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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06092016-185923


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DANESE, MARIA RITA
URN
etd-06092016-185923
Titolo
L'evoluzione del principio di sussidiarietà nell'ordinamento italiano
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Relatori
relatore Prof. Balestrino, Alessandro
Parole chiave
  • federalismo
  • sussidiarietà
  • decentramento
Data inizio appello
28/06/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo studio si propone di analizzare il grado di applicazione e di sviluppo del principio di sussidiarietà nell’ordinamento italiano. L’indagine ha considerato la normativa nazionale, le politiche pubbliche e le pubblicazioni istituzionali aventi ad oggetto il rapporto tra Stato, Enti Locali e società civile.
Il principio di sussidiarietà regola i rapporti tra i diversi livelli di governo, proponendo la dislocazione di alcuni servizi di interesse generale a favore delle istituzioni più vicine al territorio. La sussidiarietà attua una profonda riforma del potere pubblico, delle responsabilità e competenze dei vari enti, andando a creare nuovi spazi per la libera iniziativa degli individui.
La trasformazione e ridefinizione della sfera pubblica non ha nulla a che fare con forme radicali di secessione e separazione tra i territori ma, al contrario, l’obbiettivo del principio è promuovere azioni di solidarietà e sostegno tra le amministrazioni e la società civile.
L’introduzione nell'ordinamento italiano è conseguenza diretta dei processi di integrazione europea, che hanno spinto verso una trasformazione del concetto di “sovranità” e un indebolimento delle istituzioni classiche di rappresentanza.
Questo lavoro di tesi si basa sulla proposta di dar attuazione alla sussidiarietà in quanto possibile risposta al problema della tragedia dei beni comuni: evidenziati i maggiori fallimenti del mercato e dell’intervento statale nell'economia e a fronte dei profondi squilibri strutturali causati dall'aumento della spesa pubblica, risulta necessario introdurre un sistema che favorisca la riallocazione delle risorse e dei centri di decisione.
Nel testo si presenta una analisi di dati istituzionali, volti a quantificare il grado di sussidiarietà verticale e, cioè, il grado di decentramento della spesa pubblica, e il livello di diffusione di strumenti sussidiari di tipo orizzontale, e cioè, meccanismi che favoriscono la libera iniziativa dei privati nell'offerta di beni e servizi di pubblico interesse. L’individuazione e l’analisi di tali misure permette di determinare la relazione esistente tra sussidiarietà e crescita economica del Paese.
Per considerare le possibilità e le capacità del sistema italiano di dare applicazione al principio di sussidiarietà è imprescindibile analizzare le fonti di autonomia degli enti e, cioè, i limiti della capacità legislativa, regolamentare e amministrativa, così come previsti dalla Costituzione, dalla legislazione e dalle pronunce della Corte Costituzionale.
Una volta individuati gli ambiti di competenza di ogni livello di governo, è indispensabile considerare se gli enti hanno a disposizione risorse sufficienti per finanziare le proprie funzioni. In tal senso, a partire dal 2001, il legislatore nazionale ha proposto l’attuazione di un modello di federalismo fiscale, in cui competenze, spese ed entrate sono fortemente decentrate, nel rispetto dei principi di solidarietà, riequilibrio territoriale e coesione sociale.
Il principio di sussidiarietà orizzontale, inoltre, promuove il riconoscimento del ruolo centrale e fondamentale delle organizzazioni di volontariato nella erogazione dei servizi di pubblica utilità. Secondo la previsione costituzionale, lo Stato deve agevolare la partecipazione dei privati nell'offerta di beni e servizi pubblici e, a tal fine, adopera strutture, risorse e strumenti di vario genere, che permettono il completo passaggio da welfare state a welfare society.
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