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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06082020-174144


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCATIGNA, ANTEA
URN
etd-06082020-174144
Titolo
Lo straniamento della migrazione: "In viaggio su una gamba sola" e "La mano che non mordi"
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Prof.ssa David, Emilia
correlatore Prof. Donnarumma, Raffaele
Parole chiave
  • straniamento
  • smarrimento
  • paese
  • migrazione
  • integrazione
  • confini
  • appartenenza
  • viaggio
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi analizza le opere di due autrici, Herta Müller ed Ornela Vorpsi, che hanno vissuto in prima persona le trasformazioni epocali del loro paese natio, l’oppressione dittatoriale e l’esperienza della migrazione. In particolare si ci sofferma su In viaggio su una gamba sola di Müller, edito nel 1989 in Germania, a due anni di distanza dall’espatrio dell’autrice. Nel romanzo, che costituisce la prima opera scritta dall’autrice dopo l’attraversamento della Cortina di Ferro,emerge come l’esilio sia connesso ad una condizione mentale ancor prima che fisica e giuridica, configurandosi dunque come metafora dell’esistenza umana. Obbiettivo dell’analisi è anche la dimostrazione di come, all’interno del romanzo, l’esilio sia connesso ad una condizione mentale ancor prima che fisica e giuridica, configurandosi dunque come metafora dell’esistenza umana. Infine mi sono focalizzata sul rapporto esistente tra la letteratura e le discipline artistiche nella produzione di Müller, riportando alcuni collage dell’autrice e osservando come in essi ricorra nuovamente il tema della migrazione. La seconda opera presa in considerazione è La mano che non mordi di Vorpsi, che come si vedrà presenta molti aspetti in comune con il senso di straniamento e non appartenenza già riscontrati ne In viaggio su una gamba sola di Müller. Si osserva dunque come ciò che maggiormente accomuna le due autrici di origine differente, riguardi non solo le vicende vissute, come l’oppressione del regime dittatoriale, il viaggio, la fuga e il desiderio di vita altrove. Ma anche e soprattutto i temi di esilio, identità e ricordo della vita passata intriso di nostalgia e malinconia, la tradizione e il folklore dei rispettivi paesi d’origine, le differenze di genere, la questione femminile e le problematiche d’integrazione in Occidente. Infine viene evidenziato come anche nell’autrice albanese, accanto alla produzione letteraria, si collochi la disciplina artistica, riportando alcune fotografie di Vorpsi nelle quali emerge la testimonianza di un vissuto travagliato, immerso in una situazione liminale, propria del migrante, espressa all’interno del romanzo.
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