metodi di estrazione del plusvalore relativo e il punto di partenza della produzione capitalistica. Il capitolo marxiano in questione è ricco di nodi teorico-filosofici di grande rilievo e di concetti quali quello di zoòn politikòn, di homo economicus, di animal spirits, di funzione dispotica e di controllo del capitale, di sussunzione del lavoro sotto il capitale. A seguire, sono stati analizzati il Capitolo VI inedito e il Frammento sulle Macchine contenuto nei Grundrisse di Marx: grazie a queste opere si è fatto riferimento alle nozioni di lavoro produttivo e improduttivo, di general intellect e di individuo sociale, provando ad individuare i possibili collegamenti con il concetto di cooperazione e le differenze con la teoria del Capitale. Attraverso i Grundrisse e le varie riflessioni che ne sono scaturite, si è giunti ad approfondire la questione operaista e come il concetto di cooperazione sia stato analizzato da autori quali Panzieri, Tronti e Negri, fino al post-operaismo e alla teoria del capitalismo cognitivo, attraverso una serie di questioni quali quelle intorno al lavoro materiale e immateriale, al sistema delle macchine e della tecnologia, fino alla flessibilità e precarietà del lavoro ai giorni nostri. La cornice entro cui le varie problematiche sono state affrontate resta quella marxiana della critica dell’economia politica e dell’importanza della legge del valore. Gli autori di riferimento sono stati principalmente D. Harvey, R. Bellofiore, M. Tomba, R. Fineschi, M. Fisher, S. Wright, A.M. Iacono, M. Filippini. Attraverso le loro riflessioni e l’analisi della teoria marxiana è stato possibile comprendere alcune delle caratteristiche del concetto di cooperazione e del suo uso capitalistico, motivo per il quale si è giunti a sostenere la teoria della sua ambivalenza: la cooperazione, come facoltà della specie umana, oscilla tra il modo di liberare le facoltà individuali mediante il lavoro collettivo organizzato, e il modo di opprimerle attraverso il dominio dispotico di chi esercita il potere organizzativo e di pianificazione. Ciò che si è cercato di sostenere lungo tutto il corso del lavoro, e in modo particolare nell’ultimo capitolo, è la necessità di riappropriarsi della cooperazione, liberandola dal giogo del capitale, per poterne fare un uso diverso, sciolto dalle imposizioni dispotiche del sistema capitalistico.
Infine, si è deciso di analizzare alcuni esempi e casi concreti di forme cooperative guardandoli come possibili modelli di un tipo di cooperazione priva di gerarchie fisse e caratterizzata da regole condivise. Nello specifico sono stati descritti quattro modelli a partire da prospettive diverse: musicale, con il jazz come esempio teorico di cooperazione realizzata tramite la condivisione di regole comuni; femminista, mediante l’esperienza di comunità e cooperative di donne del Sud del mondo; ecologista, a partire dal modello dell’Internationalist Commune of Rojava e del suo progetto di riappropriazione e rivalorizzazione di terre e risorse comuni; antirazzista, attraverso l’organizzazione di forme cooperative e lotte dei migranti o delle comunità afroamericane, anche in seguito all’emergenza Covid-19.
This work attempts to restore complexity to the concept of cooperation, analyzing its ambivalence and its antinomies.
In order to do so, I am going to critically assess the capitalist use of cooperation drawing on Marx's theory of Capital: in Chapter XI of the First Book, the cooperation is described as the first of the methods of extraction of the relative surplus value and the starting point of capitalist production. This chapter offers several theoretical-philosophical notions of great importance for the subsequent analysis, such as zoòn politikòn, homo economicus, animal spirits, despotic function and control of capital, and subsumption of labor under capital.
Later on, I have also anayzed the Unpublished Chapter VI and the Fragment on Machines (Grundrisse) of Marx: these works have shed light on the notions of productive and unproductive work, of general intellect and of a social individual, and drawing on them, I have attempted to identify possible links with the concept of cooperation previously analyzed, and the differences with the theory presented in the Capital. Through the work of Grundrisse and the various considerations that have been raised, I have assessed the Workerism and how the concept of cooperation has been analyzed by authors such as Panzieri, Tronti and Negri, up to post-operism and the theory of cognitive capitalism (through a series of issues like material and immaterial work, the system of machines and technology, the flexibility and precariousness of today work). The framework within this work is situated remains the Marxian critique of political economy and the importance of the law of value. The authors I have decided to focus upon are D. Harvey, R. Bellofiore, M. Tomba, R. Fineschi, M. Fisher, S. Wright, A.M. Iacono, M. Filippini. Through their reflections and their analyses of Marxian theory, it is possible to understand some of the characteristics of the concept of cooperation and its capitalist use. As such, I am going to claim that the most plausible way of interpreting the notion of cooperation consists in endorsing the theory of its ambivalence: cooperation, as a faculty of the species human, it is caught between finding a way to free individual faculties through organized collective work, and the risk of oppressing individuals through the despotic domination of those who exercise power. What I have tried to claim throughout this dissertation, and especially in the last chapter, is the need to regain cooperation from the capital’s domination, in order to make a different use of it.
Finally, I have decided to analyze some examples and concrete cases of cooperative forms, by considering them possible models of a type of cooperation without fixed hierarchies and characterized by shared rules. Specifically, I have described four models starting from different perspectives: a musical model, with jazz as a theoretical example of cooperation achieved through the sharing of common rules; a feminist model, through the experience of communities and cooperatives of women from the South of the world; an ecologist model, starting from the model of the Internationalist Commune of Rojava and its project of re-appropriation and revaluation of common lands and resources; and finally an anti-racist model, through the organization of cooperative forms and struggles of migrants or AfricanAmerican communities, also following the Covid-19 emergency.
Si è scelto di mettere in luce, in modo critico, l’uso capitalistico della cooperazione partendo dalla teoria del Capitale di Marx: è nel capitolo XI del Primo Libro che egli descrive la cooperazione come il primo dei metodi di estrazione del plusvalore relativo e il punto di partenza della produzione capitalistica. Il capitolo marxiano in questione è ricco di nodi teorico-filosofici di grande rilievo e di concetti quali quello di zoòn politikòn, di homo economicus, di animal spirits, di funzione dispotica e di controllo del capitale, di sussunzione del lavoro sotto il capitale. A seguire, sono stati analizzati il Capitolo VI inedito e il Frammento sulle Macchine contenuto nei Grundrisse di Marx: grazie a queste opere si è fatto riferimento alle nozioni di lavoro produttivo e improduttivo, di general intellect e di individuo sociale, provando ad individuare i possibili collegamenti con il concetto di cooperazione e le differenze con la teoria del Capitale. Attraverso i Grundrisse e le varie riflessioni che ne sono scaturite, si è giunti ad approfondire la questione operaista e come il concetto di cooperazione sia stato analizzato da autori quali Panzieri, Tronti e Negri, fino al post-operaismo e alla teoria del capitalismo cognitivo, attraverso una serie di questioni quali quelle intorno al lavoro materiale e immateriale, al sistema delle macchine e della tecnologia, fino alla flessibilità e precarietà del lavoro ai giorni nostri. La cornice entro cui le varie problematiche sono state affrontate resta quella marxiana della critica dell’economia politica e dell’importanza della legge del valore. Gli autori di riferimento sono stati principalmente D. Harvey, R. Bellofiore, M. Tomba, R. Fineschi, M. Fisher, S. Wright, A.M. Iacono, M. Filippini. Attraverso le loro riflessioni e l’analisi della teoria marxiana è stato possibile comprendere alcune delle caratteristiche del concetto di cooperazione e del suo uso capitalistico, motivo per il quale si è giunti a sostenere la teoria della sua ambivalenza: la cooperazione, come facoltà della specie umana, oscilla tra il modo di liberare le facoltà individuali mediante il lavoro collettivo organizzato, e il modo di opprimerle attraverso il dominio dispotico di chi esercita il potere organizzativo e di pianificazione. Ciò che si è cercato di sostenere lungo tutto il corso del lavoro, e in modo particolare nell’ultimo capitolo, è la necessità di riappropriarsi della cooperazione, liberandola dal giogo del capitale, per poterne fare un uso diverso, sciolto dalle imposizioni dispotiche del sistema capitalistico.
Infine, si è deciso di analizzare alcuni esempi e casi concreti di forme cooperative guardandoli come possibili modelli di un tipo di cooperazione priva di gerarchie fisse e caratterizzata da regole condivise. Nello specifico sono stati descritti quattro modelli a partire da prospettive diverse: musicale, con il jazz come esempio teorico di cooperazione realizzata tramite la condivisione di regole comuni; femminista, mediante l’esperienza di comunità e cooperative di donne del Sud del mondo; ecologista, a partire dal modello dell’Internationalist Commune of Rojava e del suo progetto di riappropriazione e rivalorizzazione di terre e risorse comuni; antirazzista, attraverso l’organizzazione di forme cooperative e lotte dei migranti o delle comunità afroamericane, anche in seguito all’emergenza Covid-19.
This work attempts to restore complexity to the concept of cooperation, analyzing its ambivalence and its antinomies.
In order to do so, I am going to critically assess the capitalist use of cooperation drawing on Marx's theory of Capital: in Chapter XI of the First Book, the cooperation is described as the first of the methods of extraction of the relative surplus value and the starting point of capitalist production. This chapter offers several theoretical-philosophical notions of great importance for the subsequent analysis, such as zoòn politikòn, homo economicus, animal spirits, despotic function and control of capital, and subsumption of labor under capital.
Later on, I have also anayzed the Unpublished Chapter VI and the Fragment on Machines (Grundrisse) of Marx: these works have shed light on the notions of productive and unproductive work, of general intellect and of a social individual, and drawing on them, I have attempted to identify possible links with the concept of cooperation previously analyzed, and the differences with the theory presented in the Capital. Through the work of Grundrisse and the various considerations that have been raised, I have assessed the Workerism and how the concept of cooperation has been analyzed by authors such as Panzieri, Tronti and Negri, up to post-operism and the theory of cognitive capitalism (through a series of issues like material and immaterial work, the system of machines and technology, the flexibility and precariousness of today work). The framework within this work is situated remains the Marxian critique of political economy and the importance of the law of value. The authors I have decided to focus upon are D. Harvey, R. Bellofiore, M. Tomba, R. Fineschi, M. Fisher, S. Wright, A.M. Iacono, M. Filippini. Through their reflections and their analyses of Marxian theory, it is possible to understand some of the characteristics of the concept of cooperation and its capitalist use. As such, I am going to claim that the most plausible way of interpreting the notion of cooperation consists in endorsing the theory of its ambivalence: cooperation, as a faculty of the species human, it is caught between finding a way to free individual faculties through organized collective work, and the risk of oppressing individuals through the despotic domination of those who exercise power. What I have tried to claim throughout this dissertation, and especially in the last chapter, is the need to regain cooperation from the capital’s domination, in order to make a different use of it.
Finally, I have decided to analyze some examples and concrete cases of cooperative forms, by considering them possible models of a type of cooperation without fixed hierarchies and characterized by shared rules. Specifically, I have described four models starting from different perspectives: a musical model, with jazz as a theoretical example of cooperation achieved through the sharing of common rules; a feminist model, through the experience of communities and cooperatives of women from the South of the world; an ecologist model, starting from the model of the Internationalist Commune of Rojava and its project of re-appropriation and revaluation of common lands and resources; and finally an anti-racist model, through the organization of cooperative forms and struggles of migrants or AfricanAmerican communities, also following the Covid-19 emergency.
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